Vivere è militare
PILLOLE DI CONSAPEVOLEZZA
I)Se sei povero o comunque non ricco, non puoi essere liberista. Senza lo Stato moriresti di stenti dopo una lunga agonia;
II) se sei povero, o comunque non ricco, nessuno tra gli attuali membri del Parlamento può rappresentare i tuoi interessi, perché le forze socialiste non sono presenti;
III) se sei dipendente, non santificare il tuo datore di lavoro o finirai per fare il suo gioco. Senza il suo genio e la sua assunzione del rischio tu non avresti un lavoro, ma lui, senza la tua fatica, non produrrebbe nulla;
IV) se ti ritieni privilegiato guardando il disoccupato o lo sfruttato più di te perché hai un impiego, anche se precario, pur malpagato, stai strizzando l’occhio a chi gode di queste condizioni. Il lavoro, ben retribuito, è un tuo diritto, non un dono.
GERARDA MONACO (FSI Cuneo)
***
SE DICESSIMO BASTA ALLA FOBIA DELLA MILITANZA?
L’ostinazione di coloro che hanno compreso che l’Unione Europea è assoggettamento – nazionale e quindi culturale, nonché del lavoro autonomo e subordinato nei confronti del capitale – nel voler svolgere per tutta la vita soltanto la funzione di divulgatore e commentatore, nonché di tifoso di partiti nati per altri scopi, nella speranza che mutino scopo sociale e sposino la causa dell’indipendenza italiana, senza invece militare per la riconquista della sovranità , comincia a diventare sconcertante e francamente incomprensibile, al di fuori dell’ipotesi di una “patologia” sociale diffusa (un veleno neoliberale presente anche nel corpo dei veri sovranisti).
Eppure si tratta soltanto o di concorrere con altri a creare un’associazione politica, oppure, se non si vuol partecipare alla costruzione, di dire: “sono a disposizione delle associazioni esistenti, di tutte o di una, per attività di reclutamento tra conoscenti e contatti social, raccolta sottoscrizioni a sostegno della liste, campagna elettorale e (eventualmente) candidatura”. Non si tratta di doversi far saltare in aria né di salire in montagna e di darsi alla clandestinità e alla lotta armata. Combattere la fobia della militanza, almeno come socio simpatizzante, è certamente una scelta di crescita caratteriale ed è necessario per debellare il virus neoliberale che è in noi.
STEFANO D’ANDREA (Presidente del FSI)
***
È L’ORA DELLA MILITANZA
La soluzione non è interessarsi se andare al voto, sperare che si riescano a trovare degli accordi o si facciano dei rimpasti; ma di iniziare a porgere lo sguardo su altre piattaforme politiche, su schieramenti guidati da un obiettivo rivoluzionario, dedicarsi con la dovuta pazienza a qualcosa che va al di là del mero slogan da sbandierare per sentirsi parte di un gruppo, e cioè alla militanza e a tutto ciò che ne consegue: dallo studio, alla comprensione dei perversi meccanismi che ostacolano la possibilità di un Popolo di autodeterminarsi, di partecipare alla Democrazia oggi, e al persuadare alla lotta politica i nostri cari e non solo. Io direi che ora di smettere di vivere da semplici “contribuenti”.
Per quanto se ne soffra, continuo a odiare l’immobilismo sociale in qualsiasi sua forma e decido di non accettarlo.
GIUSEPPE GRANATA (FSI Catanzaro)
Commenti recenti