di BRUNO ZERBO (FSI Catania)
Parlando con alcuni amici e colleghi di “sinistra” mi sono spesso sentito dire: «Beh, ma tutto ciò si sarebbe potuto fare anche a livello comunitario. Sarebbe meglio che le idee che proponi si attuassero nel contesto europeo». Spesso inoltre altre frasi accompagnano questa come «Insieme si sarebbe più incisivi», «l’Italia da sola non può fare molto», ecc.
Perché dunque sostengo che dobbiamo tornare agli stati nazionali e augurarci di distruggere l’Unione Europea? Perché, parlando di sogni che per essere attuati necessitano di grandi battaglie, dobbiamo limitarci al desiderio dell’Italia sovranista, la quale quindi applica alla lettera la Costituzione Repubblicana del ’48, e non dobbiamo invece sperare nel “sogno” degli “Stati uniti d’Europa” o della cosiddetta “Europa dei popoli” che, voglio immaginare, dovrebbe semplicemente essere l’estensione dei principi costituzionali all’intera Europa?
Innanzitutto partiamo dalla realtà concreta: riformare l’Unione Europea non è possibile! Le ragioni sono almeno due. In primo luogo, gli altri stati europei non vogliono attuati i nostri principi costituzionali che, ricordiamolo, sono di chiaro stampo socialista: il lavoro non è una merce; le rendite non trovano spazio; l’inflazione può e deve essere moderatamente alta pur di perseguire il fine della piena occupazione; lo Stato può e deve fare deficit per fronteggiare le crisi economiche (deficit che può essere finanziato attraverso la monetizzazione da parte della Banca d’Italia che non deve affatto essere indipendente dal potere politico); lo Stato dirige i processi economici, si rende esso stesso imprenditore, nazionalizza i settori strategici, limita l’attività privata al solo interesse sociale, instaura dei monopoli, disciplina coordina e controlla il credito (settore bancario), ripartisce le risorse facendo pagare imposte progressive che, via via, distribuiscono il denaro da chi ha di più verso i ceti meno abbienti, ecc.
Invece i trattati dell’Unione Europea sono chiaramente liberisti. Essi ci impongono un’inflazione bassissima che preserva i grandi risparmi e che, per essere perseguita, necessita di un elevato tasso di disoccupazione (con tutto quello che ne consegue); tolgono agli Stati la possibilità di fare deficit impedendo quindi il loro intervento nei processi economici; hanno reso la banca centrale indipendente; spingono verso le privatizzazioni; impediscono una politica industriale e, in generale, un controllo statale dell’economia, facendo in modo che lo Stato divenga schiavo dei mercati.
Inoltre, la concorrenza fratricida che si è instaurata tra i paesi europei, ha spinto questi ultimi verso una detassazione dei grandi capitali nella speranza di “attrarli”: di conseguenza, gli Stati (anche per raggiungere il pareggio di bilancio) sono costretti a tassare i ceti meno abbienti, utilizzando ad esempio l’imposta più iniqua per eccellenza, l’IVA.
Insomma, la Costituzione della Repubblica italiana è in netto e totale disaccordo con i trattati dell’Unione Europea: dunque voi “altreuropeisti” vorreste cambiare qualcosa per farla divenire esattamente il suo opposto? Credete di modificare dall’interno una zattera affinché divenga un transatlantico? Non vi rendete conto di essere quantomeno ingenui?
Già queste considerazioni fanno capire agli intelligenti che, visto che l’Unione Europea è l’esatto opposto di ciò che è (o meglio era) l’Italia sulla base dei principi della sua Costituzione, chiaramente un’altra Europa non può esistere. Se anche ci si mettesse in un’ottica di lungo termine dicendo «ma io sono disposto ad aspettare pure dei secoli prima di riuscire a compiere questo sogno dell’Europa dei popoli», ebbene, anche in questo ragionamento limite dovremmo quantomeno convenire che per giungere alla vostra tanto amata Europa dei Popoli dobbiamo, almeno in questa fase, lavorare fianco a fianco per distruggere l’Unione Europea che, come detto, è l’esatto opposto di ciò a cui voi vorreste giungere.
Inoltre, non tutti gli stati europei vogliono essere socialisti. Perché voi “altreuropeisti” volete imporre loro i nostri tradizionali principi? La Germania, ad esempio, preferisce comprimere il mercato interno (mantenendo bassi salari rispetto alla produttività del sistema economico) per offrire i loro prodotti sui mercati internazionali ad un prezzo competitivo: sono mercantilisti, insomma. Perché voi “altreuropeisti” volete imporre loro un diverso paradigma economico? Sia il popolo tedesco ad organizzarsi, a decidere per se stesso!
Un’altra ragione concreta dell’impossibilità di riformare l’Unione Europea risiede nel fatto che l’UE è di fatto un trattato internazionale tra stati e dunque, per essere modificato, richiede l’unanimità. Se anche 27 paesi fossero d’accordo e uno solo no, allora l’UE non potrebbe essere modificata. In definitiva, pur di raggiungere il vostro sogno (che comunque tende ad istanze socialiste) per quanto tempo sareste in grado di mantenere in piedi questo mostro liberista, globalista e mercantilista dell’UE che è il responsabile della disperazione di milioni di persone (80 milioni di disoccupati in Europa)? Non vi sentite un po’ in colpa?
