L’unico lavoratore d’Italia
di JACOPO D’ALESSIO (FSI Siena)
Partecipando a discussioni con vecchi amici, e molto più spesso con estranei su facebook, oppure per strada durante i volantinaggi, incontro spesso condanne di ogni sorta contro il lavoro e i lavoratori.
Perciò abbiamo che l’imprenditore è l’unico lavoratore che riuscirebbe a lavorare in assenza di forza lavoro.
L’insegnante è l’unico lavoratore che vive circondato da milioni di insegnanti impreparati, che sono stati promossi senza studiare, in un’università che è la peggiore del mondo, dove però hanno studiato anche loro.
L’impiegato è inutile, lento e dannoso, e la burocrazia dovrebbe funzionare privata degli impiegati, ma soprattutto privata di se stessa.
I medici commettono errori di ogni sorta, salvo poi che nessuno impedisce loro di lavorare quando tocca a noi di essere curati gratuitamente.
I sindacati dovrebbero sparire perché ognuno sarebbe in grado di difendere se stesso in assenza di tutele e di diritti sul lavoro.
I lavoratori del settore privato lavorerebbero molto meglio se non esistessero i dipendenti pubblici: cioè, senza il forestale a prevenire un incendio; in assenza di polizia quando c’è un furto; senza medico se devono essere operati a causa di un malore; senza docenti quando devono mandare i figli a scuola.
Alcuni operai lavorerebbero perfino senza imprese.
L’italiano che giudica gli altri italiani come dei fannulloni, che meritano di rimanere tutti disoccupati, si scopre essere così l’unico lavoratore d’Italia.
Cari amici, conoscenti, ed estranei stacanovisti, smettete di odiarvi e tornate ad amare il lavoro. Anzi, pretendetelo sempre di più, a condizioni migliori, e per tutti. Perché, se anche voi siete nati qui, significa che l’Italia, nonostante tutto, è stato e continua ad essere un grandissimo Paese.
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