La pandemia nel resto del mondo: le testimonianze degli Italiani residenti all’estero
a cura di MASSIMILIANO SIST (FSI Riconquistare l’Italia Francoforte)
Nei vari paesi del mondo le misure di contenimento dell’infezione da coronavirus sono state differenti ed applicate con tempi molto diversi tra loro. Questo è, in parte, ascrivibile alla modalità di diffusione dell’epidemia su scala mondiale, ma anche a differenze culturali e ai diversi criteri organizzativi adottati dai singoli Stati. Qui di seguito alcune testimonianze di nostri connazionali residenti all’estero che ho raccolto nelle ultime settimane.
GERMANIA
Ciao! Mi trovo sul Mar Baltico, a Balm, sull’isola di Usedom in Germania, a 15 km dalla Polonia. Qui non abbiamo maschere e sono chiuse le frontiere. Nei supermarket hanno messo dei separatori di plexyglass per evitare il contatto. Posso fare quello che voglio ed ero prima in mountain bike. Posso pescare e fare quello che voglio, venerdì andrò a Monaco per due giorni, vado a fare un giro!
INGHILTERRA
Vivo a Londra nord, ma lavoro in zone centrali e del sud ovest di Londra, quindi posso fare una panoramica ampia. Noi Italiani, consapevoli di quello che stava succedendo in Italia, indossavamo la mascherina, come pure molti Asiatici. Fino ad una settimana dopo l’annuncio del famigerato programma dell’immunità di gregge, Londra era come sempre: metro super gremita, pub affollati, solita vita insomma. Dal lockdown in poi le strade sono più vuote: nessuno controlla, e circolano tranquillamente gruppi di 4/5 persone tutte insieme senza mascherine. Penso si possa uscire da Londra per andare in campagna.
DOMANDA: Le persone ti sembrano spaventate dal virus o le vedi tranquille?
Sono Inglesi, se anche fossero terrorizzati non si capirebbe, mostrano il loro aplomb. Alle news minimizzano sempre: secondo loro, ora comincia la fase discendente (e arriva il peggio secondo me), ma ora una buona percentuale indossa le mascherine, soprattutto gli anziani, gli unici che vedo un po’ preoccupati ma sempre comunque in giro, nonostante il numero impressionante di volontari che sono stati reclutati proprio per aiutarli.
FRANCIA (MASSICCIO CENTRALE)
Ciao. Come ti dicevo, da febbraio sono tornato a vivere a Parigi con mio figlio e mia moglie dopo due anni trascorsi in un borgo del Massiccio Centrale (Le Puy en Velay). Prevedendo le misure di confinamento cui il governo francese ha dovuto ricorrere, ho deciso ad inizio marzo di lasciare Parigi per trasferirmi alle sorgenti della Loira sulle balze del Gerbier de Jonc. Qui, come puoi immaginare, incontro più caprioli e nibbi che esseri umani. Seguo però con attenzione la situazione sociale e politica francese e segnatamente parigina. A grandi linee posso dirti che qui:
il governo e la presidenza hanno tentato fino al 10 di marzo di nascondere il rischio sanitario e perciò hanno convalidato la tenuta del primo turno delle elezioni comunali del 15/03;
la popolazione, dopo un’iniziale adesione, sta cominciando a lamentarsi della penuria di maschere (requisite dal governo ma comunque non disponibili): il governo ha tentato di sminuirne l’utilità, sostenendo che non servissero a niente. È evidente il tentativo grossolano di nascondere l’impreparazione e la mancanza di mezzi;
si respira molta paura a Parigi, dove gli ospedali sono già saturi. Certi quartieri a maggioranza arabo/africana pongono particolari criticità alla polizia che tenta di far rispettare il confino domiciliare;
il divieto di uscita e le deroghe previste sono comparabili a ciò che è stato fatto in Italia. Niente attività ricreative/sportive se non per un’ora al giorno ed in prossimità del domicilio.
