Il disoccupato ai tempi del coronavirus
di NICOLA DI CESARE (FSI Cagliari)
Tra gli innumerevoli disastri che lo tsunami coronavirus ha provocato ce n’è uno del tutto ignorato che tuttavia è il peggiore di tutti. Secondo le statistiche ufficiali, che sappiamo fasulle e restrittive, in Italia ci sono circa 5,5 milioni di persone che dovrebbero vivere senza alcun reddito; tra questi 857.141 soggetti percepiscono il ridicolo reddito di cittadinanza di importo medio di 519 euro, che sostentano (si fa per dire) 2,230 milioni di persone per un importo pari a circa 200 euro al mese pro capite, (Mentre ammonta a 216 euro la pensione di cittadinanza che mediamente è stata riconosciuta a 120.703 nuclei che coinvolgono in tutto 137.318 persone).
Tutti gli altri, circa tre milioni di persone, secondo la narrazione ufficiale si sarebbero abituati a sopravvivere senza una casa, senza mangiare, senza vestirsi, senza, pagare acqua, luce, gas. Il segreto di pulcinella di questo disgraziato paese è ciò che tutti sanno ma nessuno dice: ci sono almeno tre milioni di persone che, NON AVENDO ALTRA SCELTA, campano nella totale precarietà facendo al nero ciò che capita; dal vendere stracci ai mercatini, o verdure agli angoli delle strade, o eseguendo piccole manutenzioni all’interno di abitazioni, o talvolta, eseguendo mansioni al limite della legalità se non oltre la stessa. Il coprifuoco decretato dal governo, come soluzione al diffondersi della pandemia, non tiene conto di questi pezzi emarginati della società, così come non ne tiene conto in condizioni di normalità; sostanzialmente si fa finta che essi non esistano come polvere sotto il tappeto.
Queste persone e le loro famiglie oggi rischiano seriamente di morire di fame non potendo liberamente operare all’esterno delle proprie abitazioni e non potendo nemmeno accedere a nessuna delle probabili o possibili agevolazioni o provvidenze che eventualmente saranno varate per arginare la crisi. A margine di ciò mi preme sottolineare che mi giungono voci che in questi giorni, nel silenzio generale, si sono verificati massicci licenziamenti ai danni di coloro che lavoravano alle dipendenze di piccole o piccolissime imprese, dato che credo sarà evidente dalle prossime rilevazioni ISTAT. So che all’80% di coloro che leggono la cosa non interessa affatto, ma mi premeva comunque dirlo.
A me questa notizia interessa molto. Grazie per l’articolo.
fra poco tutta l’italia sarà disoccupata, e per fortuna che ci sono i vecchi (quelli rimasti) che aiutano i figli e i nipoti… ma non per molto.