La Cina può raggiungere una crescita dell’8% nei prossimi due decenni
di MARX XXI ( Traduzione di Marco Pondrelli )
Proponiamo un articolo apparso sul Global Times sul futuro della crescita cinese.
Mentre la Cina è diventata la seconda economia del mondo dopo essere cresciuta ad un tasso medio annuo circa del 9,5% negli ultimi quattro decenni, l’anno scorso il socialismo con caratteristiche cinesi è entrato in una nuova era. Ci sono molte interpretazioni sulla nuova era, qui ci sono le mie.
In primo luogo, la riforma sarà sempre in movimento nella nuova era. Negli ultimi decenni la Cina ha attuato riforme progressive attraverso un sistema a doppio binario, che ha impedito al paese di sperimentare cambiamenti significativi come quelli dell’Europa centrale e orientale e dell’ex Unione Sovietica. È stato durante questo processo che il governo cinese ha fornito un sostegno progressivo ad alcune grandi ma obsolete industrie statali per stabilizzare l’economia e raggiungere la crescita.
Tuttavia la Cina ha anche pagato un prezzo per la sua graduale transizione, che si riflette in alcune distorsioni del mercato. In passato, a causa dei bassi livelli di reddito, dei capitali insufficienti e della mancanza di tecnologia avanzata, la Cina ha sovvenzionato alcune industrie per garantire la stabilità del loro funzionamento. Ma le cose sono diverse ora. L’attuale fase di sviluppo economico richiede che il paese approfondisca ulteriormente le riforme, per affrontare problemi come la corruzione e l’aumento delle disuguaglianze di reddito. La Cina si è quindi impegnata ad attuare ulteriori riforme per consentire al mercato di svolgere un ruolo decisivo nell’allocazione delle risorse e, infine, per eliminare le distorsioni del mercato.
Il governo ha già adottato centinaia di misure pertinenti per eliminare tali distorsioni. Inutile dire che ci vuole tempo. Anche se tutti i piani del governo saranno pienamente attuati, emergeranno nuovi problemi e i problemi strutturali persisteranno. Occorre pertanto riconoscere che in Cina ci saranno sempre riforme in corso.
In secondo luogo, la crescita economica della Cina ha ancora un forte slancio, dato il suo grande potenziale di innovazione. I nuovi settori inclusi nella quarta rivoluzione industriale sono caratterizzati da cicli brevi, poiché le tecnologie emergenti potrebbero essere sviluppate in 12-13 mesi. Lo sviluppo di queste nuove tecnologie dipende principalmente dalle risorse umane e la Cina ha un’enorme offerta di risorse umane a causa della sua grande popolazione. Inoltre il paese mostra anche una forte competitività per quanto riguarda gli aspetti della nuova economia. Se la Cina realizzerà il suo pieno potenziale dipenderà da come si svilupperà la situazione economica internazionale, se la nazione stessa approfondirà ulteriormente le riforme interne e se sarà in grado di risolvere i problemi nel processo di innovazione tecnologica e di aggiornamento industriale. Ma nei prossimi 20 anni la Cina ha ancora il potenziale per raggiungere una crescita media annua del PIL dell’8%.
In questo senso, l’iniziativa “Made in China 2025” è stata progettata esattamente per aiutare il paese ad affrontare i suoi problemi di sviluppo, è simile alla tedesca “Industry 4.0”, all’indiana “Make in India” ed alla statunitense “Make America Great Again”. Con un’iniziativa industriale di questo tipo, la Cina potrebbe liberare il suo potenziale economico e mantenere un tasso di crescita relativamente alto. Anche senza raggiunge il 9% potrebbe comunque rimanere al di sopra del 6%.
In terzo luogo, poiché l’economia cinese e quella statunitense sono complementari, il commercio bilaterale dovrebbe essere vantaggioso per tutti. Nel 2017 il PIL pro capite cinese ha raggiunto gli 8.640 dollari, che rappresenta solo il 15% del PIL pro capite statunitense misurato a prezzi variabili. Il settore industriale cinese produce principalmente prodotti di fascia medio bassa, a basso valore aggiunto, mentre gli Stati Uniti producono prodotti ad alto valore aggiunto. Gli scambi bilaterali consentono alla Cina di fornire ai consumatori statunitensi merci a basso prezzo e prodotti intermedi a basso costo. Nel frattempo la Cina offre un enorme mercato di prodotti e servizi ad alto valore aggiunto provenienti dagli Stati Uniti.
Il vantaggio comparativo è alla base del commercio internazionale. Finché esiste un vantaggio comparativo si possono ottenere risultati vantaggiosi per tutti. Le complementarità tra le strutture economiche della Cina e degli Stati Uniti consentono alle imprese di ottenere profitti più elevati e ai consumatori di avere una vita migliore.
Infine, ma non meno importante, la Cina deve assumersi maggiori responsabilità per il sistema di sviluppo globale. Essendo la seconda economia mondiale e il maggiore commerciante di merci, è molto probabile che la Cina diventi un paese ad alto reddito entro il 2025 circa. Come altri paesi ad alto reddito la Cina deve contribuire per aiutare altri paesi in via di sviluppo in termini di crescita e di riduzione della povertà.
Dopo la seconda guerra mondiale, i paesi ad alto reddito hanno fornito più di 3 trilioni di dollari in aiuti allo sviluppo. Ma tali sforzi devono essere migliorati perché la povertà rimane diffusa in tutto il mondo. Credo sempre che lo sviluppo economico sia un processo di riforma strutturale. Alcuni paesi come il Giappone e le quattro Tigri asiatiche hanno colto le opportunità di sviluppo durante questo processo, passando da paesi agricoli a potenze manifatturiere. La Cina è diventata un paese a reddito medio-alto e si prevede che sarà un paese ad alto reddito nel prossimo futuro.
In quel momento le sue industrie ad alta intensità di lavoro perderanno i loro vantaggi comparativi e il lavoro potrebbe trasferirsi in altri paesi. Secondo le mie stime la Cina potrebbe trasferire 85 milioni di posti di lavoro nel settore manifatturiero al di fuori del paese. Se altri paesi coglieranno questa opportunità, otterranno un grande slancio nel loro sviluppo manifatturiero.
Nel frattempo, i paesi in via di sviluppo devono risolvere le loro strozzature, la più importante delle quali sono le infrastrutture. Per questo motivo, la Cina ha proposto l’iniziativa One Belt and Road , che si concentra sulla cooperazione e la connettività.
Gli investimenti infrastrutturali sono solo una forma di cooperazione e la Cina deve rispettare le norme internazionali in materia, il che richiede buon governo, trasparenza, standard elevati e cooperazione tra la Cina, gli altri paesi e la comunità.
L’articolo è basato su un discorso tenuto da Justin Lin Yifu, co-fondatore della National School of Development at Peking University ed ex capo economista della Banca Mondiale, in occasione di un seminario del China Development Forum.
Commenti recenti