Lavoro e dignità della persona: due tabù per l’Unione Europea
1)IL PENSIERO DOMINANTE OGGI SPIEGATO SEMPLICE SEMPLICE
Spremi la classe lavoratrice per estrarre quanto più surplus possibile per destinarlo nel migliore dei casi ad investimenti che serviranno a spremere ancora di più il lavoro a vantaggio del capitale.
Le “pezze a colori” per questo sistema?
-ce lo chiede l’Europa
-bisogna guardare avanti
-bisogna competere nella globalizzazione
-bisogna razionalizzare i costi del pubblico e renderli più sostenibili (ma il pubblico non deve perseguire il margine, carogne…)
-la Cina
-bisogna fare i “compiti a casa”
-siamo corrotti
-siamo pigri
-siamo bamboccioni e ci piace stare a casa dei genitori
-non vogliamo emigrare
-siamo troppo spendaccioni però risparmiamo troppo senza investire
-siamo troppo poco Green
-non ci sappiamo governare meno male che c’è l’Europa a rieducarci i love vincolo esterno
-non conosciamo le lingue
-PIGS
CE NE FOSSE UNA VERA…
MICHELE PICCOLI (FSI Brindisi)
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2)QUELLI CHE LA COSTITUZIONE VORREBBERO BRUCIARLA
“L’ipotesi di una nazionalizzazione degli impianti ex Ilva nel caso in cui ArcelorMittal dovesse effettivamente lasciare l’Italia creerebbe problemi con la Commissione europea, pertanto è meglio lavorare su soluzioni di mercato”. Lo ha detto il vice ministro dell’economia, Antonio Misani. Peccato invece che la nostra Costituzione dica altro. Anzi, non altro, ma l’opposto.
Perché è vero che l’iniziativa privata in Italia è libera e tutelata. Ma purché non contrasti con l’interesse comune, col bene della società. Come lo Stato, sempre secondo la nostra Costituzione e non quell’ammasso immondo di corbellerie liberali che sono i trattati europei, ha il diritto, quasi il dovere, di nazionalizzare un’impresa se è nell’interesse nazionale.
Non stupisce però che la peggior classe politica degli ultimi 30 anni abbia svenduto e venduto il Paese agli interessi del capitale estero. E non si deve fare l’errore di scambiare la loro per ingenuità o mancata conoscenza delle Istituzioni. Parliamo di una classe politica che lavora indefessamente da decenni per trasformare in carta straccia la Costituzione.
Sono gli stessi che impongono alle nuove generazioni, quelle più vulnerabili, libri di testo vergognosamente manomessi. In cui la Costituzione è editata per togliere le parti più scomode e in contrasto con la narrazione liberale degli ultimi 30 anni. Succede così che in un libro di testo per la scuola primaria (Facciamo squadra per imparare), l’Italia diventi una Repubblica fondata su… i puntini di sospensione!
Perché di lavoro, in Italia, da quando siamo entrati nell’Unione Europea che tutela solo la stabilità dei prezzi, non si deve più parlare. Così come di salari e dignità della persona.
GILBERTO TROMBETTA (FSI Roma)
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