L’Egitto di al Sisi alla guerra contro l’Isis
di ALBERTO NEGRI
Non è una moschea qualunque quella scelta dai jihadisti per compiere uno degli attentati più sanguinari nella storia dell’Egitto. La moschea di Rawdah, nel nord del Sinai egiziano, è considerata una “zawia”, un luogo di riferimento per i fedeli sufi, il ramo più spirituale dell’islam, ritenuto eretico dagli estremisti. Dopo le forze di sicurezza, i turisti e i cristiani copti, ora il terrorismo colpisce i mistici sufi. Ma il bersaglio non sono soltanto i miti seguaci di uno dei molteplici volti dell’Islam, minacciati da ondate di violenza non solo in Egitto ma anche in Libia, Tunisia, Mali e nel Sahel…
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