La trappola dell’antisalvinismo

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2 risposte

  1. Mario Goldoni ha detto:

    Concordo pienamente. Infatti Bagnaia era contro la flat tax e lnon solo e lo scrisse sulle pagine del Fatto Quotidiano. Borghi in una intervista credo alla cattolica ebbe l’ardire di opporsi a Monti soletto in quella stanza. Ma questi leader devono lasciare la lega indirizzarsi solo al sovranismo. Credo che in definitiva figure come Mori siano più credibili di un borghi ma meno tecniche di un Bagnaia. Insomma li abbiamo tutti dobbiamo unirli in un contenitore unico e questo contenitore non può essere la lega perché liberale. E ribadisco con una frase di Bagnai: In ogni nord c’è un sud quindi se spaccano l’Italia saranno sempre un sud di un Nord.

  2. Luigi ha detto:

    La non affidabilità della Lega era cosa ben nota prima del voto; tutte queste politiche segnalate nell’articolo facevano/fanno parte del DNA della Lega. Non dimentichiamoci il “libro bianco” di Maroni.
    Chi ha voluto aderire a quel progetto lo ha fatto con coscienza, quindi io difficilmente passerei sopra determinate scelte, ad ogni modo si intravede un futuro “radioso” grazie ai sondaggi, quindi non penso che ci sia nemmeno interesse a lasciare il carro dei vincitori… e ho l’impressione che qualcuno creda davvero di avere degli “alleati” negli USA e si immagina una sorta di nuova guerra per la liberazione… io la vedo più in salsa Guaidò questa “liberazione” che si prospetta.
    I media da molti anni sostengono il progetto della Lega (altro che tutti contro Salvini); non ricordo negli ultimi anni un politico così presente, in modo invasivo, 24h24 a reti unificate, e non c’è alcun motivo per credere che le cose cambieranno ora. Resta da capire il ruolo che la Lega avrà nel prossimo futuro, quando gli USA cominceranno ad applicare una strategia molto più aggressiva verso l’Europa in funzione antirussa.
    Io vedo sempre le due facce della Lega: quella indipendentista (tenuta per ora sottotono) e quella nazionalista di estrema destra; credo che sia l’una che l’altra potrebbero riattivarsi a seconda delle necessità geopolitiche del padrone (USA).
    Nota positiva sulla fine (si spera) di questo governo è il blocco della cosiddetta “riforma sull’autonomia”, che avrebbe rappresentato un vulnus profondo, ponendo le basi per la destabilizzazione del paese. Riforma nemmeno voluta dagli italiani dato che – e faccio presente che nessuno lo fa mai notare (vedi appunto, la stampa che difende Salvini, o fa finta di attaccarlo, sempre sulle sciocchezze) – in Lombardia il referendum passo nell’assoluta indifferenza dei cittadini lombardi che lo votarono con percentuali ridicole.

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