FRANCIA (PARIGI)
Io sono a Parigi, XX arrondissement. Le norme sono simili a quelle italiane ma ovviamente centralizzate. Qui non esiste un regionalismo all’italiana. Nel mio quartiere le cose sembrano andare bene. C’è gente in giro, ma più o meno mi pare esserci buonsenso. Tanti hanno mascherine ma non tutti. Io ne ho una assai grande ed efficace che uso solo nei negozi. Le norme prevedono le seguenti deroghe : 1. uscire per lavorare; 2. acquisti di cibo, medicine o materiale professionale; 3: visite mediche; 4: assistenza a familiari o a persone vulnerabili; 5: spostamenti brevi di un’ora al massimo e nel raggio di 1 km dal domicilio per attività fisica individuale o in compagnia di individui che risiedono nello stesso domicilio (famiglie e non) e/o per far pisciare i cani; 6. convocazioni giudiziarie; 7. partecipazioni ad incarichi amministrativi ufficiali.
Il modello è uno e per ogni uscita va indicato (anche a matita) il motivo, che può essere solo uno, la data e l’ora. Nelle periferia la situazione è ovviamente diversa. Purtroppo non so moltissimo, perché ovviamente non posso allontanarmi dal mio quartiere ma ci avviciniamo a situazioni più nostrane… ogni tanto circola qualche video. Il numero dei verbali è alto.
Non puoi andare a pescare a meno che non abiti in campagna e hai un fiumiciattolo vicino, oppure abiti in una zona costiera isolata. Le spiagge sono chiuse: anche lì ci si riversava in massa. Dipende tutto ovviamente da dove abiti: se vivi nei boschi te ne fotti, se sei in città ‘sti c…
SPAGNA
Ciao! Vivo a Fuerteventura. Qui ci sono pochi casi, una trentina, di cui 5 guariti e solo uno in intensiva. Credo che il clima africano, secco e ventilato, aiuti molto. Le limitazioni sono le stesse di Madrid, simili a quelle italiane. Mi incuriosisce il fatto che le due isole più sviluppate dal punto di vista tecnologico e commerciale, Tenerife e Gran Canaria, sono le più colpite. Fuerteventura, invece, che vive di turismo, è entrata in quarantena dopo il Carnevale e le manifestazioni dell’8 marzo: nonostante questo, i primi positivi sono stati studenti di ritorno da Madrid.
DOMANDA: Le persone ti sembrano spaventate dal virus o le vedi tranquille? Cioè: rispettano i divieti e sono chiuse in casa o vanno in giro lo stesso?
Stanno in casa molto educatamente ma al supermercato o in ferramenta non ho visto nessuno con mascherine, solo distanze di sicurezza. Qui, ripeto, il virus non sembra propagarsi tanto: per il momento, quindi, ci sentiamo anche un po’ miracolati. Comunque credo che a gennaio il virus già circolasse sull’isola: molte persone hanno accusato quei sintomi in forma leggera. Da notare che a La Gomera c’è stato uno dei primissimi casi in Europa: un tedesco in vacanza.
OLANDA (AMSTERDAM)
Anche qui alcuni l’hanno presa con leggerezza fino ad un paio di settimane fa. Poi i casi sono saliti vertiginosamente ogni giorno e anche i più sciocchi hanno iniziato a seguire le regole. Sin da quando, a metà marzo, lo Stato ha introdotto le restrizioni, tutti quanti hanno iniziato a comportarsi con cautela: è nella loro cultura. Una regola va rispettata, punto. Quindi al momento vedi pochissima gente in giro: non c’è la quarantena obbligatoria, ma tutti cercano di uscire il meno possibile. Tra l’altro si è sempre potuto lavorare online o fare la spesa online, etc. Mi sembra di capire che anche in Germania sia più o meno lo stesso, seguo la situazione per via di mio fratello che vive a Berlino. Quello che la ricerca non si spiega è il numero di decessi inferiore a quelli di altri Stati.
