Venezuela: 17 morti dopo black-out, Guaidó chiede stato di emergenza
di SICUREZZA INTERNAZIONALE
Continuano a registrarsi danni a Caracas e nel resto del Venezuela dopo il black-out che venerdì 8 marzo ha lasciato senza energia elettrica la capitale e 20 dei 24 stati del paese. In molte zone quattro giorni dopo l’incidente nella centrale elettrica di Guri, nello stato di Bolívar, nell’est del paese, non è ancora stata ripristinata la corrente. Il numero due del Partito Socialista Unito del Venezuela, Diosdado Cabello, afferma che il 70% del paese ha recuperato la normale somministrazione di energia. Un dato contestato dal leader dell’opposizione Juan Guaidó, secondo cui oltre la metà del paese è ancora a corto di energia elettrica, per cui ha chiesto lo stato di emergenza.
Secondo quanto dal deputato dell’Assemblea nazionale, José Manuel Olivares, esponente dell’opposizione al governo di Nicolás Maduro, almeno 17 persone sono morte a causa dei problemi nel servizio di energia elettrica. L’edizione in lingua spagnola della CNN, tuttavia, riferisce che non è stata in grado di verificare in modo indipendente queste cifre.
Nel suo account Twitter, Olivares ha dichiarato di aver cercato di contattare lo staff medico degli ospedali di tutto il paese per scoprire come il black-out li ha colpiti. Il deputato, affine al leader antichavista Juan Guaidó, ha sottolineato che non sono stati in grado di stabilire contatti in tutti gli stati, quindi il numero delle vittime è stato preso da 5 importanti ospedali in tutto il paese.
In totale, secondo le fonti dell’opposizione, ci sono stati 13 morti all’Ospedale Manuel Nunez Tovar di Maturín, un decesso all’Ospedale Pérez Carreño di Caracas, un decesso all’Ospedale JM de los Ríos a Caracas, un morto all’Opspedale Magallanes di Catia e un altro all’ospedale centrale di Maracay, direttamente attribuibili al black-out
La Red Nacional de Médicos, che riunisce diversi professionisti del settore medico venezuelano, autrice dell’Indagine Nazionale sugli Ospedali aveva calcolato che, dal 10 novembre 2018 al 19 febbraio 2019, 79 persone erano morte negli ospedali venezuelani a causa di problemi legati alla somministrazione di energia elettrica e all’assenza di generatori di corrente adeguati. Questa organizzazione che gode della collaborazione della Società Venezuelana di Cardiologia, dell’Accademia Nazionale di Medicina del Venezuela, dell’Assemblea Nazionale e della Società Malattie Infettive Venezuelane, è indipendente dal governo, ma non si è schierata dalla parte di Guaidó.
Ad oggi, non ci sono informazioni ufficiali da parte governo di Nicolás Maduro su questo problema. Diversi media, nazionali e internazionali, hanno cercato di contattare le autorità competenti per richiedere informazioni sui decessi negli ospedali a causa del black-out, ma senza ottenere risposta.
A Caracas il blackout ha provocato numerose proteste e scontri tra sostenitori del governo e dell’opposizione. In alcuni quartieri si sono verificati episodi di saccheggio. Il presidente Maduro ha accusato gli Stati Uniti di aver causato il black-out lanciando una “guerra elettrica” contro il Venezuela, ma non ha chiarito quando tornerà la luce in quelle zone del paese dove ancora manca e non ha ancora reso noti dati ufficiali sui danni causati, direttamente e indirettamente, dalla mancanza di energia elettrica.
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Traduzione dallo spagnolo e redazione a cura di Italo Cosentino
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