Dall’altro lato, se invece tornassimo agli stati nazionali e dunque alla Repubblica italiana, avremmo la possibilità di riassorbire la disoccupazione in pochi anni, di dare lavoro a milioni di persone che, con la loro opera, produrrebbero una gran quantità beni e servizi e dunque ci renderebbero tutti più ricchi. Ma, al di là anche di questa importantissima considerazione, senza nemmeno negare che probabilmente nei primi tempi avremmo delle difficoltà anche importanti, potremmo finalmente essere felici di aver abbattuto il mostro che oggi ci tiranneggia, saremmo liberi di decidere il nostro futuro, liberi persino di sbagliare e peggiorare la nostra situazione ma saremmo liberi!
Cosa vi frena contro il ritorno agli stati nazionali?
So che alcuni temono il ritorno dell’odio e del conflitto tra gli stati europei; ma ragioniamoci bene: da quando è nata l’UE, e in particolare dal 2007, l’odio tra i popoli europei è aumentato o diminuito? Se ben ricordate, anche nell’Italia sovrana esistevano delle difficoltà tra Nord e Sud (che oggi tutto sommato diminuiscono, perché ci rendiamo conto di essere tutti nella stessa barca e cioè nel Sud d’Europa): infatti una moneta unica crea fisiologicamente degli squilibri che, almeno teoricamente, lo Stato Italiano poteva colmare (ci ha provato con la Cassa del Mezzogiorno e altre misure), ma questi squilibri invece non sono affatto compensati nell’UE (sappiamo cosa è accaduto in Grecia, sappiamo che la Germania soprattutto si sta arricchendo sulle spalle dei paesi della periferia dell’UE esportando i suoi prodotti).
Per scongiurare ogni conflitto con i nostri vicini volete che ci mettano in gabbia come cani rabbiosi (magari eliminando gli eserciti nazionali)? Oppure preferite lavorare su voi stessi combattendo le ragioni profonde di un eventuale odio (che personalmente non avverto affatto). Penso che l’ideologia nazionalista del Novecento sia, per fortuna, morta e sepolta non per merito del processo di integrazione europeo ma piuttosto perché tali idee sono scomparse nel popolo (e se oggi riaffiorano un po’ è a causa degli squilibri che l’UE ha determinato). Io credo che l’odio tra i popoli europei si elimina tornando agli stati nazionali, ad economie prevalentemente nazionali, ma non eliminando invece quelle poche belle cose che ci ha portato l’UE, cioè gli scambi culturali tipo l’Erasmus, la facilità di viaggiare tra i paesi europei, ecc. Tutte cose che potrebbero permanere tranquillamente anche se tornassimo agli stati nazionali.
So che altri hanno a cuore dei problemi che, in effetti, non possono risolversi all’interno dei confini nazionali. Potremmo fare diversi esempi: uno tra questi è quello della sostenibilità sia dal punto di vista energetico che dal punto di vista del consumo di materie prime. Io riconosco che l’Italia da sola non potrebbe risolvere questi problemi… ma quale sarebbe la differenza tra un’Europa fatta da tanti stati democratici e socialisti e gli Stati Uniti d’Europa che voi sognate? Ragioniamoci, è molto semplice.
Da un lato, i vari stati europei potrebbero autonomamente decidere di fare qualcosa per risolvere questo problema globale impegnandosi in accordi bilaterali e multilaterali in cui si stabiliscono, ad esempio, determinate politiche energetiche… se qualche altro Stato sovrano (a questo punto non solo europeo ma del mondo intero) non fosse d’accordo potrebbero cercare di convincerlo in un sano scambio dialettico ma mai avrebbero il potere di imporre a uno Stato terzo di adeguarsi agli accordi presi.
Dall’altro lato, cosa accadrebbe nell’Europa da voi immaginata? Accadrebbe che a maggioranza si deciderebbe quale politica energetica adottare e le minoranze dovrebbero adeguarsi con la forza. Lo so, è ciò che accade in democrazia, però in questo caso le minoranze potrebbero essere grandi come stati interi! Insomma avremmo creato uno strumento di coercizione nei confronti di interi popoli minoritari.
Io capisco la volontà di rendere il mondo un posto migliore, generalmente mi trovo in accordo con il fine ultimo di chi si è tradizionalmente sentito socialista, antiliberale dunque. Se vogliamo cambiare il mondo iniziamo da noi stessi, non pensiamo agli altri. Vi rendete conto che per ottenere ciò che secondo voi è giusto siete disposti a costringere con la forza popoli interi? Qui sta anche la, forse inconsapevole, ragione del perché pronunciate frasi come «l’Italia da sola non conterebbe nulla»; in questa frase si cela la volontà di controllare gli altri, un subdolo desiderio imperialista che spesso imputate a noi sovranisti ma al quale, in realtà, noi siamo del tutto estranei.
Noi vogliamo solo la libertà di decidere autonomamente del nostro futuro, compresa la libertà di sbagliare. Forse non ce la faremo mai perché gli imperi che esistono nel mondo vorranno combatterci… ad ogni modo, noi non miriamo all’ideale nazifascista di costruire un altro impero per fronteggiare quelli attuali; noi speriamo che gli altri popoli d’Europa compiano il nostro stesso cammino, e che lo stesso facciano gli altri popoli adesso assoggettati agli imperi che nel mondo esistono. In questo modo, se anche un piccolo stato un giorno sarà conquistato da un pazzo dittatore, sarà controllabile (data la sua piccolezza). Cosa accadrebbe, invece, se l’Europa dei Popoli un giorno cadesse nelle mani di un nuovo fascismo? Il mondo che dobbiamo sognare deve essere fatto da tanti piccoli stati sovrani socialisti pacifisti e tra loro collaboratori, non da un unico mega-stato globale.
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