Lettera ai commentatori di Appello al Popolo

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Nessuna risposta

  1. Giancarlo ha detto:

    Sono uno dei pochi a non aver ricevuto nessuna mail pur avendo dato la mia disponibilità alla costruzione del MPL, ma non c'è problema.
    Concordo con Stefano sul modo di intendere la "militanza" e della necessità di fornare una associazione VERSO il MPL e non il MPL subito.
     
    Io sono qua.
     
    Ciao a tutti

  2. stefano.dandrea ha detto:

    Giancarlo, la ragione per la quale non ti ho scritto è che sapevo che già avevi aderito, come alcuni altri amici.

    Ciao

    Stefano

  3. Eugenio Orso ha detto:

    Non capisco.
    Si sceglie il nome, invero altisonante, di Movimento Popolare di Liberazione, e poi i doveri di chi aderisce si riducono alla partecipazione ad un'assemblea nazionale, a trovare almeno un altro che si iscriva, a fare un'assemblea locale/ comunale e a pagare la modica quota di iscrizione.
    Un po' poco per un movimento di liberazione …
    Se si tratta di costituire un'associazione culturale, divisa in circoli sul territorio, in cui si discute amabilmente e si passa in compagnia qualche pomeriggio la cosa potrebbe andar bene, ma un movimento di liberazione richiede ben altro impegno, e soprattutto richiede che chi aderisce accetti di correre rischi personali nella lotta contro il nemico e l'occupatore!
    Scusatemi, ma continuo a non capire …
     
    Eugenio Orso
     
     
     

  4. Luciano ha detto:

    Ho letto l’appello per il “Movimento Popolare di Liberazione” e condivido sia gli obiettivi programmatici, sia l’impostazione politica. Però l’analisi mi sembra si limiti ad un orizzonte euro-americano, evitando di considerare i restanti 4/5 dl mondo, nei quali si giocano le partite decisive per la sorte futura dell’Umanità intera. 
    Mi si può facilmente e giustamente obiettare che, dovendo comunque fissare un punto di partenza, cominciamo dal punto nel quale ci troviamo, qui ed ora, cercando di aggregare il maggior numero di persone.
    D’accordo, però…molto schematicamente, faccio presente che nel resto del mondo (Asia, Africa, America Latina) esiste una fertile biodiversità politica (da noi siamo ridotti alla monocultura), con attori spesso ambigui e contraddittori, ma che comunque operano a tutto campo nello scacchiere mondiale. L’imperialismo gioca le sue partite in questo scacchiere per risolvere la sua crisi, ma trova una serie infinita di difficoltà e quindi lo sbocco più probabile è la guerra. Però gli imperialisti (americani in testa con codazzo europeo) non sono impulsivi come i loro omologhi nazifascisti di un tempo: sanno aspettare e giocano le loro carte con astuzia, seguendo la vecchia e ben collaudata strategia dell’Impero romano: “divide et impera” coniugata però con la nuova e inedita strategia di aggressione mediatica, capace di mietere più vittime di una bomba atomica.
    Mentre noi discettiamo sulla crisi dell’euro, gli strateghi del Pentagono tengono costantemente gli occhi fissi sul mappamondo e dove precisamente? su una linea di fuoco che passa per: Siria, Venezuela, Zimbabwe, Sudan, Corea del Nord, Iran, Bielorussia, Eritrea, Cuba, e poi Pakistan, Cina, Russia, Equador, Bolivia, Argentina, Algeria ecc.abbracciando l’intero pianeta , Europa esclusa (più o meno tutti i paesi che non ospitano basi militari americane sul loro territorio).
    Se ognuno di questi paesi è per loro (eufemisticamente) un “problema” , beh allora dovrebbe esserlo anche per noi, nel senso che dovremmo fare valutazioni geopolitiche opposte a quelle dell’imperialismo.
    Ma per molti non è così: la guerra contro la Libia è stato un esempio terribile di collusione fra le varie frange della “sinistra” (ma quale?) e gli artefici dell’aggressione euroamericana. Non si tratta di un episodio isolato: la linea del fuoco abbraccia, come ho detto, l’intero pianeta e una nuova aggressione, sotto le mentite spoglie di “guerra umanitaria”, può prodursi ovunque in qualsiasi momento.
    Non vorrei, a quel punto, avere l’amara sorpresa di trovarmi a fianco di gente dalla quale, al di là della convergenza anti euro, mi divide un abisso. Mi riferisco per esempio, agli esponenti del cosiddetto “Campo antimperialista” che ai miei occhi sembrano sostanzialmente dei liberali poveri (si pensi alle tesi dell’ultimo della lunga schiera dei “revisori” del marxismo, Moreno Pasquinelli): infatti nei diversi scenari configurati o configurabili nei vari punti della linea di fuoco, li vedo quasi sempre collocati dall’altra parte: il loro “antimperialismo” è così acceso, che dopo il fatidico 11/9/2001 hanno sposato in pieno la versione ufficiale dell’attentato terroristico “da parte di Al Quaida – Bin Laden”, rovesciando però il pathos dell’evento: invece di solidarizzare con la “vittima”, facevano il tifo per la Jihad islamica…cioè la stessa “macchina” che ha poi massacrato Gheddafi.
    Non vorrei nemmeno trovarmi a fianco di trotzkisti impenitenti (PCL e simili) che auspicano uno smembramento della Repubblica Popolare Cinese, in perfetta sintonia con il Dalai Lama, con il “premio nobel” (!) Liu Xiao Bo e con la Cia che li sovvenziona.
    Non si tratta, da parte mia, di settarismo o difesa della purezza rivoluzionaria; al contrario, questi valori negativi (che io rigetto) appartengono a loro , non a me. Sono loro che, in nome della purezza, disprezzano Gheddafi, Lukashenko, Chavez , Assad, Putin, Mugabe, Kim Jong Il ecc. e sono pronti ad unirsi agli ascari dell’imperialismo nell’impresa gloriosa di sopprimerli (per il primo della lista, missione compiuta!).
    No, con questi qui non mi fermo nemmeno per bere un caffè…Chi lo fa (Stefano D’Andrea!), lo fa a suo rischio e pericolo!

