L’alternanza scuola lavoro: un interferenza distruttiva
di CRITICA SCIENTIFICA (Enzo Pennetta)
“Il mestiere di studiare” ha intitolato Massimo Gramellini sul Corriere indicando che per uno studente quello è il lavoro.
L’articolo è un commento alla lettera aperta degli industriali di Cuneo che indica lo studio come un ostacolo al lavoro.
L’alternanza scuola lavoro è un’invenzione che costituisce un’interferenza tra la formazione culturale da una parte e quella lavorativa dall’altra e ha lo stesso effetto che in fisica avrebbe proprio un’interferenza distruttiva. Infatti così come due onde in opposizione di fase si annullano reciprocamente, anche le due attività scuola/lavoro essendo in opposizione riescono in modo scientifico a danneggiare sia la formazione scolastica che quella lavorativa. Essendo però il lavoro ad essere entrato nell’ambito scolastico questo pone esplicitamente il lavoro stesso come elemento di disturbo e al tempo stesso nuovo obiettivo della formazione scolastica, della preparazione dello studente che adesso è visto come un individuo che si prepara all’ingresso nel mondo del lavoro.
Una prova che la preparazione scolastica sia addirittura un ostacolo all’avviamento al lavoro è stata fornita in modo inaspettato dalla lettera aperta indirizzata dagli industriali di Cuneo ai giovani e nella quale si evidenzia come la scelta di un corso di studi diverso da quello di tipo professionale non aiuterà a trovare determinati tipi di lavoro:
…ecco il consiglio che gli industriali cuneesi vogliono darvi.
Riteniamo che la cosa più giusta da fare sia capire quali sono le figure che le nostre aziende hanno intenzione di assumere nei prossimi anni e intraprendere un percorso di studi che sbocchi in quel tipo di professionalità.
Un atteggiamento che potrete definire squisitamente razionale, ma che sicuramente denota RESPONSABILITA’, sia nei confronti dei nostri figli, che del benessere sociale e del nostro territorio.
Nel 2017 le aziende cuneesi nel loro complesso, presi in considerazione industria, artigianato, commercio, agricoltura e servizi, hanno dichiarato di assumere circa 40.000 nuovi lavoratori.
Di questi, il 38% sono operai specializzati, il 36% tecnici specializzati nei servizi alle aziende, il 30% addetti agli impianti e ai macchinari. Il resto, marginale, sono gli altri ruoli aziendali, che sebbene fondamentali ed irrinunciabili, occuperanno poche unità.
Il nostro dovere è quello di evidenziarvi questa realtà. Perché queste sono le persone che troveranno subito lavoro una volta terminato il periodo di studi.
La lettera ha destato scalpore ma non scandalo e il motivo sta nel fatto che il contenuto, corrispondendo al vero, ha il solo difetto di disturbare il pensiero politicamente corretto.
O scuola o lavoro quindi, un liceo che comprende entrambi questi aspetti non serve a nessuno, non forma al lavoro (neanche a quello dirigenziale) e non forma culturalmente, un’interferenza distruttiva appunto.
E commentando questo fatto anche Massimo Gramellini ha finito per dare sostegno a questa elementare verità sulle colonne del Corriere nell’articolo sopra citato che si conclude così:
…i nostri nonni si spezzavano la schiena pur di fare studiare i figli. Volevano che stessero meglio di loro: nel portafogli, ma anche nella testa e nel cuore. Non è questione di preferire il lavoro intellettuale a quello manuale, entrambi nobilissimi. Solo di ricordarsi che la scuola non è nata per formare dei lavoratori, ma degli esseri umani.
Dal mondo del lavoro al mondo della cultura tutti se ne accorgono, l’alternanza scuola lavoro è un ibrido che danneggia tutte le parti coinvolte e ostacola tutte le finalità.
Cosa è assente in tutto questo?
Mancano le conclusioni, dagli industriali al Corriere nessuno giunge all’unica affermazione possibile: il primo intervento da fare sulla scuola dovrebbe essere annullare l’alternanza scuola lavoro.
Dagli industriali a Gramellini si assiste ad una specie di rivisitazione della favola del Re nudo, tutti cominciano a vederlo che il Re è nudo mentre si aggira per la scuola, tutti gridano allo scandalo ma nessuno arriva a dire che gli vanno ridati i vestiti.
Fonte: http://www.enzopennetta.it/2018/02/lalternanza-scuola-lavoro-uninterferenza-distruttiva/
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