Libero mercato & darwinismo sociale (al tempo del covid)
di LUCA RUSSI (FSI-Riconquistare l’Italia Arezzo; candidato Presidente regione Toscana)
“Bisogna sapersi rimettere in discussione, ci vuole creatività, bisogna accettare il cambiamento, saper rimodulare l’ attività, reinventarsi, trovare un modo diverso di fare ristorazione che sappia accattivarsi i clienti”. Questo intendeva dire la Castelli ai ristoratori, lei che ha introiettato – al pari dei suoi amici della ex-sinistra – tutti i luoghi comuni dell’ideologia liberista che ci vuole tutti ottimisti, felici, positivi, resilienti e flessibili, in una parola: “imprenditori”, anche quando il mondo ci crolla addosso e si rischia di finire in mezzo ad una via.
Nessuno sarà lasciato indietro (vivo), ci penseranno loro a finirlo con un colpo alla nuca: dal 20 luglio un governo che essendosi legato mani e piedi al vincolo esterno dei Mercati non ha più cassa per far nulla, chiederà loro di pagare tutte le tasse fino all’ ultimo centesimo. Il bazooka di Giuseppi, ridicola riedizione di colui che a breve (come fu già per Mario Monti) verrà invocato da destra a sinistra come l’ Uomo della Provvidenza, non è mai pervenuto.
La “sinistra” , aderendo ai princìpi scritti a caratteri cubitali nei Trattati dell’ Unione Europea, che propugna una “economia sociale di mercato fortemente competitiva”, è passata dal pretendere che si fosse tutti uguali al pretendere che chi non ce la fa a star dietro ai più forti possa morire come se si trattasse della cosa più normale del mondo, da accettare con fatalismo come si accetta una disgrazia, una calamità: “non è colpa del governo se c’è stato il covid”.
Tutto ciò può essere definito solo in un modo: lotta per la sopravvivenza, e spiace che molti si stupiscano per l’ondata di indignazione suscitata dal ministro, sostenendo che sia stata travisata e che in fondo non abbia detto nulla che non sia assolutamente normale e perciò stesso pienamente condivisibile da chiunque, dimostrando di non rendersi neppure più conto di avallare un sistema criminale che presto o tardi impoverirà anche loro.
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