    Luciano Pietropaolo – Milano

     

  5. Tonguessy ha detto:

    Tento di rispondere ad Egenio e Luciano.

    Esiste la teoria del battito d'ali di farfalla. Ciò che è conosciuto come la minore perturbazione e la più leggiadra forma di spostamento d'aria può scatenare (stando a questa teoria) uragani da qualche parte del mondo.

     http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_farfalla

    Tale teoria si rifà alle teorie più complesse del caos, ovvero delle incertezze ultime che possono generare incredibili imprevisti. Insomma non possiamo prevedere tutto, perchè il tutto è al di là della nostra comprensione e della portata dei più potenti calcolatori disponibili.

    Partiamo quindi come volo di farfalla. Questo ci è concesso. Mi sembra che i punti programmatici siano, anzi, ben più di un battito d'ali di farfalla, forse siamo addirittura sul volo di un falco che con vista aguzza osserva la preda per poi scendere in picchiata.

     

    Può essere una bicchierata all'inizio, ma credo anche che un'inizio ci debba pur essere. Se poi resterà una questione solo enologica anche nel futuro, i dubbi di Eugenio avranno trovato conferma. A posteriori, però, e non a priori.

    A Luciano voglio solo ricordare che il Divide et Impera è l'arma più letale verso ogni tentativo di raggiungimento della massa critica. Se ne sei così consapevole perchè inizi già da subito? Proviamoci, e teniamo a mente tutti i distinguo.

    Piuttosto, come correttamente sottolineato, io mi preoccuperei dell'aspetto mediatico. Nessuno tranne loro hanno accesso ai media. Ancora adesso si sente parlare di Libia liberata e l'Iran è sempre sotto le feroci e irragionevoli critiche dei TG, segno che ormai i tempi sono maturi anche per quell'invasione.

     

    Ma occorre ricordare che stiamo vivendo tempi caotici, e proprio nel caos trova la sua maggiore applicazione l'effetto farfalla.

    Nessuno sa quanto resisterà l'euro e quali scossoni provocherà la sua caduta. Siamo alla resa dei conti, e nessuno può oggi prevedere chi pagherà e come.

    Potrebbe quindi essere che una bicchierata tra amici scateni l'inferno da qualche parte, e travolga e sconvolga i panorami conosciuti.

    Questo rientra nelle possibilità. Basta saperle cogliere e rispettare per quello che valgono.

    Ricordo solo che la battaglia certamente persa è quella mai combattuta….

    • Luciano ha detto:

      La teoria del battito d’ali di farfalla è un derivato grossolano di elaborazioni matematiche molto astratte, che non ha alcun valore euristico, ma serve solo come addobbo retorico agli  operatori mediatici,  soprattutto americani (infatti l’ hanno infilata persino nei dialoghi di Jurassic park).
      Più consono mi sembra riallacciarsi a Bismark: in politica bisogna saper individuare la diagonale del parallelogramma delle forze, malgrado sia difficile, se non impossibile, conoscerne  a priori      l’ intensità e la direzione.
       Forze anti euro e anti UE ce ne sono certamente in Italia, ma i loro potenziali si trovano attualmente più a destra che “a sinistra”, perciò è su quel versante che bisognerebbe assumere iniziative, ma se il bagaglio appresso è quello cui ho fatto cenno nel post precedente, non si andrà molto lontano, anche se le farfalle sbattono le ali! Esso non porterà alcun contributo al raggiungimento della “massa critica”, al contrario agirà come anticoagulante.
      Insomma, una cosa è la convergenza di forze, anche le più disparate, su un progetto di uscita dalla gabbia europea, altra cosa è la costituzione di un movimento privo di visione geopolitica, che si sfalderebbe al primo impatto: è storia che abbiamo già vissuto, nel passato remoto e recente.
      Luciano Pietropaolo

  6. stefano.dandrea ha detto:

    Grazie Tonguessy.

