Post-Guerra Fredda: Mearsheimer, Fukuyama e Huntington a confronto
di OLTRE LA LINEA (Benjamin Smith, traduzione a cura di Federico Bezzi)
In questo saggio, dimostrerò che le tre tesi prospettive di Francis Fukuyama, John J. Mearsheimer e Samuel P. Huntington sono insufficienti per descrivere adeguatamente la natura delle relazioni internazionali post – Guerra Fredda. Ciò perché tutte e tre le tesi presumono che il principale interesse sia atomistico, e tuttavia, quando analizzano l’evidenza empirica, è dimostrato che l’interesse principale è socialmente costruito. Dunque, l’analisi di questo saggio si concentrerà sull’interesse principale causa e sul conseguente comportamento. Questa analisi seguirà un formato diviso in tre sezioni: per primo, esaminerò le sottostanti teorie del liberalismo e del realismo di ogni tesi. Poi, utilizzerò esempi empirici per identificare se tali tesi sono precise o meno.
Infine, analizzerò tali esempi in una lente costruttivista. Ciò mi permetterà di determinare il costruttivismo è un valido mezzo per comprendere il comportamento degli attori nelle relazioni internazionali post – Guerra Fredda. Questo perché sia il liberalismo che il realismo propugnano l’idea che gli interessi siano definiti prima dell’interazione sociale, mentre il costruttivismo sostiene che gli interessi degli attori siano formati dall’interazione sociale. Fatto ciò, comparando e mettendo in contrasto queste tre teorie in riferimento agli esempi empirici dimostrerò che una lente costruttivista è più precisa nel descrivere la il comportamento degli attori.
Prima della mia analisi, definirò le teorie causali discusse in questo saggio e fornirò una giustificazione per la loro scelta. Questo saggio farà uso sia della teoria del guadagno relativo che della teoria del guadagno assoluto come metodi per analizzare la precisione di ogni tesi prospettica. Il neo-realismo sostiene che gli interessi degli attori comprendano il guadagno relativo, cioè l’immediata sicurezza o potere, senza riguardo per gli interessi di lungo termine. Al contrario, il neo-liberalismo sostiene che gli interessi degli attori comprendono il guadagno assoluto, cioè considerando gli interessi di lungo termine e altri fattori. Il neo-liberalismo sostiene che la considerazione degli interessi economici di lungo termine in guadagno assoluto incoraggi il comportamento cooperativo.
Queste teorie sono state scelte in quanto articolano e riflettono le basi teoretiche di ognuna delle tre tesi. Per contrastare queste teorie atomistiche, questo saggio userà due teorie costruttiviste quando esaminerà l’evidenza empirica: la prima è la teoria di Alexander Wendt per la quale l’assenza di una sovranità centralizzata nel sistema internazionale non è casuale per l’interesse o il comportamento degli attori.
La seconda è la teoria delle norme regolative di Martha Finnemore e Kathryn Sirkikk. Le norme regolative si riferiscono alle norme causali che regolano gli interessi degli attori, e il conseguente comportamento, all’aderenza a comportamenti socialmente costruiti. Queste teorie sono state scelte in quanto differiscono profondamente dalle asserzioni liberiste e realiste dell’interesse atomistico degli attori. Ciò è importante perché, se l’interesse atomistico degli attori del guadagno relativo o assoluto non è una sufficiente spiegazione causale, è necessario utilizzare altre teorie. Queste principali differenze (riguardo il fatto che l’interesse degli attori siano atomistici o socialmente costruiti), che non possono essere verificate empiricamente, dimostrano che tali teorie non possono essere oggettive. Dunque, queste teorie dell’interesse degli attori sono costruite su una precedente interpretazione o conoscenza derivata dall’interazione sociale. Dal momento che questa è la base fondamentale del costruttivismo, ciò rinforza la rilevanza del costruttivismo nella seguente analisi cross-teoretica.
LA FINE DELLA STORIA
Francis Fukuyama sosteneva che il collasso dell’URSS avesse marcato la fine del conflitto ideologico tra stati e designato la democrazia liberale come apice dell’evoluzione sociologica e del governo. Questa teoria è nota come “fine della storia” (FDS), la quale vede la storia come culminante nell’adozione universale della democrazia liberale come modello di governo. Anche se Fukuyama chiariva che gli eventi politici avrebbero continuato ad avvenire, ogni minaccia alla democrazia liberale sarebbe stata temporanea e sarebbe risultata in un suo ulteriore rinforzamento. Le basi teoretiche della FDS possono essere rintracciate nel neoliberalismo. Ciò è dovuto alla previsione della FDS sull’interdipendenza economica e sul comportamento cooperativo all’interno dei vincoli del sistema anarchico. Ciò si correla all’asserzione neoliberista per cui i guadagni assoluti sono causali al comportamento degli attori cooperanti. In quanto l’interdipendenza economica è un tratto caratteristico della politica mondiale post – Guerra Fredda, FDS si è dimostrata accurata nella sua previsione.
