Il piano per uccidere Erdogan: doveva essere eliminato il 6 dicembre
di GLI OCCHI DELLA GUERRA (Mauro Indelicato)
A fine novembre, nove cittadini turchi sono stati arrestati in Grecia ed il tutto, secondo le prime informazioni passate nelle settimane scorse, era da ricollegarsi ad un’operazione anti terrorismo portata avanti dalle autorità di Atene: non si è trattato, in particolare, di terrorismo jihadista o islamista, questa volta ad essere preso di mira è stato un gruppo attivo dal 1978 denominato ‘Fonte Rivoluzionario della Liberazione Popolare’, la cui sigla è DHKP-C. La formazione terroristica in Turchia è stata protagonista di numerose azioni in questi quattro decenni di attività: sequestri, omicidi, rapine ed altre operazioni compiute con l’intento di destabilizzare lo Stato turco ed aprire la strada al comunismo nel paese anatolico. Gli arresti compiuti in Grecia a fine novembre, in un primo momento sembravano essere più che altro una ‘concessione’ del governo di Atene ad Erdogan alla vigilia della storica visita del presidente turco nel paese ellenico, ma in realtà il quotidiano greco ‘To Vima’ nelle scorse ore ha svelato come, dietro le motivazioni dei fermi attuati in Grecia, vi era addirittura il tentativo di assassinare lo stesso capo di Stato turco.
Il piano da attuare ad Atene il 6 dicembre
Che la visita di Erdogan in Grecia era destinata ad essere ricca di tensione lo si sapeva già da quando, a metà del mese di novembre, il presidente turco ha esplicitamente fatto riferimento al suo prossimo viaggio istituzionale ad Atene; del resto, una visita nella capitale greca da parte di un capo di Stato della Turchia in carica è un qualcosa che non si vedeva da 65 anni: discordie storiche, rivalità tradizionali, atavici problemi di vicinato e la questione cipriota sono soltanto alcuni degli elementi che da decenni non hanno mancato di porre il gelo tra le due sponde dell’Egeo. Dunque, né da parte greca e né tanto meno da quella turca la visita di Erdogan ha avuto il pieno appoggio delle rispettive popolazioni; di certo però, in pochi avrebbero scommesso in una reazione da parte di alcuni dei più pericolosi gruppi terroristici turchi tale da, di fatto, poter creare i presupposti per un progetto volto ad eliminare fisicamente il presidente turco ad Atene.
Erdogan, nell’annunciare la sua visita in Grecia, non ha rivelato alcuna data e, forse, questo è stato il primo segno di un qualcosa che, a livello di sicurezza, evidentemente non quadrava del tutto; pochi giorni dopo l’annuncio del capo di Stato, si è avuta per l’appunto la notizia dell’arresto del gruppo dei nove del DHKP-C anche se le autorità elleniche non hanno da subito rivelato le accuse rivolte al gruppo di cittadini turchi tradotti in carcere. Soltanto nei primi giorni di dicembre da Ankara hanno fatto sapere che Erdogan sarebbe atterrato ad Atene il 6 dicembre; è proprio in quella data che il piano dei nove terroristi turchi doveva essere attuato: l’azione programmata, in particolare, per le modalità con le quali era prevista poteva essere portata a termine in qualsiasi momento e questo proprio per superare, molto probabilmente, la difficoltà derivante dalla mancata ufficializzazione della data esatta della visita del capo di Stato turco.
Durante l’attraversamento delle strade del centro di Atene da parte del corteo presidenziale di Erdogan, una parte del gruppo del DHKP-C poi arrestato dalla Polizia avrebbe dovuto avere il compito di creare diversivi al fine di richiamare il più alto numero di agenti preposti alla sicurezza del presidente turco; nelle abitazioni di molti dei nove finiti in manette a novembre, sarebbero state trovate non a caso molotov, bombe carta e razzi ed è proprio con tali oggetti pronti ad essere scagliati contro la Polizia e gli agenti di guardia che, di fatto, si sarebbe dovuto creare il presupposto per far scoppiare quella confusione volta ad aprire la strada agli uomini del commando incaricati di arrivare ad Erdogan, indicato con il nome in codice di ‘Scorpione’, ed ucciderlo. Le rivelazioni di To Vima poggiano su fonti interne alle autorità greche, anche se i due governi interessati ancora non si sono espressi ufficialmente sul caso; pur tuttavia, se è vero che da Atene ed Ankara non sono arrivate conferme, è anche vero che non ci sono tracce di smentite.
Il gruppo di appartenenza dei nove arrestati, non è segnalato come terrorista soltanto dalle autorità turche; tanto l’UE quanto gli USA infatti, considerano da anni il DHKP-C come entità da racchiudere all’interno delle rispettive ‘black list’. Un’altra prova dell’esistenza del presunto piano di uccisione di Erdogan ad Atene, risiederebbe nelle eccezionali misure di sicurezza previste dal governo greco nella capitale nei giorni della visita del presidente turco: nelle strade della metropoli ellenica infatti, durante la visita di Erdogan è stata vietata ogni forma di manifestazione ed assembramento.
Il significato della visita di Erdogan ad Atene
Come detto, tra Grecia e Turchia non scorre affatto buon sangue né i rapporti si possono considerare in qualche modo cordiali: pur tuttavia, la mossa del capo del governo di Ankara è stata vista nell’ottica della creazione di un asse comune del Mediterraneo orientale da attuare tra i due paesi, così come nel tentativo di Erdogan di allargare verso la penisola ellenica la sfera di influenza del suo paese, sfruttando le difficoltà della Grecia all’interno della zona Euro e dell’UE. Non a caso, nell’incontro tra Tsipras ed il capo di Stato turco si è parlato di temi destinati ad essere ripresi nel meeting tra i due paesi che si terrà a febbraio a Salonicco e che riguardano, soprattutto, la costruzione dell’alta velocità tra Atene ed Istanbul, l’istituzione di collegamenti navali diretti tra Smirne e Salonicco ed un ponte sul fiume Evros all’altezza del confine tra i due Stati.
Grandi investimenti ed importanti progetti dunque, capaci di dare ossigeno alla martoriata economia greca e di rilanciare la Turchia come hub importante per l’intera zona del Mediterraneo; ma soprattutto, tali progetti appaiono al momento prioritari nelle agende dei due governi, tanto da superare le ataviche discordie tra Atene ed Ankara: nel corso della visita di Erdogan, non sono mancati punti di frizione a partire soprattutto dalle velleità del presidente turco di modificare il trattato di Losanna del 1923, pur tuttavia il cammino intrapreso tra Turchia e Grecia appare differente rispetto a quello degli ultimi anni.
Fonte: http://www.occhidellaguerra.it/piano-uccidere-erdogan-doveva-eliminato-6-dicembre/
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