Legge elettorale per le europee: è fuori legge
di UGO BOGHETTA
In un articolo precedente dal titolo: LA TRUFFA DELLE ELEZIONI EUROPEE davo notizia del cambiamento della legge elettorale per il Parlamento Europeo (PE). Infatti, mentre in precedenza i parlamentari venivano eletti come rappresentati degli stati presso il PE, da questa tornata invece si eleggono in quanto: “rappresentanti dei cittadini dell’Unione” (scheda Camera dei deputati). E’ come se fossimo un unico collegio elettorale unionista.
Non è una questione formale ma un cambiamento di fondo verso un Super Stato Unionista. Questo può piacere o meno. Qualcuno avrà un orgasmo. A me non piace. Questo per altro avviene, come afferma Carlo Galli, quando nessuna delle elite europee vuole questo Super Stato Unionista. E’ infatti ormai palese che, per motivi storici, economici, sociali e culturali, l’unità non si può fare in questa forma. Del resto, la cosa è stata sottolineata dal recente trattato fra Francia e Germania.
Mi aveva anche colpito il fatto che un passaggio di questa natura fosse stato adottato con una misera risoluzione delle commissioni competenti di Camera e Senato. Decisione, per altro, avvenuta in assenza di alcuna discussione e con una scarsissima presenza. Non solo i cittadini ne sanno nulla, ma gli stessi parlamentari.
UNA CIALTRONERIA ASSOLUTA.
Oltre la mancanza di fondamenti normativi la cosa mi sembra anche incostituzionale poichè tale atto aggrava il vulnus rispetto al secondo comma dell’articolo 11 là dove, invece della limitazione della sovranità, con questo atto se ne aggrava la cessione. Per questi motivi ho cercato di approfondire l’argomento. In questa ricerca mi sono imbattuto in un lungo documento dell’avvocato Besostri: noto esperto di leggi elettorali.
Cosa afferma l’avvocato Besostri?
Besostri afferma che la Decisione del Consiglio UE n. 2018/994 è stata “approvata” con due risoluzioni delle Camere che, pur avendo lo stesso oggetto, non si concludono in modo identico. Poichè il nostro è un sistema bicamerale paritario l’approvazione uniforme è dovuta. Nel caso del Senato infatti si “approva”, alla Camera, invece, “esprimono una valutazione favorevole”.
Ma la cosa più grave che rileva è che si usano risoluzioni mentre mentre si cambia una legge. Besostri, con stile da giurista, scrive che questa procedura : “suscita dubbi e perplessità perché fondata unicamente sulla legge 24 dicembre 2012, n. 234 (“Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea”). Le stesse norme Ue, tuttavia, fanno riferimento “alle rispettive norme costituzionali”. In questo caso, infatti, trattandosi di questione elettorale, la nostra Costituzione: ” prevede la riserva di legge, rinforzata dall’art. 72 c. 4 Cost”.
L’argomento, inoltre, tocca anche i diritti fondamentali dei cittadini UE residenti in Italia che possono votare qui in quanto “elezione dell’Unione”, mentre i seggi continuano ad essere attribuiti proprio in relazione alla popolazione residente e non ai cittadini elettori. Altre implicazioni riguardano la possibilità di inserire nel logo il gruppo europeo di riferimento, cosa che contrasterebbe con la norma per la quale i simboli non devono confondere. Per altro, si dovrebbe anche eccepire sul permanere del privilegio di non raccogliere le firme per la presentazione dei partiti presenti in parlamento: una sentenza ritiene questo un privilegio non ammissibile.
Ma soprattutto si deve sottolineare che la modifica più importante è il titolo stesso della legge da: “Elezione rappresentanti dell’Italia al Parlamento europeo” a “Elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia”. E’ tutta l’architettura che ne verrà modificata poichè, allo stato attuale, l’Italia e gli altri stati membri sono : “Rappresentati nel Consiglio europeo dai rispettivi capi di Stato o di governo e nel Consiglio dai rispettivi governi, a loro volta democraticamente responsabili dinanzi ai loro parlamenti nazionali o dinanzi ai loro cittadini”.
In buona sostanza dice l’avvocato: ” Se cambia la natura del Parlamento europeo, come di qualsiasi parlamento, è doveroso interrogarsi sulla compatibilità delle norme elettorali per la sua elezione con sua nuova natura”.
Siamo dunque dinnanzi ad un cambiamento “epocale”, afferma Bedostri, decisa con una mera risoluzione in Commissione contro la legge, la Costituzione ed il Trattato di Lisbona. E, nello stesso tempo, si forza l’elezione di un Parlamento Europeo trasformando i cittadini delle singole nazioni in cittadini unionisti quando ormai è palese che il progetto di Unione Federale o Super Stato Unionista è ormai affossato da duri fatti, da popoli che non possono e non vogliono essere amalgamati con forzature quali l’euro, o da una finta costituzione come il Trattato di Lisbona.
Per fare uno Stato democratico si elegge un Parlamento Costituente, il quale elabora una Costituzione. In questo caso si dovrebbero prevedere anche ratifiche referendarie a livello nazionale. L’altra modalità è quella americana: una guerra civile. Guerra civile che sta avvenendo … ma in forma economica. Ma questi eurocrati e le elité nazionali di ogni risma, compresi i finti sovranisti, vanno avanti come se nulla fosse. E in Italia, a peggiorare le cose, lo si fa senza rispettare nè Costituzione nè legge.
Come per gli escrementi nel letto, più l’Unione si muove più puzza.
Ormai mancano pochi giorni alle elezioni e non c’è più modo di verificare se ci sono le condizioni per impugnare queste norme.
Bisogna comunque trovare il modo di fermare questa pazzia.
Fonte:https://www.facebook.com/ugo.boghetta?fref=nf
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