Qui hanno prorogato le restrizioni (tutto chiuso, tranne il settore alimentare: i ristoranti possono fare le consegne a domicilio): distanza di sicurezza, uscire il meno possibile sino a fine aprile, poi si vedrà. Non siamo in lockdown. Scuole pure chiuse da metà marzo. Io seguo un po’ come posso varie testate giornalistiche e la dashboard della Johns Hopkins University. Per l’Italia è una tragedia, per non parlare dell’economia… purtroppo penso che si sia molto fortunati a vivere fuori… mi dispiace per I nostri parenti e amici: un disastro.
SUD-EST ASIATICO
Ciao! Io sono rientrato in Italia il 12 Febbraio. Mi aspettavo succedesse una catastrofe col virus in Vietnam, invece è successa qui, specialmente in Lombardia. I miei genitori erano molto stressati sapendomi in Vietnam, quindi sono rientrato. Ma credo che il Vietnam non dica la verità sul’infezione da coronavirus. Posso rispondere al questionario per quello che ho visto da fine Gennaio al 12 Febbraio. I miei colleghi in Vietnam mi tengono aggiornato. Anche quelli della Malesia.
Riguardo alle domande che mi hai scritto :
Vietnam
1) Le persone fanno passeggiate? In Asia non amano molto le passeggiate, ad Hanoi solo in centro il sabato e la domenica, la gente si sposta con i motorini come dei folli. Dagli ultimi giorni di gennaio e specialmente dai primi di febbraio i motorini e la gente sono spariti. Quindi io mi ero impensierito. All’epoca il Vietnam dichiarava 26 positivi. Ancora oggi, secondo me, il governo vietnamita nasconde i numeri dell’infezione.
2) Usano le mascherine? E dove? Le usava già prima il 40% della popolazione. Adesso sono obbligatorie ovunque: strada, negozi, autobus…
3) Ci sono divieti o suggerimenti? Tutti i negozi non alimentari sono chiusi da 10 giorni. Quando io ero lì, no. Tutte le isole pedonali del weekend sono state rimosse. Le scuole sono chiuse dal 23 Gennaio e mai riaperte.
4) Si può andare in montagna a passeggiare? Alcuni paesini sono chiusi, tipo zona rossa.
Malesia
1) Le persone fanno passeggiate? Già ai miei tempi la gente per via del caldo tropicale non passeggiava, ma stava nei centri commerciali. Da 17 giorni non più. La Malesia ha adottato tutte le misure che abbiamo in Italia dall’8 marzo. Tutti a casa.
2) Usano le mascherine? E dove? Non ne sono sicuro. Ma gli Asiatici usano le mascherine molto più di noi Occidentali e, visti i numeri in Italia, forse hanno ragione loro.
3) Ci sono divieti o suggerimenti? Da 17 giorni hanno adottato gli stessi divieti che abbiamo in Italia dall’8 marzo. Però le scuole di ogni grado non hanno mai riaperto dopo il Capodanno Cinese, quindi hanno iniziato da subito con le lezioni online.
4) Si può andare in montagna a passeggiare? Alcuni paesini sono chiusi, tipo zona rossa.
5) Si può andare a pesca? Non lo so.
Comunque i numeri del Vietnam, Malesia e Cina, secondo me, sono truccati. Ci sono aree di povertà assoluta con gente che vive in miseria. Credo che in quelle case il coronavirus abbia già fatto strage, ma nessuno lo dice.
ECUADOR
Ciao. Ti dico che in Ecuador è un disastro: il presidente sparito, muoiono tantissimi ma dicono che non c’è aiuto di nessuno tipo, loro si arrangiano da soli e i medici non vogliono visitare nessuno. Fortunatamente nel piccolo paese della mia mamma ancora non ci sono contagiati con il corona, però la gente sta morendo di infarto. Grazie a Dio, si aiutano fra di loro: mia sorella è infermiera e aiuta, se hanno bisogno, per una puntura o una flebo e si mette la mascherina, perché i medici non escono di casa. La situazione è triste, la mia famiglia, grazie a Dio, sta bene. La mia città, Guayaquil, fa paura: troppa gente esce senza nessuna protezione e adesso ci sono anche i militari per potere gestire questa situazione. Prendono le persone in giro e fanno le multe. Dicono che i morti sono sulla strada perché non ci sono posti in ospedale e muoiono a casa. Prego Dio che tutto questo finisca in tutto il mondo.
