Siria, presidente ISPI: «Nessuno ha prove certe, siamo in una propaganda di guerra e le immagini possono essere montate. Non sappiamo se siano state usate armi chimiche»
di L’ ANTIDIPLOMATICO
C’è chi mantiene un barlume di buon senso e non si lancia in ardite ricostruzioni utili solo a realizzare l’ennesima guerra per motivi umanitari
Spirano forte i venti di guerra sospinti dalla propaganda di Washington, a cui si è immediatamente agganciato il carrozzone mediatico radical-chic e ‘diritto-umanista’ a senso unico e giorni alterni, guidato dall’ineffabile Roberto Saviano, che spinge per il bombardamento di Damasco sulla base di un attacco chimico probabilmente non avvenuto, o una provocazione congegnata a questo scopo.
In un siffatto scenario c’è chi mantiene un barlume di buon senso e non si lancia in ardite ricostruzioni utili solo a realizzare l’ennesima guerra per motivi umanitari.
Questo è il caso di Paolo Magri, presidente dell’Istituto per gli studi di Politica Internazionale, che nell’ambito di Agorà, in onda su Rai 3, in riferimento alle accuse lanciate contro il governo guidato da Bashar al-Assad spiega: «Nessuno ha prove certe, siamo in una propaganda di guerra e le immagini possono essere montate. Non sappiamo se siano state usate armi chimiche».
“Nessuno ha prove certe, siamo in una propaganda di guerra e le immagini possono essere montate. Non sappiamo se siano state usate armi chimiche”. Paolo #Magri, @ispionline. #agoraraipic.twitter.com/IPCv53bbRk
— Agorà (@agorarai) 12 aprile 2018
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