Politica per consumatori
di SAVERIO SQUILLACI (FSI Reggio Calabria)
Nel mondo del consumismo e del mercato libero, i partiti e le ideologie sono messe al bando, demonizzate come male assoluto. Tutto ciò che è per natura di parte, viene visto come gretto e foriero di conflitti! Non si capisce però come sia possibile comporre gli interessi del disoccupato con quelli della grande impresa, dell’artigiano con la produzione di massa, o del lavoro con la speculazione finanziaria! Ebbene ciò è diventato possibile con l’inganno del marketing basato sul consumo. Attenzione, non il consumo di beni o servizi ma il consumo di diritti!
È una cosa tanto semplice quanto diabolica. Invece di costruire un’entità politica fondata su elementi filosofici ed etici che contengano una serie di istanze sociali, economiche e giuridiche, si fa in modo di focalizzare l’attenzione su un bisogno. E sia chiaro, un bisogno molto particolare che non sconfini in questioni che possano intaccare il sistema. Mi viene in mente come esempio la questione dell’aeroporto di Reggio Calabria. Si soffia sul fuoco, alimentando l’indignazione per i prezzi esorbitanti dei voli e dunque su un bisogno da consumatore, lasciando volutamente in ombra il vero problema sociale: lavoro ed emigrazione!
Una volta creato il centro di attenzione e di aggregazione proiettato sul consumo, arriva un personaggio, un politico, un “homo novus” che si carica sulle spalle l’arduo compito di prodigarsi per soddisfare quel bisogno diventato ormai compulsivo ed il gioco è fatto! Si è riusciti a spostare l’opinione pubblica su un fatto irrilevante da un punto di vista sociale e di sistema, e al contempo si è reso inutile l’intervento di una forza politica organica e strutturata capace di cambiarlo. Poco importa se poi il personaggio che verrà eletto fallirà. Per difendersi basterà puntare il dito verso una serie di problemi sistemici o verso l’avversario politico oppure semplicemente si sacrificherà l’uomo mettendolo alla gogna pubblica, tanto lo si potrà presto sostituire con un altro!
Quello che ogni giorno vedete recitare sui social o in TV non è politica ma una serie di spot pubblicitari che creano bisogni fittizi e poi li soddisfano, ingabbiandoci in una spirale che ha come fine ultimo il mantenimento di un ordine che ha ridotto la politica a bene di consumo.
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