Cresce la tensione nella Siria orientale
di OCCHI DELLA GUERRA
Già subito dopo la caduta del califfato dell’Isis, in pochi hanno creduto in una repentina fine delle ostilità nella Siria orientale. Anche se le ultime vicende belliche hanno riguardato maggiormente Damasco e la provincia di Idlib, qualcosa di importante sembra muoversi anche al di là dell’Eufrate.
Nei giorni scorsi è apparsa sul web una nuova sigla, la quale contiene nei suoi loghi i colori della bandiera della Repubblica Araba Siriana. Il nuovo gruppo rivendica per sé il nome di “Resistenza Popolare della Siria orientale” e, nei suoi comunicati, afferma di voler combattere contro la presenza delle forze filo curde dell’Sdf e contro, soprattutto, la presenza degli americani nel paese. Lo scorso 4 aprile un altro gruppo, denominato “Resistenza Popolare di Al Hasakah”, ha inviato un comunicato dove illustra medesimi obiettivi e stesso orientamento della sigla sopra descritta.
I gruppi sopra citati apparterebbero ad uno stesso movimento che mira, nelle zone della Siria sotto occupazione dell’Sdf, ad agevolare il ritorno delle truppe di Damasco anche al di là dell’Eufrate. Da anni si parla dell’insofferenza della popolazione araba che vive nelle regioni controllate dai curdi, a Manbji nello scorso dicembre diversi cittadini sono scesi in piazza chiedendo il ritiro dell’Sdf, il “turno” adesso toccherebbe anche a Raqqa ed Al Hasakah.
E’ difficile però al momento l’esistenza e l’operatività dei gruppi sopra di Resistenza Popolare; da Damasco, le autorità non commentano ed in tal senso anche da parte russa vige un certo silenzio nel commentare le recenti rivendicazioni delle presunte nuove milizie filo governative. Se, per l’appunto, la provata insofferenza delle tribù arabe è un dato di fatto che darebbe slancio all’ipotesi della nascita dei gruppi di Resistenza, è anche vero che nessun attacco importante in tal senso è stato effettuato. L’unica cosa certa sono alcuni comunicati diffusi sulla rete, uno dei quali lo scorso 3 aprile ha mostrato anche un video di un attacco contro una base Usa presente nella provincia di Raqqa.
L’altro comunicato è invece del 4 aprile ed annuncia la nascita di un comitato di Resistenza Popolare nella provincia di Al Hasakah, quasi interamente occupata dalle milizie filo curde. South Front, portale che segue costantemente la guerra in Siria, dà notizia di questi comunicati ma riporta anche fonti di ambienti filo governativi secondo cui, al momento, non ci sono prove tangibili di gruppi vicini ad Assad operativi nella Siria orientale.
L’insofferenza delle tribù siriane nelle aree controllate dall’Sdf
Al di là dell’esistenza o meno dei primi gruppi di Resistenza della Siria orientale, sia a Raqqa che ad Al Hasakah, è provata comunque la difficoltà della popolazione araba che vive al di là dell’Eufrate. Già durante le battaglie che hanno portato, nell’estate scorsa, alla riconquista del deserto orientale strappato all’Isis, alcune tribù si erano riconciliate con il governo e sono state decisive per la cacciata del califfato. Il sospetto di molti cittadini e di molti arabi che vivono sotto l’Sdf, è che all’interno delle milizie filo curde vi siano miliziani ex islamisti che fino allo scorso anno combattevano tra le fila del califfato islamico.
Ma non solo: ad acuire l’insofferenza degli arabo siriani in queste regioni, è la presenza dei militari americani dispiegati in diverse basi tra le province di Raqqa ed Al Hasakah. E’ proprio contro di loro che sarebbero rivolti i principali attacchi da parte dei gruppi di Resistenza Popolare, così come illustrato nel video di rivendicazione dello scorso 3 aprile. Intanto anche la stampa turca rincara la dose contro i curdi dell’Sdf: in un articolo pubblicato lo scorso 5 aprile su Daily Sabah, quotidiano turco vicino al governo, si fa riferimento a presunte violenze da parte dei curdi contro gli arabi al fine di allontanarli da quelle terre. Nel reportage si menzionano diversi episodi del genere e si parla apertamente di “pulizia etnica”; ad Ankara certamente vi è, al momento, tutto l’interesse a promuovere una negativa propaganda contro i curdi, ma è anche vero che anche in sede internazionale alcune organizzazioni hanno sollevato in passato i timori per vendette curde nelle regioni a maggioranza araba occupate dopo la cacciata del califfato.
Fonte: http://www.occhidellaguerra.it/cresce-la-tensione-nella-siria-orientale/
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