La previsione della FDS di una storia universale culminante origina dall’interpretazione di Hegel che ne ha fatto Alexandre Kojève. In tale interpretazione, Kojève sostiene che la teoria hegeliana di una storia universale culminerà in un clima politico privo di conflitti. Dunque, l’assenza di conflitto tra le superpotenze rivali è in qualche modo una manifestazione di questa teoria. Tuttavia, la Cina, combinando il rifiuto della democrazia liberale con una rapida crescita economica, smonta la previsione della FDS di una singola ideologia dominante.
Se questa previsione fosse corretta, la presenza di una superpotenza rivale con una diversa ideologia non sarebbe possibile. Gli interessi causali che determinano l’ideologia rivale cinese possono essere associati alle norme regolative. Questo perché, nonostante il rifiuto della democrazia liberale, la Cina ha seguito la norma post – Guerra Fredda di adottare un sistema economico capitalistico. Ciò, a sua volta, ha portato a una sintesi ideologica della avversione di vecchia data della Cina alla democrazia occidentale, e dell’aspettativa internazionale di adesione a un sistema economico capitalista. Poiché questa aspettativa internazionale di un comportamento appropriato ha regolato il sistema economico cinese, le norme regolatorie possono essere definite come causali. Quindi, le norme regolative come causalità sono una spiegazione più accurata della tesi atomistica della FDS, sia dei guadagni assoluti che della culminazione della storia universale.
SCONTRO DI CIVILTA’
Scritto in risposta alla FDS, lo Scontro di Civiltà (SDC) di Samuel Huntington rifiuta la tesi di Fukuyama della culminazione della storia universale nella vittoria di una singola ideologia. Huntington sostiene invece che le civiltà, sotto forma di stati, entreranno in conflitto per far prevalere la loro cultura. Dal momento che la tesi SDC prevede che la dominazione di una civiltà deciderà la forma di governo, essa si oppone a quella della FDS di una forma di governo costante di una singola ideologia dominante. Per comprendere le sue idee sugli interessi degli attori, SDC può essere interpretata dal punto di vista di una prospettiva realista classica, perché sia la SDC che il realismo classico attribuiscono la causalità atomistica del conflitto alla natura umana.
Anche se ha correttamente previsto che gli stati mediorientali e occidentali sarebbero stato gli attori dominanti nel conflitto tra stati, l’idea della SDC per cui l’interesse degli attori consiste nella dominanza culturale è chiaramente errata. Ciò si può evincere dal comportamento interdipendente economico e politico tra stati di opposti valori culturali; l’esempio concreto è l’accordo Iran Nuclear Arms Framework (INAF) raggiunto tra l’Iran, P5+1 e l’Unione Europea. Se il conflitto culturale fosse l’interesse dominante degli attori, come predetto da Huntington, queste istanze empiriche non avrebbero avuto luogo. Ciò perché l’Iran è una autoproclamata nazione islamica, ma porta avanti un comportamento cooperativo con nazioni di diverse culture, dunque contrasta l’idea di Huntington che gli stati occidentali e islamici entreranno inevitabilmente in conflitto. Questo dimostra che, se gli attori seguissero un interesse atomistico del conflitto culturale, ciò non avrebbe condotto a tale comportamento cooperativo internazionale. Dunque, la prospettiva classico-realistica di Huntington offre una spiegazione insufficiente.
Un’analisi più accurata sarebbe quella per cui le norme regolative sono causali al comportamento di cooperazione internazionale dell’INAF, perché le organizzazioni internazionali coinvolte dettano una certa adeguatezza comportamentale per quanto riguarda la trasparenza e l’ispezione. Questa adeguatezza comportamentale è stata dimostrata dalla regola per cui l’Iran avrebbe fornito accesso alla Agenzia Atomica Internazionale. Dal momento che questa è una chiara dimostrazione di una adeguatezza socialmente costruita, le norme regolative non possono essere considerate causali. Dunque, nonostante la precisione nel prevedere gli stato occidentali e mediorientali come attori predominanti, la tesi dello SDC riguardo l’interesse atomistico degli attori offre una spiegazione inadeguata.
