Tav, l’Europa presenta il conto: “L’Italia dovrà restituire i contributi già versati”
di TODAY
Tav, l’Europa presenta il conto: “L’Italia dovrà restituire i contributi già versati”
L’Italia dovrà restituire i soldi che l’Ue ha già pagato per la Tav. Una ipotesi che sta diventando realtà ma man che prende corpo l’idea che l’Italia abbandoni l’impegno a completare l’opera che avrebbe dovuto collegare Torino e Lione con una nuova galleria ferroviaria in grado di sostituire quella vetusta del frejus di Cavouriana memoria.
“Non possiamo escludere che, in caso di ritardi prolungati” dei lavori della Tav Torino-Lione “dovremo chiedere all’Italia di restituire i contributi già versati” dall’Ue per cofinanziare l’opera, ribadisce un portavoce della Commissione Europea, mentre in Italia continua il dibattito all’interno del governo sull’infrastruttura che fa parte della rete di collegamenti paneuropei Ten-T (i famosi corridoi che costituiscono le reti di trasporto trans-europee).
Il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio assicura che, finché il Movimento 5 Stelle sarà al governo, la Torino-Lione non si farà. Matteo Salvini da parte sua spiega ospite di Quarta Repubblica: “Su questo non siamo d’accordo” coi 5stelle, “ma da adulti ci metteremo al tavolo e vedremo i numeri. Non pretendo si faccia tutto il previsto, si può tagliare ancora un miliardo e magari spenderlo per la metro di Torino”.
Per la Tav sono stati approvati cofinanziamenti per 813,8 milioni di euro; se i ritardi dell’opera, che già ci sono a causa del blocco dei cantieri, si protrarranno, c’è il rischio che i fondi che non si riesce ad impiegare in Italia vengano riallocati ad altri progetti della rete Ten-T, fuori dal nostro Paese. Il Grant Agreement, l’accordo di finanziamento, può anche essere rivisto, ma occorre che il governo prenda una decisione: a giugno ci sarà una valutazione di tutti i progetti Cef (Connecting Europe Facility) e, se l’Italia non vuole perdere i fondi, è bene che una decisione venga presa per tempo, prima di quella scadenza.
Fonti Ue fanno poi notare che un’analisi costi-benefici della Torino-Lione esiste già, essendo obbligatoria per un progetto della portata della Tav. Redatta da esperti interni ed esterni, venne presentata nel 2015 da Francia e Italia (la valutazione era stata favorevole). Modificare il progetto già approvato e finanziato, a quanto si apprende, non dovrebbe essere impossibile, ma sarebbe comunque piuttosto laborioso.
Ancora oggi il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli ha ribadito su twitter come “L’analisi costi benefici su Tav è stata decisa da un Governo sovrano che vuole spendere al meglio i fondi pubblici. Ue stia tranquilla, tra pochi giorni avrà, come da accordi, tutta la documentazione”.
Ma a che punto è la Tav? A quasi trent’anni dall’avvio del progetto della linea ad alta velocità Torino-Lione non sono state realizzate che alcune opere preparatorie. Secondo i dati ufficiali – aggiornati al 31 ottobre 2017 e pubblicati a marzo 2018 nel Quaderno 10 dell’Osservatorio – sono stati scavati oltre 21 chilometri di gallerie tra cui il cunicolo esplorativo della Maddalena di Chiomonte in Italia terminato a febbraio 2017.
Attualmente i cofinanziamenti europei coprono il 41% dei lavori concordati tra Italia e Francia che ammontano a quasi 2 miliardi di euro.
Secondo l’Unione Europea circa 4 milioni di camion all’anno attraversano longitudinalmente la Val Padana e non c’è una ferrovia che possa consentire di spostare una parte consistente di queste merci dal trasporto su gomma a quello su ferro. La Torino-Lione è concepita per questo, per diminuire l’inquinamento e per decongestionare il traffico delle autostrade della Pianura Padana.
La Commissione stima che il progetto sosterrà la crescita economica a livello regionale e locale, con la creazione diretta e indiretta di circa 15mila posti di lavoro, nelle imprese e nel turismo.
L’opera dovrebbe essere completata tra il 2027 e il 2030: fa parte del Mediterranean Core Network Corridor, uno dei pilastri della politica comunitaria Ten-T. La Lione-Torino è indicata come una sezione chiave per il finanziamento della Connecting Europe Facility (Cef), strumento Ue che finanzia lo sviluppo di reti di trasporto. Come ogni altro progetto della Cef, ritardi nella realizzazione della Torino-Lione potrebbero portare alla riduzione del relativo finanziamento Ue.
Le conseguenze dello stop ai lavori provocherebbero un triplice danno: oltre a perdere una infrastruttura strategica, per i cittadini italiani si avrebbe la beffa di dover pagare le penali contrattuali, scontando in futuro inoltre la mancanza di competitività.
Fonte: http://www.today.it/economia/tav-costo-stop.html
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