Confederalismo/federalismo e sovranità nazionale
di INDIPENDENZA
Confederazione di Stati sovrani è l’espressione (un ritorno in auge…) che circola da tempo in vari ambienti “sovranisti” e/o di “patrioti costituzionali”. Stante la necessità –condivisibile perché vitale e necessaria– di superare il combinato predatorio Unione Europea-euro, si sostiene che siano da perseguire forme diverse, alternative, di ‘intesa’ europea.
Confederazione di Stati sovrani è così la seducente formula che vorrebbe coniugare sovranità nazionale e rassicurante idea evocativa di Europa diversamente, ma pur sempre (suppostamente) unificabile. Alla fin fine insomma, by-passando questioni storiche, culturali, sociali, geopolitiche e geoeconomiche enormi sul continente europeo, anche qui si finisce con l’evocare una prospettiva di alter-europeismo o, se si preferisce, di alter-confederalismo, essendo l’attuale Unione Europea una Confederazione.
Ovviamente, appunto perché se ne vuole un’altra, ben diversa dall’attuale, da un lato vengono ri-poste al centro delle “sovranità” nazionali le Costituzioni e le monete nazionali, dall’altro si delegano (in che termini e a chi?) difesa, politica estera e commercio. Questi sarebbero gli ambiti ‘in comune’, altrimenti –anche qui sussumendo certa propaganda eurocarolingia ed euroatlantica– non si reggerebbe in un mondo globalizzato e di grandi blocchi.
Nella Storia questi ambiti confederali o sono implosi o hanno portato ad una ridefinizione degli assetti interni di indirizzo e di potere in direzione della costruzione di uno Stato unitario federale.
Difesa, politica estera e commercio sono ambiti politici. Delle due l’una: o si procede ad una sommatoria precaria, instabile, confliggente di diversi indirizzi e interessi statuali (con conseguente svuotamento ed implosione di quei ‘poteri confederali’) oppure si delegano ad un ‘centro’ politico federale sovraordinato e sottratto all’intervento degli Stati confederati l’indirizzo decisionale politico/militare, la catena di comando, il reperimento dei fondi, la scelta e la gestione degli investimenti, eccetera, con tutto quel che conseguirebbe nel tempo.
Niente di nuovo se solo si ripercorre la filiera NATO, CECA, fallita Comunità Europea di Difesa (CED, 1952), CEE sino ad arrivare all’attuale Unione Europea oggi terreno di contesa tra asse carolingio (Germania e Francia) e asse atlantico (Stati Uniti).
È necessario quindi esprimersi con chiarezza al riguardo, su quanto detto e su quanto è ulteriormente da dire. Anche di questo si parlerà al convegno di sabato 11 maggio, a Roma, promosso da “Indipendenza”…
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