STATI UNITI (TEXAS)
Ciao Ro. Diciamo che l’epicentro di questo virus è concentrato in New York, California e Washington State. Noi viviamo nella periferia di Houston TX. Il mio lavoro è nella città di Houston. La vita qui è, per il momento, “normale”: non si usano mascherine e i negozi sono quasi tutti aperti. La produzione principale qui è petrolio e metano, sono considerati “essenziali”, quindi le attività continuano. Nonostante tutto le strade, rispetto a prima del virus, sono quasi deserte. Qui a casa nostra Lyna da lezioni di equitazione, il posto è grandissimo e la gente si sente sicura. Nella nostra contea non ci sono casi di questo virus, speriamo che rimanga così!
Un abbraccio a tutti.
GRECIA (PATRASSO)
Ciao Chiara e Davide.
Spero che stiate bene e abbiate ancora la pazienza di sopportare la quarantena. Deve essere molto difficile anche per i bambini. Io non ho grossi problemi perché, lavorando in ospedale che è uno dei 4 o 5 ospedali di riferimento per il virus, posso uscire da casa e verificare che ciò che scrivono i giornali non è una bugia. Che finora abbiamo solo 65 morti e 90 intubati. I test vengono eseguiti solo su personale ospedaliero sospettato e per gli ammalati gravi. Quindi non siamo sicuri di quanti siano i portatori. Molto rapidamente e poiché abbiamo avuto l’esempio dell’Italia, sono state prese misure preventive: molto presto tutti i negozi e le scuole sono stati chiusi, ad eccezione di supermercati, distributori di benzina e farmacie.
All’inizio era vietato lasciare le città, ma ora è vietato recarsi in supermercati, distributori di benzina e farmacie che non si trovano nelle vicinanze delle nostre case. Fino a ieri qualcuno poteva inviare un SMS per poter passeggiare, visitare qualcuno che aveva bisogno di aiuto e portare a spasso il cane. Ma poiché tutti hanno avuto la stessa idea, cioè di fare una passeggiata negli stessi grandi parchi , questi parchi saranno chiusi nei fine settimana e nei pomeriggi. Tutti in ospedale, personale e visitatori, usano la mascherine; ne vedo diverse anche per le strade. Vivo in un villaggio a 9 km dall’ospedale e a 20 km da Patrasso, dove posso muovermi liberamente poiché anche prima delle misure non incontravo quasi nessuno per strada, quindi non c’è bisogno di controllo. Da quello che mi dicono, a Patrasso c’è un deserto. In generale, ci sono molte ispezioni in tutta la Grecia e le persone sono molto spaventate. Siamo tutti molto attenti, applichiamo quello che suggeriscono le autorità: curiamo l’igiene come ci dicono gli esperti, ovviamente abbiamo molti che non credono che il virus esista e che tutto sia cospirazione.
Insomma, pazienza! Com’è la situazione a Genova? Ci sono molti casi positivi? La situazione da voi è cosi grave come in Lombardia?
SVIZZERA
Ciao Massimiliano, vivo a Lugano, la città più grande del Canton Ticino, 63000 abitanti. Qui sono state chiuse tutte le attività non strettamente necessarie, più o meno come in Italia. La gente, ovviamente, è invitata a uscire il meno possibile ma non è costretta a stare in casa: l’agricoltura, per esempio, va avanti. Gli unici divieti sono per gruppi superiori alle 5 persone e per le persone dai 65 anni in su, che non possono andare nei negozi dopo le 10 del mattino. Nessun obbligo di mascherine o divieto di passeggiate: basta tenere le distanze e non essere più di 5. La gente risponde bene: si vedono in giro poche persone, alcuni con mascherine altri no. Niente panico o caccia agli untori, per adesso tutto tranquillo.
Per le misure economiche prese in Svizzera v. qui. La situazione comunque rimane in divenire, come dappertutto.
Ciao.
Gianni.
