Quella sovranità perduta nell’Europa unita
di FIORENZO ALESSIO SESIA (FSI Torino)
Il termine “Sovranità” appare in molte delle Costituzioni degli Stati europei.
Noi Italiani lo riconosciamo bene leggendo il secondo comma del primo articolo, ma non solo; lo ritroviamo anche negli artt. 7 e 11 dei principi fondamentali, che costituiscono, se vogliamo, il “preambolo” della nostra carta. Il fatto curioso è che nelle costituzioni che hanno avuto una storia molto comune, il concetto di sovranità legata al popolo si è radicato nelle fondamenta delle nazioni.
In Francia c’è un intero capitolo a caratteri cubitali, il titolo I°, oltre al contenuto del preambolo che proclama solennemente la sua fedeltà ai diritti dell’uomo e ai principi della SOVRANITÀ nazionale. L’articolo 3 recita che “La SOVRANITÀ nazionale appartiene al popolo che la esercita per mezzo dei suoi rappresentanti e mediante referendum”, mentre l’articolo 4 che “i partiti e i gruppi politici, devono rispettare i principi della SOVRANITÀ nazionale e della democrazia”.
Il Portogallo, come per l’Italia, dichiara fin dal primo articolo che è “una Repubblica SOVRANA, fondata sulla dignità della persona umana e sulla volontà popolare e impegnata nella costruzione di una società libera, giusta e solidale”. E lo rafforza nell’articolo 2 che ripete, nel caso non fosse chiaro, che “è Repubblica ed è uno Stato di diritto democratico, fondato sulla SOVRANITÀ popolare”.
Perfino la Monarchia Parlamentare Spagnola abbina già dal preambolo della Costituzione il concetto di sovranità e popolo, per poi arrivare al secondo comma del primo articolo, esattamente come nella nostra carta, con la seguente espressione: “La SOVRANITÀ nazionale risiede nel popolo spagnolo da cui emanano i poteri dello Stato.” In Grecia infine “La SOVRANITÀ popolare costituisce il fondamento del regime politico”.
Il discorso cambia se guardiamo le costituzioni dei paesi del nord Europa e colpisce molto il preambolo di quella tedesca: “Cosciente della propria responsabilità davanti a Dio e agli uomini, animato dalla volontà di servire la pace del mondo in qualità di membro di eguale diritti in un’EUROPA UNITA, il popolo tedesco ha adottato, in forza del suo potere costituente, questa Legge fondamentale”. La Germania ha introdotto nel suo preambolo costituzionale il concetto di Europa Unita e lavora per perseguire tale scopo.
Ma allora, perché nel Trattato sull’Unione Europea il termine sovranità, che compare nelle costituzioni di due terzi d’Europa è letteralmente sparito? Sì, sparito, provando a ricercare nel testo scoprirete che il termine sovranità non compare da nessuna parte, neppure nel preambolo!
E invece il Trattato verte in prevalenza sulla “stabilità dei prezzi”, anche mediante l’unione economica e monetaria, come vero e proprio valore e quale obiettivo economico che deve avere l’assoluta priorità su tutti gli altri. Ora, continuando a leggere nell’articolo 3, si evince che l’UE si fonda inoltre su “un’ economia sociale di mercato fortemente competitiva”, il che, assunto come prioritario, è contraddittorio rispetto al diritto al lavoro e a una retribuzione dignitosa previsti dalla nostra Costituzione.
Ma allora, cosa si può fare per cambiare o fare dei passi avanti in Europa? In un’intervista del 2012 dell’allora presidente del Consiglio Italiano, fu detto che “i passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a livello comunitario”; l’unica cosa da fare che rimane per sanare questa incompatibilità tra Trattati e Costituzione è recedere necessariamente da questa Unione.
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