FSI volantina a Terni
La sollevazione popolare ebbe inizio nella mattinata di giovedì 16 novembre, di fronte alla stazione di Terni. I militanti Carletti e Costanzi, consci delle difficoltà logistiche e del freddo, mossi tuttavia da consapevolezza ideologica e da esigenza d’azione, mossero verso il centro della città, coadiuvati da speranza e, non ultimo, dal tascapane proveniente direttamente dalla DDR degli anni ’70, di proprietà del militante ternano, colmo di volantini.
Mentre discutevano in cammino, un signore si avvicinò e, con discrezione, chiese notizia circa la nostra identità: Luca Gonnella, simpatizzante di buona volontà, volle unirsi a noi dopo aver risposto positivamente all’appello su Facebook della sottoscritta. Così, dopo aver volantinato brevemente in zona centrale, ci avvicinammo al luogo maggiormente brulicante di proletari: il mercato centrale. Lì ci spendemmo in dibattiti accesi con i vari commercianti di carne, frutta e verdura, esponendo la posizione del nostro partito sull’attuale situazione politica italiana, e sulla necessità di creare una classe dirigente con l’intenzione di far ripartire il commercio, l’agricoltura e l’allevamento autoctoni. Dopo esser stati salutati con approvazione, incontrammo il sovranista leghista Paolo Stentella, con il quale il dibattito si fece infuocato riguardo all’invocata flat tax, sulla via per il centro commerciale ternano.
Messa da parte l’ascia di guerra, dopo un accorato scontro con un neoliberale (con moglie sovranista…) il quale non perse occasione per apostrofare il Costanzi con termini di stampo sgarbiano, fame e sete ci vinsero, spingendoci alla più vicina locanda.
Esausti ma soddisfatti, prendemmo atto della diffusa disillusione politica, la quale tuttavia ci lascia ben sperare: sempre più persone acute riconoscono nella critica alla Unione Europea un punto fondante di una eventuale, nuova forza politica. Il nostro entusiasmo colpisce anche i detrattori; riconosciamo (soprattutto nella classe media…) una profonda rabbia che deve esser solo incanalata, ed una partecipazione ai nostri atti di militanza anche da parte di simpatizzanti ed appartenenti ad altri partiti che, rispetto al passato, si rendono partecipi e non disdegnano il confronto anche aspro, non più sui social ma di persona. Cosa è, il nostro, se non un “appello al popolo” andato a buon fine? Ci libereremo!
Martina Carletti
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