Il Partito Unico euro-atlantico
Nessuno si sorprende più delle parole di Giorgia Meloni. La convergenza tra Meloni e Letta è ovvia, scontata, radicale, come è ovvia quella tra Meloni e Salvini e tra Meloni e i 5 Stelle. Siamo davanti, ormai da trent’anni, a un Partito Unico Europeista che sempre più si manifesta come Partito Unico Euro-atlantico, data l’assoluta disponibilità a perseguire gli interessi americani anche quando sono palesemente anti-nazionali e anti-popolari.
La Meloni e i suoi compagni di sinistra hanno gioco facile a scannarsi per finta sui diritti civili (Giorgia la Cristiana contro Enrico l’alfiere del gender fluid), ma ciò che davvero conta è l’atteggiamento sulla politica economica e sulla politica estera, che sono in entrambi i casi ferocemente neoliberali. La Meloni gioca con le parole, dice di volere una confederazione europea che rispetti le sovranità nazionali, ma è il primo sponsor dell’esercito unico europeo, cioè il culmine delle cessioni di sovranità. Un Paese che non controlla il suo esercito è una colonia a tutti gli effetti.
Idem in economia. Liberali contro liberali.
Il secondo Risorgimento italiano deve partire da una consapevolezza: oggi in Parlamento c’è un Partito Unico che esprime delle correntine rissose ma in fin dei conti omogenee. L’assoluta priorità per le classi popolari italiane, dall’ultimo lavoratore al piccolo e medio imprenditore che vende i suoi prodotti sul mercato interno, è rompere questo accerchiamento mandando nelle istituzioni nuovi partiti, fieramente popolari, radicalmente democratici.
Riconquistare l’Italia è il partito della democrazia costituzionale e dell’Uscita dall’Unione Europea. Senza se e senza ma.
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