Ancora sulle fake news: il mainstream le fabbrica meglio
di SIMONE GARILLI (FSI Mantova)
Cosa è una Fake News?
Ad esempio costruire una narrazione decennale sull’inefficienza della pubblica amministrazione, dalla quale discende il messaggio subliminale che il privato è meglio del pubblico e che forse è il caso di privatizzare anche i servizi pubblici considerati fondamentali dalla nostra Costituzione.
La Fake News, in questo caso esemplificativo, si compone di tre momenti:
1) scrivere quotidianamente sui mezzi di comunicazione di massa il peggio della pubblica amministrazione, esaltandone i difetti, nascondendone i meriti e rendendo luogo comune l’episodio aneddotico o la singola indagine giudiziaria
2) sorvolare sul fatto che le ombre crescenti della pubblica amministrazione discendono proprio dalle politiche anti-stataliste che la narrazione Fake da anni suggerisce.
Tradotto: la politica blocca il turn over in nome dell’austerità e dei vincoli europei e così facendo taglia in pochi anni il settore pubblico di 300.000 unità di personale, portandolo decisamente sotto la media dei grandi Paesi europei. I servizi peggiorano di conseguenza, la pubblica amministrazione invecchia, la produttività necessariamente diminuisce, anche perché le ore lavorate per singolo dipendente pubblico aumentano a dismisura, soprattutto in alcuni settori (la Sanità). I quotidiani ignorano i danni provocati dalle politiche messe in atto e rincarano la dose sulle deficienze della pubblica amministrazione, deficienze che nel frattempo sono effettivamente esplose a causa dei tagli diretti e indiretti.
3) il cerchio si chiude: la profezia si è autoavverata e la Fake News si è trasformata in una Verità astratta, slegata dalla sua genesi. Ora è evidente a tutti, compresi i cittadini che necessitano dei servizi pubblici, che questi ultimi fanno schifo e forse, si pensa, è bene arrendersi all’evidenza: privatizziamo!
Nel frattempo milioni di utili idioti si scagliano contro 23 pagine di fake news che storpiano i nomi dei politici e diffondono rozze menzogne da quattro soldi. Il tutto mentre altre pagine vengono chiuse o sospese per mesi dall’agorà digitale perché pubblicano contenuti perfettamente legali ma non compatibili con gli standard decisi da una multinazionale privata, chiamata Facebook, che si fa paladina e testimonial della sacra guerra alle Fake News, non quelle della fabbrica mainstream naturalmente, ma tutte le altre, gettate nello stesso calderone.
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