Voto in Turchia, Osce: non rispettati standard internazionali. Erdogan: ora referendum su pena di morte
di ALBERTO NEGRI
Boccia il voto in Turchia l’Osce,Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. All’indomani del referendum che attribuisce poteri presidenziali a Tayyp Erdogan, gli osservatori dell’Osce dichiarano che il voto «non è stato all’altezza» degli standard internazionali. In particolare la decisione della Commissione elettorale turca sull’ammissibilità delle schede non timbrate
«ha minato le garanzie contro le frodi» spiegano gli osservatori dell’Osce ad Ankara.
Con i superpoteri presidenziali Erdogan è entrato nella galleria dei raìs, collocandosi nel variegato arco del dispotismo orientale tra Putin e Assad: già questo è un paradosso per un Paese membro della Nato da 70 anni, che ha concesso la base di Incirlik per bombardare l’Isis solo in cambio di una guerra senza quartiere ai curdi e poi ha dovuto scendere a patti con Mosca e Teheran sulla Siria. L’asse geopolitico della Turchia si è spostato verso Est e non basterà qualche bombardamento americano in Siria per rimetterlo con la bussola verso Occidente, sempre che questo vogliano fare a Washington e nelle cancellerie europee.
L’autocrate di solito viene scelto dagli occidentali perché garantisce stabilità: il vero interrogativo è se il presidente turco sarà capace di governare un Paese che dopo il voto si presenta spaccato e con due guerre in corso, una interna che dura da 38 anni con i curdi dell’Anatolia, e un’altra in Siria alle porte di casa, cui si aggiunge il terrorismo del Pkk e quello dei jihadisti ispirati dal Califfato.
E’ stata la sottovalutazione di questi elementi che ha sbilanciato la posizione europea e della Nato nei confronti della Turchia che queste due organizzazioni hanno continuato a trattare in questi anni come fosse un Paese “normale”.
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