SENEGAL
Ciao, mi trovo a Dakar, in Senegal. Sono non in centro città ma in una zona residenziale nuova vicino alle ambasciate, con ristoranti e ben servita. Il presidente Macky Sall ha fatto una prima restrizione il 14 marzo chiudendo palestre e scuole e annullando eventi religiosi, con chiusura delle moschee e delle chiese. Il 23 marzo è stato dichiarato lo stato di emergenza con chiusura delle frontiere. Chiusi i ristoranti, non ci si può spostare tra le regioni e c’è il coprifuoco dalle 20 alle 6. Nei supermercati e nelle farmacie all’ingresso un addetto ti disinfetta le mani, tutti quelli che lavorano all’interno hanno le mascherine. In giro il 20 % hanno le mascherine e nei mezzi pubblici non fanno salire più di un certo numero. I Senegalesi sono molto preoccupati anche perché qua la sanità è privata. Comunque, per adesso i casi non sono eccessivi e ci sono guarigioni: considera che l’età media della popolazione è di 23 anni. Ti allego situazione attuale. Buona serata.
URUGUAY (SAN LUIS)
Qui in Uruguay fino ad oggi abbiamo pochi morti. Molte persone ascoltano il consiglio di indossare una maschera per uscire di casa. Sfortunatamente siamo nel periodo del turismo e ci impegniamo a far rispettare le norme sull’isolamento. Non sei obbligato dalla polizia. Viene effettuata solo un appello alla responsabilità. Viviamo in un centro balneare e le persone si trasferiscono in vacanza nei fine settimana: gli abitanti del posto sono arrabbiati perché vanificano i nostri sforzi. Non c’è consapevolezza di quanto sia pericoloso questo momento. Speriamo di uscire presto da questa incertezza. Quando rifletti sul metodo, prendi ad esempio l’amata Italia e la Spagna, che ha avuto così tante perdite. E speriamo che nel caso del nostro Uruguay possiamo mantenere questa percentuale di infettati. Ci siamo dentro.
BRASILE (RIO DE JANEIRO)
Io vivo a Rio de Janeiro, a un chilometro dallo stadio Maracanà. Il Brasile è una federazione di Stati dove, a parte un ovvio intervento del governo centrale nel coordinamento, la gran parte dei poteri in materia è dei governatori: quindi le situazioni possono essere diversificate. Io personalmente sono in quarantena da tre settimane, ma volontaria. A Rio i negozi non essenziali sono chiusi. Così anche cinema e teatri. Per strada molte meno persone ma, a differenza dell’Italia, non ci sono divieti. Non bisogna avere il foglio firmato, per dire, con indicazione di dove si va. Le mascherine alcuni le portano, ma una minoranza. Poi, chiaramente, dipende anche da dove vivi. Un conto sono i quartieri benestanti, dove la situazione è più “europea”, altro, immagino, le favelas. Anche se là si stanno organizzando, magari a modo loro. Non so se sia vero, ma circolano audio dei capi del narcotraffico che minacciano di gambizzare chi va in giro senza motivo e senza precauzioni.
Diciamo che qui siamo in ritardo di un tre settimane rispetto all’Italia. Venerdì è uscito il decreto che permette la cassa integrazione per le imprese non indispensabili, è stato ieri dichiarato lo stato di calamità che permette al governo di sforare il deficit… Lavoro nell’impresa della famiglia di mia moglie, stampaggio di materie plastiche. Probabilmente andremo in cassa integrazione a fine aprile ma stiamo studiando come riconvertirci per produrre mascherine. Sono in contatto con alcune università locali per verificarne la fattibilità, poi è vero che la situazione politica è alquanto particolare… abbiamo come presidente uno come Bolsonaro, che però pare stiano mettendo in condizione di non nuocere. Lui minimizza, vero, in contrasto però con i militari e con il Ministero della salute. Diciamo che lui abbaia alla luna: forse, temo, cercando il tanto peggio tanto meglio per rovesciare il tavolo… ma obiettivamente non ne ha né i mezzi né l’abilità. Siamo in autunno ma qui, a parte alcuni Stati del sud, l’inverno è relativo: qui a Rio la temperatura minima è di 12/15 gradi.
