La triste farsa della storia che si ripete
di GILBERTO TROMBETTA (FSI Roma)
L’11 settembre 1973 Salvador Allende viene assassinato e il suo legittimo governo rovesciato a favore della giunta ultra-liberista del generale Augusto Pinochet.
Dietro al riuscito colpo di Stato c’erano l’appoggio e gli interessi di una potenza straniera, gli Stati Uniti.
E una nascente ideologia economica al servizio dei più ricchi che andava messa alla prova: il neoliberismo (idee vecchie e superate ripresentate come fossero nuove).
Il Cile fu il primo Paese economicamente devastato da questa nascente ideologia, imposta dagli interessi stranieri con la complicità di una classe politica autoctona inadeguata nella migliore delle ipotesi, di Quisling nella peggiore.
Ma c’è un altro fattore che ricorre, in queste storie che si assomigliano un po’ tutte: il disprezzo per il popolo e la sua sovranità.
Risulta evidente dalle parole sprezzanti che si scambiarono al telefono Nixon e Kissinger (riportate nel documento).
Fa male, a più di 40 anni di distanza, notare non solo come nulla sia cambiato, ma come il problema, oggi, riguardi anche noi.
Oggi i rappresentanti di quell’ideologia sono penetrati ovunque, in Italia. Hanno impiegato decenni, ma occupano i posti più rilevanti nelle Istituzioni, nelle facoltà universitarie, nell’informazione.
E hanno inquinato, col loro operato, le menti di una buona parte della popolazione. Abituandola a pensare come consumatori anziché come cittadini.
Ecco perché quella per il recupero della sovranità sarà una battaglia lunga e difficile. E, probabilmente, tutt’altro che indolore.
«Furono necessarie dolorose rinunce e amputazioni del corpo della Patria. Furono necessari lotte e ancora sacrifici, par riacquistare quella sovranità nazionale che il fascismo aveva alienato», come disse Luigi Longo in occasione del decimo anniversario dell’8 settembre 1943.
[documenti via Lim Bo https://twitter.com/theBsaint/status/1171695359782993920]
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