FSI incontra Rethinking Economics a Bologna
Oggi 24 maggio 2017 ho partecipato all’assemblea pubblica del collettivo di Rethinking Economics Bologna, ideata dagli studenti della locale facoltà di Economia per fare il punto sulle iniziative passate, promuovere le nuove, e ascoltare eventuali proposte esterne. Per il FSI ero presente io, c’erano poi i ragazzi del collettivo e tre membri dell’associazione “Moneta Positiva” tra i quali Fabio Conditi, presidente di quest’ultima. L’assemblea è iniziata con il relatore principale che ha espresso l’intenzione di Rethinking Economics Bologna di esprimersi in futuro di più sul versante politico. Dopo che gli ho chiesto di specificare meglio cosa intendesse per “politico”, mi è stato detto che si intende con ciò la pubblicazione di contenuti che promuovano il pluralismo dell’insegnamento economico, dal momento che (è il loro ragionamento) riflettendo l’assenza del pluralismo in campo teorico una determinata visione “politica” del funzionamento dell’economia, specie in campo redistributivo, promuovere il pluralismo significa attaccare quegli interessi che difendono, attraverso la divulgazione delle teorie mainstream, un certo assetto sociale. É seguito uno scambio di idee in cui i membri dell’associazione Moneta Positiva si dicevano favorevoli all’approfondimento di teorie economiche alternative nel nome della ricerca della verità, auspicando forme di collaborazione in questo senso, senza tuttavia ritenere opportuna la creazione di nuove forze politiche, in quanto per loro (come mi sono fatto poi spiegare a margine dell’assemblea) le forze politiche alternative (in particolare il M5S e la Lega) esisterebbero già, hanno già largo consenso, e lo scopo di Moneta Positiva è guadagnare influenza, sul piano culturale, all’interno di questi partiti per promuovere forme di creazione di moneta nell’interesse pubblico senza passare dall’uscita dall’Euro e dall’UE (per loro obiettivi troppo complessi da raggiungere e in fondo non fondamentali per il rilancio dell’economia italiana in senso più sociale). Nel corso del dibattito sono intervenuto anche io, presentandomi come socio FSI, per sottolineare la necessità dello sviluppo di forze politiche nuove che possano fare effettivamente sponda (forti di una struttura organizzativa formata da militanti capaci e del consenso popolare) alla promozione reale di un insegnamento davvero pluralista in campo economico (per riallacciarmi agli scopi dei membri di Rethinking). Come spiegato infatti dal prof. Pivetti proprio in occasione di un seminario organizzato da Rethinking Economics Bologna, la prevalenza o meno nell’accademia di certi indirizzi teorici (specie in un campo come quello economico in cui gli interessi in gioco sono importanti), dipende invariabilmente dai rapporti di forza presenti nella società. Uno dei membri di Rethinking ha suggerito l’idea (ricollegandosi al tema della maggiore “politica” da introdurre nelle loro attività) di creare delle classifiche in cui le facoltà di Economia vengono giudicate anche in base all’effettivo pluralismo dell’insegnamento al loro interno. L’idea è senza alcun dubbio meritoria, ma, a parere di chi scrive, ci vorrà molto di più per scardinare un sistema accademico ormai del tutto funzionale ad una visione neoliberista dell’economia (che favorisce il grande capitale e la grande finanza, e spezza la schiena al lavoro): ciò che ci vuole sono forze politiche popolari nuove che, ri-equilibrando i rapporti di forza tra élite globaliste e popolo, possano poi promuovere l’insegnamento di quelle teorie che, pur vere sul piano analitico, non trovano spazio perché non funzionali ad un certa visione della società. Ovviamente va detto che, essendo Rethinking un collettivo a-partitico, questo genere di iniziative, che ripeto ritengo comunque meritorie, rispettano la loro vocazione, che è quella di “aprire le menti” degli studenti e porre dei problemi, e l’adesione a progetti politici è al di fuori degli scopi del loro Manifesto. In chiusura dell’assemblea ho avuto modo di proporre pubblicamente l’idea (recepita con favore) di organizzare in futuro qualche iniziativa comune tra noi del FSI di Bologna e gli economisti di Rethinking, che potrebbero venire invitati a contribuire a qualche nostro evento pubblico a tema economico in qualità di giovani economisti eterodossi (in realtà è soprattutto questa la qualifica di loro che mi interessa – Rethinking è di fatto un “contenitore” in cui si possono trovare giovani economisti eterodossi, ed è questo che conta di più per noi del FSI, e non invece la battaglia per il pluralismo accademico che è giusto sia combattuta da realtà accademiche ad hoc come Rethinking): questo ovviamente all’interno di uno spazio in cui sarebbero chiari i nostri obiettivi politici, di cui le teorie economiche eterodosse sono strumenti, e che questi ragazzi studiano con passione critica, una passione che mi auguro possa trasformarsi in passione civile e di militanza, anche se queste sono scelte che vanno oltre la ricerca della verità in campo economico e attengono alle scelte politiche individuali. L’auspicio è che queste sinergie siano l’inizio della presa di coscienza da parte di giovani economisti eterodossi che nuove realtà politiche popolari stanno nascendo per applicare, in virtù di un’egemonia politica che andrà conquistata nella competizione politica democratica, il pensiero economico eterodosso in quelle che saranno reali politiche economiche nell’interesse pubblico, e che naturalmente il Fronte Sovranista Italiano è una di queste realtà. Come scrivevo nell’altro resoconto: “se son rose fioriranno”.
Antonio Gisoldi
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