CINA (SHANGHAI)
I negozi sono aperti quasi tutti, tranne i servizi che coinvolgono bambini (quindi scuole pomeridiane ecc.). Possiamo andare ovunque in Cina, anche se all’arrivo nelle stazioni, come stranieri, dobbiamo compilare dei moduli e far vedere un codice che viene assegnato al nostro numero e passaporto. Se il codice è verde significa che siamo a posto e che non abbiamo mai avuto il covid. Ma nessun clima da galera. Noi siamo sempre stati liberi di uscire per fare acquisti al supermercato, anche quando la situazione era drammatica, ma perché eravamo a Shanghai dove ci sono stati pochi casi. Per quanto riguarda le scuole, dell’asilo all’università sono ancora chiuse ed in alcune regioni apriranno a metà maggio, in altre a fine maggio ed in altre ancora (come a Wuhan) non si sa. Poi non so voi cosa avete sentito della Cina: mi pare che siate più voi in lockdown di quanto non lo siamo mai stati noi. Solo Wuhan è stata in lockdown. Perché alcuni pensano che la Cina ci abbia imprigionato, ma non è affatto così.
BELGIO
In Belgio la pandemia è partita in ritardo rispetto all’Italia: tre settimane dopo, credo. Come in italia, all’inizio nessuno ha preso la cosa sul serio. Hanno chiuso la scuola e i Belgi pensavano alle vacanze e prendevano in giro gli italiani di là, che stavano chiusi in casa. Ogni settimana le restrizioni aumentavano. Chiuse le attività commerciali ristoranti bar ecc. Niente è vietato, solo sconsigliato. Le passeggiate per gruppo familiare sono ammesse: basta mantenere le distanze.
La cosa particolare è che i focolai sono scoppiati nelle Fiandre, zona industrializzata ma rurale. Anche lì assalto ai supermercati, poche mascherine, sanitari non tutelati e che si lamentano, supermercati in sciopero ecc. Nessun obbligo di mascherine e nessun comportamento da “dagli all’untore”. Treni tagliati drasticamente: considera che Bruxelles ha 1 milione di abitanti e 4 milioni di lavoratori. Hanno messo in campo le misure di contenimento simili a quelle prese dopo gli attentati.
La ristorazione è duramente colpita: dicono che il 92% è a rischio chiusura. Cassa integrazione per tutti, anche per gli autonomi. Per le aziende prestiti ponte, sospensione di mutui e affitti. I prezzi sono aumentati del 6% nonostante un calo della domanda. Sindacato dei medici incazzato perché non forniscono dati su sanitari contagiati. A proposito dei runner, questo è un punto importante del decreto: l’esercizio all’aperto è consentito e persino raccomandato; è possibile allenarsi insieme ai familiari che vivono sotto lo stesso tetto e insieme ad un amico. Sono consentite le gite con i familiari che vivono sotto lo stesso tetto. È importante mantenere una distanza ragionevole.
TAIWAN (TAIPEI)
Misure non restrittive per la libera circolazione come in Italia. Misure di contenimento per chi entrava a Taiwan, facilitata dall’essere un’isola. Permettevano di rientrare solo ai Taiwanesi all’estero, ma dovevano stare in isolamento a casa. Questo isolamento viene controllato tramite un’app che registra i movimenti. Ci sono multe molto alte per chi viola questa misura, ma ci sono stati solo episodi sporadici. A chi sta in isolamento a casa, portano la spesa per mangiare, più un sussidio di 30 euro al giorno. Solo all’inizio hanno chiuso le scuole pubbliche, non le private. Le mascherine sono obbligatorie in tutti i posti pubblici, ma è nella loro cultura usare la mascherina. Una abitudine che hanno ereditato dall’epidemia di SARS che qui ha fatto tanti morti. Basta un raffreddore e mettono la mascherina per non infettare gli altri. Esperienza che proviene dalla Sars. In questo modo hanno evitato i focolai. Il basso numero di contagiati non è aumentato. Non verranno permessi ingressi di stranieri.
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