Come si costruisce un partito dal nulla?
di LUCA RUSSI (FSI Arezzo)
È un’impresa (quasi) impossibile, di portata storica, pochissimi ci sono riusciti. Moltissimi hanno fallito, nonostante un nome altisonante e parecchie risorse economiche. Come si fa a non arrendersi? È questione di PROSPETTIVA: bisogna essere disposti a lavorare per tutta la vita, accettando che potrebbe non bastare.
Le persone che non sono dotate delle necessarie virtù di pazienza, umiltà, senso della misura (e anche consapevolezza del fatto che la vita sulla Terra non finirà con quella di ciascuno di noi, vale a dire che in Italia ci saranno altre generazioni di italiani anche dopo che noi avremo lasciato questa valle di lacrime) preferiranno sempre la via apparentemente più facile e veloce al duro lavoro che siamo chiamati a fare in questi anni, che consiste appunto nel costruire una reale alternativa davvero sovranista nel Paese, perché si possa recedere dall’UE per tornare ad applicare la Costituzione della Repubblica, ma a fatti e non a chiacchiere, però.
L’alternativa si costruisce per l’appunto militando, cioè concorrendo a costruire un soggetto politico che ancora non c’è (nel senso che la stragrande maggior parte delle persone non lo conosce, o non lo conosce abbastanza, o non lo ritiene una alternativa reale allo stato attuale), ciascuno facendo quel che può fare secondo le proprie possibilità e capacità, perché poi le qualità di questo o quell’altro – se ci sono – verranno sicuramente fuori, ed anche questa è selezione di quadri di partito prima, e di classe dirigente del Paese poi.
Chi, accecato per l’appunto dal fatto di non avere una visione più lunga della sua vita presente, contingente e assolutamente non necessaria (se solo ogni tanto provassimo a ragionare in termini di prospettiva storica e non personale), pensa di rendersi utile al Paese supportando su Facebook o Twitter le web-star che si erano convinte di far pesare la propria “competenza” come consiglieri del Principe, fino al punto da illudersi di poter modificare l’orientamento fondamentalmente liberista e pro-Stati Uniti d’Europa delle forze che sostengono questo governo in Parlamento, in realtà non sceglie la via più facile né più veloce, non si rende affatto più utile di quelli come me, ma si rende solo ridicolo e totalmente ineffettivo, dimostrando di soffrire della stessa patologica hybris dei suoi beniamini.
Qualcuno si sente insomma squalificato se gli si chiede di volantinare, di metter manifesti, di provare ad incrementare il numero dei militanti della sua città o regione incontrando le singole persone una per una o comunque tramite rete, oppure entrando in rapporti con gli altri soci per cimentarsi nell’organizzare cose che magari non si sono mai fatte prima (come ad esempio eventi pubblici di presentazione del partito), o raccogliendo le firme per presentare una lista, fare i conti con lo scetticismo o perfino l’avversione di parecchi, andare incontro a qualche delusione, incazzarsi, prendere un bel po’ di due di picche, eccetera eccetera; e invece pare proprio che tutto ciò non sia una cosa così facile, nel senso che con tutta evidenza non tutti hanno il carattere per farlo.
Bene, si cresce anche così, anche rendendosi conto di tutto questo. Per ora meglio pochi ma buoni; arriverà anche il momento in cui saremo molti, anche se non dovessimo essere i primi a raccogliere i frutti di quel che abbiamo incominciato a seminare.
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