    Anche io risponderò a Luciano ed Eugenio. Però tra qualche giorno e con calma. Perché sarò assente dalla tastiera per due o tre giorni (sto rubando due minuti agli esami che sto svolgendo).

    Ho postato l'articolo di Marcos, che lessi nel 2001 e che mi entusiasmo'. Credo che meriti di stare in prima posizione per un paio di giorni.

  7. Tonguessy ha detto:

    @Luciano:

    curiosa questa tua chiosa. Ammetti l'inconsistenza del parallelogramma di Bismark ma l'effetto farfalla sarebbe solo un "derivato grossolano". E la finezza di intuire le forze in campo (quante? un paio solamente per semplificare?) senza conoscerne l'intensità dove sarebbe? 

    Siamo seri: se non si conosce nè la quantità nè l'intensità delle forze in campo una qualsiasi previsione è solo impossibile, dato che siamo in pieno caos.

    Le previsioni sensate possono essere date solo se esistono dati precisi su cui applicare modelli coerenti e validi. Se non esistono dati precisi neanche nel caso del parallelogramma ipersemplice di Bismark è possibile tentare l'approccio ad una sensata previsione.

    Sembra però che dei dati tu li abbia: questo è un movimento privo di visione geopolitica. Come sei entrato in possesso di questo dato? Chiedere l'uscita dalla NATO è forse il segno inequivocabile di tale mancanza di visione?

    Forse hai anche degli altri dati che ignoriamo. Se così fosse, ti pregherei di tenerci al corrente. Sia mai che il parallelogramma abbia forze e intensità identificabili, e possa così produrre previsioni chiare grazie a modelli conosciuti.

    Nel caso contrario succede che, non sapendo quali siano le forze nè quale sia la loro intensità, non possiamo azzardare NESSUNA ipotesi. Potrebbe verificarsi, ad esempio, che un semplice slogan diventi un potente catalizzatore per tutti gli insoddisfatti che attualmente si trovano a vivere in Italia. Non puoi dimostrare il contrario.

    Potrebbe anche succedere che il grado di putrefazione politica attuale abbia già attivato anticorpi tali per cui sia solo sufficiente del coordinamento per scatenare la guarigione. Non puoi dimostrare il contrario.

    Potrebbe succedere che la distanza siderale tra politica e cittadini abbia superato la soglia di guardia, ed un programma statalista (nel senso migliore del termine) trovi immediata risonanza anche negli strati più storicamente inattivi della popolazione. Non puoi dimostrare il contrario.

    Insomma o dimostri che quanto ho scritto (ed ho scritto solo tre cosucce tra moltissime) non ha nessuna consistenza (storica, politica, geografica, antropologica) oppure sei costretto ad ammettere che viviamo nella più grande incertezza, dove non riconosciamo più i valori che ci vengono imposti, dove non condividiamo più i progetti che ci vengono imposti,  dove non comprendiamo più i messaggi che ci vengono propagandati. 

    Viviamo cioè nel caos di valori non condivisi perchè non condivisibili. O no?

  8. stefano.dandrea ha detto:

    Un problema grave con gli amici di rivoluzione democratica esiste. Non mi interessa se esso sia dovuto alle ragioni ipotizzate da Luciano. Soprattutto non mi interessa rendere pubblica la mia opinione sul punto. Con Moreno Pasquinelli è sorta un'amicizia. Quindi risolveremo il problema da amici. Certo la cosa è fastidiosa. Ma sono cose che accadono ed è meglio che i nodi siano venuti al pettine immediatamente. Non avevamo il medesimo progetto. Può accadere. In fondo ce ne siamo accorti anche abbastanza presto. Purtroppo dovremo scontare il fatto che agiamo sulla rete e abbiamo già coinvolto un certo numero di persone. Faremo del nostro meglio. Per il momento è inutile parlarne.

  9. Luca ha detto:

    Salve, vi seguo con molta attenzione da tempo ormai, e ho ricevuto la vostra e-mail, anche se per problemi sia economici che logistici purtroppo non potrò partecipare attivamente. Ad ogni modo, ci tenevo particolarmente ad informarvi che nella giornata odierna per qualche ora il sito è stato totalmente bloccato e non vi era modo di accedervi. Non so se sia stato un evento voluto, o a vostra saputa.
    Buona giornata.
     
    Luca.

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