Se conoscessimo Darwin saremmo meno populisti, lo dice “Lascienza” ©
di CRITICA SCIENTIFICA (Enzo Pennetta)
Ebbene sì, non sono io quello fissato con Darwin al punto da tirarlo in ballo per qualsiasi cosa, sono altri ad usarlo per giustificare inevitabilmente politiche neoliberiste. E io lo faccio semplicemente notare.
A quanto pare la testata online Lettera 43 ha deciso di dare spazio ad un misterioso personaggio della finanza che preferisce mantenere l’anonimato:
Questa è l’anteprima della rubrica che l’Alieno gentile, nom de plume dietro cui si nasconde un manager finanziario, terrà ogni mercoledì su Lettera43.it dal titolo: Riflessioni in bicicletta …perché chi non fa pedalare il cervello, cade.
La rubrica cade subito dalla bicicletta per via della fallacia logica che chi non pedala cade, vale a dire che il fatto stesso di pedalare comporti il non cadere (cosa che tutti i ragazzini, almeno quelli degli anni ’60 – ’70 sapevano per applicazione del metodo sperimentale non essere vera). Ma non è vero neanche il contrario come sa bene Brumotti e tutti quei ciclisti specializzati nella nobile tecnica del “surplace”, consistente nello stare fermi senza pedalare, specialità nella quale Francesco del Zio nel 1975 stabilì il record mondiale con ben 2 h 6 min. 15 sec.
Con queste premesse il contenuto non poteva che essere conseguente, l’articolo intitolato “Se conoscessimo Darwin saremmo meno populisti” si propone infatti di dimostrare come il populismo sia l’atteggiamento che nega il valore dei “competenti” per privilegiare quello degli incompetenti, errore francamente incomprensibile dato che sarebbe bastata una semplice googlata per sapere che “populismo” è invece un termine che secondo il dizionario Treccani indica un:
Movimento culturale e politico sviluppatosi in Russia tra l’ultimo quarto del sec. 19° e gli inizî del sec. 20°; si proponeva di raggiungere, attraverso l’attività di propaganda e proselitismo svolta dagli intellettuali presso il popolo e con una diretta azione rivoluzionaria (culminata nel 1881 con l’uccisione dello zar Alessandro II), un miglioramento delle condizioni di vita delle classi diseredate, spec. dei contadini e dei servi della gleba, e la realizzazione di una specie di socialismo rurale basato sulla comunità rurale russa, in antitesi alla società industriale occidentale.
Quindi si tratta di intellettuali che promuovono la ribellione dei diseredati, mentre il nostro esperto anonimo inizia il suo articolo con le seguenti parole:
Il rifiuto della scienza e in generale della competenza è in una fase molto elevata di popolarità. La crescita di consenso dei movimenti “populisti” la si deve anche alla ridotta sensibilità alle obiezioni “competenti”.
I competenti contrapposti a chi rifiuta la scienza (o Lascienza © ) è dunque un falso storico o bene che vada un errore che però appare volontario nel momento in cui così tanti sedicenti competenti lo compiono. Ma la tesi specifica dell’articolo dell’ “Alieno gentile” è che i competenti possono sbagliare e questo è fisiologico ma che è proprio attraverso gli errori che darwinianamente si arriva alle giuste soluzioni, quindi se per via dei tecnici siamo nel fango non dovete prendervela con loro, vedrete che con un po’ di pazienza arriveranno alla soluzione giusta, mentre i populisti questa soluzione non la troveranno mai. Per convincerci di questo l’Alieno usa gentilmente un esempio che peggiore non poteva essere, quello della falsa conclusione si giunse negli anni ’70 che lo zucchero riducesse il colesterolo e che quindi la sua assunzione in dosi massicce fosse consigliabile. Un errore del quale poi ci si accorse correggendolo.
Ma per una curiosa nemesi a tempo inverso proprio un esperto di economia che però non dicendo fesserie non ha avuto bisogno di cautelarsi con uno pseudonimo, pubblicava nel 2017 un articolo nel quale si raccontava proprio di come la questione dello zucchero non fosse stata frutto di un processo per tentativi ed errori ma di una frode deliberata:
“I documenti non lasciano alcun dubbio sul fatto che l’intento della rassegna finanziata dagli industriali fosse quello di raggiungere una conclusione precostituita. I ricercatori (Ndr: noi diremmo Gliscienziati) sapevano cosa si aspettasse da loro il finanziatore, e glielo fornivano“. JAMA
Quindi nel momento in cui l’Alieno scrive:
Alcuni sono convinti che il governo tecnico abbia originato la crisi, anziché ricordare che è stato nominato per gestirla, un po’ come chi vedendo il chirurgo con le mani sporche di sangue lo accusa di aggressione
collegandolo alla vicenda dello zucchero dice che i tecnici hanno consapevolmente provocato la crisi e poi proseguito ad alimentarla. L’Alieno ancora non è stato informato che già da tempo ci sono economisti (vedi link all’articolo del 2017) che denunciano le scelte fatte, proprio come coloro che denunciarono l’errore fatto nel raccomandare l’uso massiccio dello zucchero.
E niente, è andata male. Adesso, se fosse coerente, l’Alieno gentile dovrebbe prendere atto che proprio per via della selezione naturale e del darwinismo che nel 1897 ispirò ad H.G. Wells la scrittura della ‘Guerra dei mondi’ sarebbe meglio tornare sull’astronave e correre velocemente a nascondersi negli spazi intergalattici.
Fonte: https://www.enzopennetta.it/2018/09/se-conoscessimo-darwin-saremmo-meno-populisti-lo-dice-lascienza/
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