Programma di Riconquistare l’Italia per la Regione Lazio: trasporti e viabilità
[Dal programma della lista Riconquistare l’Italia per le elezioni regionali del 4 marzo 2018 – candidato Presidente Stefano Rosati]
La regione Lazio presenta caratteristiche geografiche e topografiche uniche in Italia. La presenza al suo interno di Roma Capitale e di altri 377 comuni, molti dei quali con meno di 5000 abitanti, rende la questione della viabilità, e più in particolare del trasporto pubblico, problematica e allo stesso tempo fondamentale allo sviluppo economico e sociale della regione. Il fulcro di quasi tutta la mobilità regionale è costituito dalla città di Roma. Per motivi lavorativi, di studio, di svago, di turismo e finanche sanitari centinaia di migliaia di persone ogni giorno si muovono da e verso la capitale utilizzando tutti i mezzi a disposizione, dai veicoli privati al trasporto pubblico.
Lo stato penoso in cui versa l’intera rete di trasporti pubblici e privati è sotto gli occhi di tutti. La Nettunense (statale 207), la Pontina (statale 148), la Via del Mare (strada provinciale 8) e via Anagnina (statale 511) sono quattro tra le dieci strade delle vacanze più pericolose d’Italia secondo l’ACI, dove le criticità principali riguardano lo stato dell’asfalto e la segnaletica. A causa della mancanza cronica di investimenti si è arrivati a rifare il manto stradale mediamente una volta ogni 10 anni.
La rete ferroviaria del Lazio è in parte di proprietà statale, gestita da Rete Ferroviaria Italiana (RFI), e in parte di proprietà regionale, gestita da ATAC. Mancanza di investimenti e liberalizzazione del mercato sono le cause principali anche della situazione delle linee ferroviarie laziali, in particolar modo le linee complementari, quelle più utilizzate da studenti e lavoratori pendolari. Su undici di esse solamente quattro sono a binario doppio, del tutto insufficienti a soddisfare i bisogni degli utenti. È significativo che per ognuna di esse esista un’associazione di pendolari che chiede un servizio di trasporto pubblico dignitoso, denunciando continui ritardi e disservizi.
Nel Lazio la liberalizzazione del trasporto ferroviario, iniziata con l’emanazione della direttiva 440/1991 (recepita in Italia con il D.lgs 146/99), si è parzialmente attuata con la rete di proprietà in parte statale gestita da RFI e in parte regionale gestita da ATAC. Nonostante la sentenza della Corte Costituzionale 199/2012 abbia dichiarato incostituzionale l’obbligo di ricorrere esclusivamente a procedure di gara per l’affidamento dei servizi pubblici locali, il sacro dogma della concorrenza non viene messo in discussione da nessuno. La nascita e le finalità della AREMOL (Agenzia Regionale per la Mobilità della Regione Lazio) sono state salutate da tutto l’arco politico e sindacale come un grande passo in avanti per il futuro del trasporto pubblico regionale. Molti hanno indicato nella costituzione dell’azienda unica dei trasporti una risposta vincente nelle future gare con il lotto unico. Si ricorda che la AREMOL, tra le altre cose, cura le procedure per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico e la predisposizione degli schemi di bando, dei capitolati e contratti tipo e gestisce i contratti di servizio relativi ai servizi di trasporto pubblico di competenza della Regione, verificando il rispetto della parità e dell’uguaglianza di trattamento degli utenti.
La lista Riconquistare l’Italia individua tre direttive fondamentali per una nuova politica del trasporto pubblico locale della regione Lazio:
- incremento del trasporto su rotaia;
- maggiore integrazione tra mezzi pubblici e privati;
- rifiuto del concetto di concorrenza.
Riteniamo che si debba realizzare una maggiore integrazione tra la rete ferroviaria e il trasporto pubblico su gomma (COTRAL, in parte ATAC per la città di Roma e i servizi comunali), con l’obiettivo di far diventare quest’ultimo complementare e non concorrenziale al primo.
Tutti i tratti della rete ferroviaria ancora a singolo binario devono essere raddoppiati e il numero delle corse incrementato soprattutto durante le fasce orarie più affollate dai pendolari. I percorsi dei pullman locali e regionali devono favorire il raggiungimento delle stazioni ferroviarie poste al di fuori dei centri abitati.
Ci opponiamo quindi con decisione alla realizzazione di nuove strade, come ad esempio l’autostrada Roma-Latina. Questo tipo di opere, dalla dubbia utilità, hanno un notevole impatto ambientale su di un territorio già molto segnato e dove il consumo di suolo negli ultimi anni è cresciuto a ritmi vertiginosi. I fondi a disposizione devono essere usati per la messa in sicurezza e la manutenzione dell’attuale rete stradale. L’obiettivo deve essere quello di diminuire il traffico su strada, non aumentarlo.
Si deve puntare a diminuire progressivamente e in maniera significativa l’ingresso delle automobili nei centri urbani. Per far ciò si dovrà favorire la creazione di grandi parcheggi, anche a sviluppo verticale, al di fuori delle città ma serviti in maniera capillare dal trasporto pubblico locale.
Rifiutiamo poi in toto il principio della libera concorrenza che discende direttamente dalla normativa europea. Vista la sentenza della Corte Costituzionale 199/2012 e la facoltà dell’affidamento diretto che ne deriva, riteniamo che si debba favorire il più possibile la capacità “in house” delle attuali aziende concessionarie per il trasporto pubblico. Intendiamo inoltre promuovere la proprietà completamente pubblica delle aziende concessionarie (ATAC, COTRAL e RFI). Crediamo infatti in una gestione politica del trasporto pubblico, avulsa da logiche di mercato, di lungo respiro e stabile nel tempo. Per ciò che riguarda l’agenzia regionale, auspichiamo una radicale trasformazione del suo ruolo, che dovrebbe diventare di armonizzazione e coordinamento dei sistemi di trasporto regionali e delle politiche tariffarie, con promozione di biglietti unici integrati a livello regionale, e di realizzazione di sistemi di informazione che rendano più facilmente fruibile il trasporto pubblico regionale sia dai residenti che dai turisti.
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