Il miraggio ideologico saudita a Neom
di ALBERTO NEGRI
C’è una strana coincidenza tra la caduta di Raqqa, la capitale del Califfato ridotta in cenere, e l’annuncio del dinamico principe saudita Mohammed bin Salman che punta a edificare con 500 miliardi di dollari Neom, la città del futuro. La Siria è distrutta, lo Yemen, nel cortile di casa dei sauditi, forse ancora di più proprio a causa dei bombardamenti di Riad ed ecco che il Regno, custode di Mecca e Medina, decide di costruire nuove immaginifiche metropoli. Non è la prima volta: già un decennio fa venne pubblicizzato dai sauditi un piano per erigere nel deserto sei città e alla fine ne venne alla luce, molto più modestamente, una sola, la Città dell’Economia dedicata a re Abdullah.
Nel discorso del principe Mohammed su Neom c’è un passaggio rivelatore: «Restaureremo una cultura islamica più tollerante come esisteva prima dell’ascesa dell’estremismo iraniano nel 1979». Forse adesso abbiamo capito cosa significa Neom. Gli obiettivi di Mohammed sono due. Cercare nei giovani sauditi – tra i quali qualche milione è disoccupato – un alleato per rafforzare la legittimità di una monarchia assoluta e retrogradae contrastare allo stesso tempo l’establishment religioso che ha già arricciato il naso quando è stato annunciata la patente alle donne.
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