FSI ricorda il 25 Aprile con il Primo Partigiano d’Italia
Io, Daniele Visigalli, Pietro Santoro con moglie e bellissima bimba, Francesco Giordano, Alessandro Mosetti, Enrico Molinelli ci siamo ritrovati davanti alla statua di Aldo Gastaldi detto “Bisagno” (uno dei fiumi che attraversa Genova, responsabile delle frequenti alluvioni e della bellissima canzone di De Andrè, Dolcenera).
La Resistenza, specialmente a Genova, fu una cosa seria.
Si tratta dell’unico caso europeo in cui un corpo d’armata tedesco si sia arreso a formazioni partigiane. Quando due giorni dopo arrivarono a Genova le truppe alleate, trovarono la città non solo già liberata, ma anche in condizioni di vita quasi normali, con i tram che circolavano e le case illuminate. L’insurrezione di Genova venne giustamente definita ”insurrezione modello”, ma alto era stato comunque il prezzo pagato dai patrioti genovesi, con 300 morti e oltre 3000 feriti.
In quel contesto Aldo Gastaldi fu insignito dell’onorificenza di Primo Partigiano d’Italia. Era un ragazzo fuori dal comune. Era un comandante di brigata che militava nelle alture proprio sopra Genova. Per farvi capire l’uomo è importante sapere che insieme ad altri partigiani ideò il codice di comportamento Cichero che tutti i partigiani si impegnarono a rispettare nonostante le condizioni al limite della sopravvivenza:
“in attività e nelle operazioni si eseguono gli ordini dei comandanti, ci sarà poi sempre un’assemblea per discuterne la condotta; il capo viene eletto dai compagni, è il primo nelle azioni più pericolose, l’ultimo nel ricevere il cibo e il vestiario, gli spetta il turno di guardia più faticoso; alla popolazione contadina si chiede, non si prende, e possibilmente si paga o si ricambia quel che si riceve; non si importunano le donne; non si bestemmia”
Era un sincero cattolico e credeva in una Resistenza apartitica che guardava solo alla liberazione della Patria:
“Noi non abbiamo un partito, noi non lottiamo per avere un domani un cadreghino, vogliamo bene alle nostre case, vogliamo bene al nostro suolo e non vogliamo che questo sia calpestato dallo straniero, dobbiamo agire nella massima giustizia e liberi da prevenzioni”.
Bisagno, uomo dotato di forte personalità e carisma scriveva all’età di 21 anni: Continuerò a gridare ogniqualvolta si vogliano fare ingiustizie e griderò contro chiunque, anche se il mio grido dovesse causarmi disgrazie o altro.
Per tutti questi motivi lo abbiamo scelto per la nostra commemorazione. Una corona di alloro del Fronte Sovranista Italiano ora sta alla base della statua di questo grande italiano!
Ci libereremo!
Per chi si è incuriosito del personaggio consiglio vivamente questo bel documentario girato dal regista Marco Gandolfo
http://www.raistoria.rai.it/articoli/bisagno/35493/default.aspx
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