Populismo moderno e narcisismo
di STEFANO D’ANDREA
Il populismo, inteso come fenomeno consistente nella prassi dei politici che dicono sistematicamente ciò che il popolo vuol sentirsi dire – a prescindere se pensano che sia bene, che sia realizzabile, che sia una priorità, che i costi siano notevoli, ecc. -, quindi come fenomeno che comprende Grillo ma anche Renzi, Salvini ma anche Berlusconi, Bossi ma anche Veltroni, ha evidentemente un presupposto inesplorato, senza il quale il fenomeno non potrebbe esistere o non potrebbe essere, come è, generale: la convinzione della maggior parte delle persone votanti di sapere cosa sia bene e cosa male, cosa comporti molti costi e cosa ne comporti pochi, cosa sia prioritario e cosa debba essere rinviato, cosa sia fattibile e cosa no.
Proprio perché esiste questa convinzione, quando un politico populista parla a una parte del pubblico – al suo target – milioni di singoli individui pensano: “Finalmente uno che capisce come stanno le cose e cosa si deve fare!”, che significa anche “finalmente un politico che capisce ciò che IO già capivo”.
Il populismo non potrebbe essere un fenomeno di massa e anzi totalitario, se non fosse fondato sulla smisurata presunzione che si è diffusa nei popoli del cosiddetto occidente. In definitiva il populismo non è altro che un corollario del narcisismo patologico che pervade le società occidentali.
Le persone comuni, anziché ascoltare proposte politiche, riflettere, studiare, interrogarsi, chiedere, approfondire e poi scegliere, attendono davvero dei rappresentanti delle loro opinioni, che agiscano in base alle loro analisi. E dinanzi agli slogan semplicistici e banali declamati dai partiti, anziché dire: “Che politico ridicolo, queste sciocchezze sapevo pensarle e dirle anche io!”, pensano: “Ecco finalmente qualcuno che dice ciò che dico IO!”.
A me pare che il populismo si rivolga più ad un NOI , che ad un IO . Un NOI inventato in opposizione ll’ALTRO , anch’esso costruito . Un NOI quindi identitario (“il popolo”), reazionario, che sposta le contraddizioni in seno ad una società su un nemico esterno .