Poliziotto UK: non è vero che i tagli alla polizia non c’entrano col terrorismo
di VOCI DALL’ESTERO (Rododak)
Sull’ Independent, la denuncia di un poliziotto in servizio armato in Gran Bretagna: i tagli alle forze di Polizia voluti da Theresa May hanno reso gli attentati terroristici più probabili, mentre gli agenti attivi sono sottoposti a turni stremanti per fronteggiare l’emergenza. Uno dei tanti esempi della follia di un continente, l’Europa, che per l’ideologia cieca dei tagli alla spesa pubblica indebolisce lo Stato proprio quando sarebbe necessario che fosse più forte.
Dopo l’attacco terroristico alla Manchester Arena, Amber Rudd (ministro per gli Affari interni nel Regno Unito, ndVdE) ha rilasciato questa dichiarazione pubblica: “Non bisogna insinuare che queste azioni terroristiche non avrebbero avuto luogo se ci fosse stata più polizia… un’attività anti-terrorismo efficace si ha attraverso una stretta collaborazione tra la polizia e i servizi di intelligence.”
Questo tipo di retorica può sembrare persuasiva ed eloquente, ma, come spesso succede quando i politici cercano di mascherare le loro responsabilità, non corrisponde al vero. Non corrisponde al vero perché dimentica un punto basilare ed enorme per la tutela della nostra sicurezza nazionale: l’azione di intelligence svolta dalla polizia.
Parliamo degli agenti di polizia integrati nella comunità, che sono lì per aiutare, per ascoltare, per capire la comunità di cui sono al servizio. È all’interno della comunità stessa che si apprendono e raccolgono le migliori informazioni di intelligence, dalle persone che notano un cambiamento nel comportamento dei loro amici e vicini di casa, permettendo gli interventi preventivi e il monitoraggio.
I tagli voluti da Theresa May hanno tolto questi agenti dalle strade. La loro azione di raccolta di informazioni attraverso le conoscenze locali e l’impegno della comunità si è estinta ed è morta, e il poliziotto di quartiere, conosciuto da tutti, è scomparso, sostituito da un “servizio” di polizia che interviene al bisogno, ed è inadeguato – come la stampa è sempre così veloce a sottolineare, quando gli errori ormai sono stati fatti e sbattuti in prima pagina su tutti i giornali.
“I tagli avranno conseguenze” – questo è stato lo slogan utilizzato dalla Federazione della Polizia quando le risorse della polizia britannica venivano ridotte all’osso. Ora vediamo che non si trattava di “allarmismi”, come sosteneva Theresa May, che al tempo era ministro degli Affari Interni. Ora stiamo vedendo proprio le reali conseguenze di quei tagli – nei volti delle vittime di questo attacco pubblicati sui giornali.
Theresa May allora aveva dichiarato pubblicamente che gli avvertimenti della polizia “non facevano il bene della collettività”. Ora però io domando: e lei, ha fatto i migliori interessi della collettività?
Solo nel mio settore, soltanto per soddisfare gli accordi sui livelli di servizio per quanto riguarda il numero di agenti schierati in strada, i turni vengono allungati, i giorni di riposo cancellati, e dopo gli attentati di Manchester e Londra sono necessari più agenti – agenti che in realtà non ci sono più, dopo i tagli. Molti dei miei colleghi stanno lavorando da oltre 18 giorni di fila senza un vero riposo, per assicurare la protezione e la sicurezza pubbliche.
La vera questione in discussione è questa: è possibile bloccare ogni attacco non programmato di un lupo solitario? Con un intervento precoce e la giusta attenzione: sì, la possibilità c’è. Senza le informazioni su soggetti particolari riportate a polizia e intelligence dalle loro comunità: sicuramente no.
Theresa May era stata avvertita che i suoi tagli avrebbero imposto alla polizia in Gran Bretagna uno stile paramilitare, ma lei ha ignorato gli avvertimenti. Ora l’esercito è schierato sulle nostre strade. Più di 1.300 agenti esperti nell’uso di armi da fuoco sono stati tagliati, ora il reclutamento di questi agenti è lento e la nostra sicurezza nazionale è a rischio.
Gli agenti conoscono bene i rischi connessi all’essere armati. Sanno che avranno poco o nessun sostegno da parte del governo se saranno costretti a sparare e che si troveranno ad affrontare mesi se non anni di indagini per avere cercato di proteggere gli altri. Voi ambireste a fare un lavoro come questo?
Ho scelto di fare questo lavoro non per essere ringraziato – il che avviene poco – ma perché la gente possa andare a letto tranquilla, sapendo che c’è qualcuno che farebbe tutto il possibile per assicurare che siano sicuri e protetti.
I miei colleghi ed io continueremo ad andare avanti, mentre gli altri corrono, ma la realtà ormai sentita dagli agenti in tutto il Regno Unito è che siamo troppo spesso dati per scontati e forse perfino sgraditi al nostro governo.
Sappiamo che se saremo uccisi mentre compiamo il nostro dovere i titoli dei giornali dureranno un giorno e i nostri nomi saranno dimenticati. Ma noi continueremo, noi andremo avanti a proteggere gli altri. Nonostante gli ostacoli con cui dobbiamo continuamente confrontarci e che rendono il nostro lavoro più duro, noi continuiamo.
Questo articolo è stato scritto per l’ Independent da un agente di polizia in servizio armato, che ha scelto di rimanere anonimo.
Commenti recenti