La Maiella come il Tibet d'Europa
di Tino Di Cicco
Occorre essere grati al Direttore del settimanale “Domenica D’Abruzzo” per aver acceso i riflettori sulla Maiella.
Nel numero 14 del 5.6.2011 due intere pagine sono state dedicate alla “montagna sacra” degli abruzzesi ( e non solo).
Un giornale può molto, ma molto di più può la politica. E’ sperabile perciò che la “Domenica D’Abruzzo” possa diventare un punto di riferimento costante per far crescere nella consapevolezza complessiva, e soprattutto della nostra classe politica, il valore da riconoscere alla nostra montagna.
Per promuovere il turismo l’Abruzzo non dispone né delle grandi città d’arte, né della generosa organizzazione cooperativistica degli emiliani. Non siamo né
Nelle grotte e sulle asperità di questo massiccio montuoso ha testimoniato l’esistenza di un’altra dimensione del vivere, una delle figure più umili e profonde della tradizione cristiana; un uomo capace di rinunciare alla massima espressione del potere tra gli uomini.
Pier da Morrone è stato il testimone più concreto di quella filosofia del “distacco” dai beni materiali, che ha avuto la sua “deflagrazione “ con Gesù, e il più radicale “maestro” in Eckhart.
La valorizzazione dell’opera di Celestino V non sarebbe solo il riconoscimento di un pensiero e di una prassi incompatibili con le tendenze dell’attualità. Ma può essere anche il modo per indicare una via, una tensione ideale per recuperare quell’equilibrio che l’uomo occidentale sembra aver smarrito nella proliferazione incontrollata del “benessere” materiale.
Questi nostri luoghi “difficili” possono rendere visibile il prezzo che gli uomini hanno saputo pagare per poter testimoniare una più alta fedeltà. Sono, come il Tibet, luoghi che avvicinano al sacro e allo spirito; che liberano da una “razionalità” troppo umana, e dalla conseguente idolatria del potere.
L’Abruzzo è già noto in Europa per il suo enorme patrimonio di verde e di aree protette; la valorizzazione della Maiella come centro di spiritualità laico-religiosa si armonizza naturalmente con l’identità della nostra regione.
Occorre saper dare “respiro” alla “rinuncia” di Celestino; occorre saper dare rilievo “culturale” a quella tensione etica e ideale che può, che deve, saper educare il nostro tempo. E il massimo “profeta” in grado di valorizzare quella “rinuncia” è sicuramente Meister Eckhart : il domenicano tedesco che ha saputo fare del “distacco” il cuore del suo pensiero e della sua vita.
Credo sia proprio vero che vediamo solo quello che sappiamo, ed occorre perciò saper discretamente rendere visibile l’esperienza celestiniana perché in Italia e in Europa si diventi consapevoli della spiritualità sedimentata sulla montagna “sacra” d’Abruzzo. E il modo migliore per evidenziare quella esperienza , credo sia quello di rileggerla alla luce del pensiero del grande “maestro” domenicano.
Il binomio Meister Eckhart-Celestino V potrebbe costituire una diade teorico-pratica capace di suggerire percorsi spirituali di notevole, anche se non sempre consapevole, significato per l’uomo contemporaneo.
Il progetto potrebbe coinvolgere anche il Land tedesco della Turingia dove Eckhart è nato; essere divulgato nelle università del centro-nord Europa; e prevedere anche incontri culturali da tenere annualmente sul pensiero dei grandi mistici della nostra piccola terra. Forse anche così questi tempi segnati dalla presunzione del bipede parlante potrebbero aprirsi ad altre prospettive. Forse anche così si potrebbe promuovere quel discreto turismo spirituale in grado di trattenere sulle nostre aree interne qualcuno per continuare a curare le nostre antiche montagne.
Bisogna sapere che l’Abruzzo e il Tibet sono i territori più ricchi di eremi della terra. E in Abruzzo gli eremi sono scavati quasi tutti nella Maiella.
L’Onu, tramite l’Unesco, ha, fra l’altro, il compito di tutelare il patrimonio storico-naturale-culturale dell’umanità.
In Italia sono stati individuati 43 siti caratterizzati dall’essere patrimonio comune dell’umanità. In Abruzzo però neanche uno.
Le istituzioni regionali dovrebbero utilizzare questa fase di acuta sensibilità per la nostra regione, per sollecitare l’Unesco a dichiarare
Se
Recentemente il Consiglio provinciale di Pescara ha votato all’unanimità una mozione per la valorizzazione del progetto. Ma forse è ancora poco. E’ indispensabile che tutte le Istituzioni della nostra regione sappiano raccordarsi al progetto teso alla valorizzazione della Maiella, e presentare alle sedi competenti dell’Unesco una richiesta per ottenerne il riconoscimento di “patrimonio mondiale dell’umanità”.
Una proposta così ambiziosa necessita di tempo e di risorse ( soprattutto culturali e spirituali ), ma può segnare un percorso capace di allontanarci dalla povertà del nostro tempo. Per dare alla politica e alla comunità tutta l’apertura verso un altro modo di leggere la realtà : meno segnata dalla vanagloria dell’io, e più colorata della dimensione che trascende l’uomo.
Bello e condivisibile. Ma …
"Un grande parco dedicato agli sport alpini sulle vette del Gran Sasso, comprensivo di una pista da sci indoor che garantisca discese 365 giorni l’anno."
"Durante l’incontro è stato presentato il progetto del “Parco degli sport della montagna”, un complesso tra Assergi e Campo Imperatore, a basso impatto ambientale ed economicamente sostenibile, costituito da una pista coperta di sci, una palestra di arrampicata indoor, pista per il ghiaccio, un’area museale moderna sulla montagna appenninica, dove ambiente, storia, tradizione e sport possano raccontarsi."
http://www.montagna.tv/cms/?p=35496
A quanto pare la solita cricca politico-affaristica è su altre posizioni.