Il potere del tasto “off”
di FIORENZO ALESSIO SESIA (FSI Torino)
Nell’ultima settimana che ci separava dal voto non ho potuto far altro che godermi la tranquillità e il silenzio di quella scatola nera chiamata televisione spenta. Un tempo ero appassionato al dibattito politico e cinque anni fa mi recai alle urne facendomi registrare per il voto ma rifiutando la scheda delle europee, mandando in panico il presidente di seggio. Quest’anno farò lo stesso, dal momento che il parlamento europeo non ha tutti questi poteri e nulla di importante potrà fare nei prossimi cinque anni.
Ad ascoltare i vari segretari di partito che promettevano di cambiare l’Europa dall’interno con questo voto, mi saliva quella strana malinconia che cantava Gino Paoli in una nota canzone e in un misto tra desolazione e assopimento, prendevo in mano quello scettro di potere chiamato telecomando e mi davo al riposo. Poi accendevo il cellulare, scorrevo un po’ su facebook e di nuovo venivo rapito dalle medesime sensazioni. Comprendevo quindi che per godermi una piena tranquillità avrei dovuto liberarmi non solo della televisione ma anche del cellulare.
Già, perché la politica ormai ha invaso inevitabilmente tutti i social, ma quando scopri che è utilizzata anche come un gioco a premi, ti passa pure la voglia di ridere delle parodie e dei montaggi de “Il socio Aci”. Rimangono pochi post e le freddure de “le più belle frasi di Osho” ma ti rendi conto che risultano più serie delle panzane di alcuni politici che dovrebbero rappresentarci, e allora ti sale lo sconforto.
Il potere del tasto off consente di riprendersi in mano un po’ di vita reale a scapito di tutto ciò che propone l’infosfera. Tra una settimana tutto questo circo sarà finito e non si parlerà più di Europa, forse, fino al prossimo documento di Economia e Finanza. Resteremo infatti solo noi del FSI e pochi altri a combattere la UE con ogni mezzo possibile. Anche da queste votazioni inutili ci libereremo.
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