RITORNO AL FUTURO
La teoria “Ritorno al futuro” (RAF) di John J. Mearsheimer prevede che l’assenza di ideologie rivali e di superpotenze in Europa risulterà in un ritorno alla multipolarità. La base teoretica della RAF è il realismo offensivo, essendo la versione idiosincratica del neo-realismo di Mearsheimer. Dal momento che condivido una prospettiva realistica, sia Huntington che Mearsheimer sostengono che l’interesse degli attori comprenda l’auto-perseveranza atomistica. Tuttavia, mentre il realismo classico sostiene che la natura umana sia causale al comportamento aggressivo degli stati, il realismo offensivo sostiene che l’anarchia del sistema internazionale sia la causa del comportamento aggressivo degli stati. Quindi, ciò si correla all’interesse di guadagno relativo, nel quale l’interesse di sicurezza immediata o di sopravvivenza risulta in un comportamento aggressivo.
A causa della continua presenza dell’America come superpotenza unipolare, sarebbe scorretto sostenere che il sistema internazionale sia davvero ritornato verso la multipolarità. Tuttavia, dal momento che la teoria RAF si concentra sulla multipolarità europea, questa analisi guarderà soltanto all’Europa. L’Europa è una chiara manifestazione di anarchia multipolare, perché non c’è un superpotere europeo centralizzato, e il governo de facto dell’Europa, sotto forma dell’Unione Europea, è intrinsecamente multipolare. Dunque, si può concludere che la previsione della RAF di una multipolarità europea è corretta.
Tuttavia, questa assenza di conflitto di stato in Europa nega chiaramente l’affermazione del realismo offensivo secondo cui l’anarchia richiede un comportamento statale aggressivo. Invece, il comportamento degli stati europei è in accordo con la nozione costruttivista che l’anarchia costruita dal comportamento dello stato e che l’interesse degli attori è socialmente costruito. La costruzione sociale dell’interesse dell’attore europeo può essere attribuita a un mutuo riconoscimento della devastazione del precedente grande conflitto tra stati (nella forma della Seconda Guerra Mondiale). Ciò può essere interpretato come una manifestazione di norme regolative, perché, come dimostra questa assenza di conflitto, queste norme regolative costruiscono socialmente l’interesse degli attori e di conseguenza dettano il loro comportamento. Pertanto, l’affermazione realista della RAF per cui l’anarchia richiede un comportamento aggressivo, è imprecisa per quanto riguarda l’Europa.
CONCLUSIONI
Dall’analisi, è evidente che tutte e tre le teorie hanno predetto correttamente l’assenza di conflitto tra stati rivali in quanto superpotenze. Tuttavia, quest’analisi ha rivelato che ognuna di queste teorie è insufficiente nel predire e spiegare il comportamento e l’interesse degli attori. FDS prevedeva che l’assenza di ideologie rivali e di conseguente conflitto sarebbe risultato nel guadagno assoluto degli attori e nella culminazione della storia universale. FDS ha previsto correttamente l’assenza di conflitto tra grandi stati e il guadagno assoluto come causalità del comportamento cooperativo. Tuttavia, FDS si è dimostrata limitata, in quanto la mia analisi ha identificato le norme regolative come causali per l’emergere della Cina a ideologia rivale e crescente superpotenza. SDC ha previsto che l’interesse atomistico degli attori del conflitto culturale avrebbe impedito la cooperazione tra Islam e occidente. Ciò è stato sfatato attraverso la presenza empirica di comportamento cooperativo tra Iran e una gran varietà di nazioni occidentali.
Anche se ha previsto correttamente la multipolarità in Europa, la tesi della teoria RAF per cui l’anarchia avrebbe richiesto un comportamento aggressivo degli stati, e un interesse di guadagno relativo, offre una spiegazione limitata. Invece, la mia analisi ha attribuito alle norme regolative la causalità dell’assenza di conflitti. Ciò ha ribadito la rilevanza della teoria di Wednt secondo cui l’anarchia non richiede uno specifico comportamento da attore e che l’interesse degli attori è socialmente costruito. In conclusione, ogni affermazione non è riuscita a rendere sufficientemente conto della natura socialmente costruita dell’interesse degli attori. Ciò portò le tre affermazioni a non essere in grado di incapsulare accuratamente la politica mondiale post-Guerra Fredda.
(di Benjamin Smith – Traduzione di Federico Bezzi
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