“C’è sempre un motivo…”, cantava Celentano in una bella canzone di qualche anno fa. E per quale motivo l’Europa di oggi è diventata una valle di lacrime? La semplificazione mediatica, che è più corretto chiamare “manipolazione di massa”, impedisce di fatto la comprensione degli eventi, occultando i tornanti importanti della storia recente sotto un cumulo di idiozie e frasi fatte che stordiscono e confondono. I malcapitati fruitori passivi di quella che Adorno chiamava “industria culturale” tendono a credere infatti che esista una avanguardia europeista, trainata dai tedeschi di Merkel,ora costretta a respingere “l’ondata populista e nazionalista” che ha già preso in ostaggio la povera Italia. Chi si beve certe menzogne pacchiane non ha rudimenti di geopolitica, così come chi crede che “l’austerità porti la crescita” non ha molta dimestichezza con il concetto di macroeconomia. Per provare a rendere innocua la disinformazione scientifica praticata cinicamente da giornali come Repubblica è indispensabile leggere qualche buon libro, magari scritto da personaggi di rilievo che l’attuale costruzione europea non l’hanno studiata ma l’hanno imposta.
Consiglio perciò a tutti i miei lettori di procurarsi “La Grande Scacchiera”, scritto da Zbigniew Brzeziski ed edito da Longanesi nel lontano 1997, testo decisivo per capire le vere dinamiche e intenzionalità che hanno partorito questo mostro di Ue per come raccontate da una delle principali “ostetriche” dell’epoca. Brzeziski non ha bisogno di molte presentazioni, già consigliere per la sicurezza ai tempi della Presidenza Carter, fondò nel 1973 la famigerata “Trilateral Commission” insieme a David Rockefeller e Henri Kissinger, braccio “profano” e visibile di una loggia coperta e invisibile chiamata “Three Eyes”, officina latomistica che annovera fra i suoi eminenti membri anche il “potentissimo” ex presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano (clicca per guardare).
Nel suo libro Brzeziski spiega senza mezzi termini né perifrasi come gli Stati Uniti, per continuare a comandare nel mondo, debbano necessariamente controllare l’Eurasia. Questo controllo deve essere reso più stringente per mezzo del progressivo allineamento delle diverse nazioni europee da posizionare sotto il tallone di una Germania che, a causa del suo passato nazista, non potrà mai “staccarsi dall’ombrello americano”. Di contro a Brzeziski non sfugge come una Europa davvero unita e autonoma avrebbe tutte le carte in regola per minare la leadership a stelle e strisce. Valutati questi presupposti il politologo di origine polacca precisa come paralizzare il Vecchio Continente, da tenere il più possibile prigioniero di uno strano limbo dove nessuno possa fare né un passo indietro né uno in avanti. In che senso? Nel senso che la Ue deve unire i Paesi quel tanto che basta per frustrarne l’autonomia interna, ma non fino al punto da creare per davvero uno spazio politico unico ed indivisibile, ovvero una sovranità politica europea democratica e popolare che- affrancata dal controllo statunitense- si ponga come punto di riferimento certo per il mondo intero. Capito il giochino risulta agevole smascherare i perfidi inganni degli attuali decisori europei, chiamati a recitare la parte degli ottusi “guardiani dell’ortodossia” proprio al fine di far germogliare astio fra le nazioni e impedire che si sedimenti una solidarietà europea giudicata pericolosa dai veri padroni del vapore. Merkel e soci sono quindi i politici più anti-europeisti presenti oggi su piazza, soldati valorizzati dall’oligarchia al fine di diffondere risentimenti e pregiudizi che tranquillizano il sistema. Ricordate come dicevano i romani? Divide et impera, esatto. E’ sempre quello il punto…
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