L’omicidio economico di un paese
di GILBERTO TROMBETTA
Secondo quei fenomeni del FMI, l’economia italiana nel 2022 sta andando troppo bene. Più di Stati Uniti, Germania o Spagna. E infatti assegna all’Italia un output gap dello 0,4% rispetto allo 0,0% degli Stati Uniti, al -0,5% della Germania e al -0,6% della Spagna. Ricordiamo brevemente di cosa stiamo parlando.
L’output gap – secondo i deliri della Commissione europea e di altre istituzioni come il FMI appunto – è la differenza tra il PIL effettivo e il PIL potenziale. Con quest’ultimo si intende il PIL che si avrebbe se l’economia stesse operando al massimo potenziale, sfruttando tutti i suoi fattori produttivi. Di conseguenza, un output gap positivo significa che l’economia sta operando “al di sopra delle proprie capacità” (vi ricorda qualcosa?), col rischio di generare spirali inflazionistiche. Mentre un output negativo che sta operando al di sotto delle proprie possibilità. Che è poi quello che facciamo da 30 anni, da quando cioè siamo entrati nell’Unione Europea e nell’Eurozona.
Secondo il FMI, nonostante il crollo della domanda, nonostante il crollo della produzione, nonostante il crollo dei consumi, con 16 milioni di italiani tra disoccupati e inattivi e altrettanti in condizioni di povertà, alle soglie dell’ennesima recessione, l’Italia sta andando troppo bene. Quindi deve rallentare la propria economia. È su queste stime e su questi parametri insensati che la Commissione Europea decide lo spazio fiscale di un Paese.
Quindi indovinate che cosa ci aspetta con un output gap positivo? Esatto! Ancora tagli alla spesa pubblica e politiche deflazionistiche dal lato della domanda. Ce lo chiede l’Europa!
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