Il FSI e i tentativi di aggregazione che si svilupperanno prima delle elezioni politiche
Intervento all’Assemblea promossa dalla Confederazione per la Liberazione Nazionale (25 aprile, Roma)
di Stefano D’Andrea
Cari amici,
desideravo molto essere presente tra voi ma sono costretto ad inviare questa mia breve comunicazione scritta, perché, essendo candidato Sindaco nel Comune di Avezzano, oggi, approfittando anche di una frequentata e tradizionale Fiera cittadina, devo volantinare in piazza con i candidati alla carica di Consigliere. Affido la lettura del mio intervento ad Alfonso Genovese, militante romano del Fronte Sovranista Italiano.
Intanto ringrazio a nome di tutto il FSI gli organizzatori di questa importante occasione di incontro.
Poi esprimo apprezzamenti per i contenuti politici del Manifesto della Confederazione per la Liberazione Nazionale. Noto con piacere che, rispetto all’ottobre 2011, quando concordai con Moreno Pasquinelli che dovevamo seguire due strade diverse, la posizione politica e il linguaggio si sono avvicinati a quelli dell’ARS e poi del FSI. Permangono piccoli dissensi, relativi a parole o frasi, ma non vi è alcuna ragione per soffermarmi oggi su tali irrilevanti differenze. Osservo inoltre che finalmente ogni vostra fiducia nei confronti del M5S è stata messa da parte.
Ho invece qualche perplessità sul percorso che sembra emergere dal Manifesto, percorso che ovviamente si intreccia strettamente al tema dell’organizzazione e dell’alleanza tra le organizzazioni politiche sovraniste. Direi quindi che un più significativo dissenso esiste per quanto riguarda il progetto e l’organizzazione. Sinteticamente segnalo i tre punti che seguono.
In primo luogo, dal Manifesto della Confederazione sembra emergere l’idea, che considero del tutto infondata (non semplicemente improbabile), che un movimento di massa precederà l’entrata in Parlamento della futura alleanza politica sovranista. Leggo nel Manifesto che “solo con il risveglio e la partecipazione attiva del popolo italiano, con una sollevazione consapevole…” ecc. ecc. o che “E’ su questa base che milioni di persone potranno mobilitarsi, dando vita ad un ampio blocco sociale”. Io non lo credo minimamente: l’alleanza entrerà in Parlamento. Essa poi si semplificherà, eventualmente, in un partito e promuoverà un movimento popolare, che certamente, per un po’ di tempo, sarà diffuso ma non di massa. Se ho inteso male me ne scuso. In effetti le frasi citate indicano sollevazione e blocco sociale come presupposti per andare al governo, non per entrare in Parlamento. Ma allora quelle frasi mi sembrano anticipazioni di qualcosa che è molto in là da venire. Ciò che ora serve è che entri in Parlamento l’alleanza di alcune, poche, significative, forti, capaci organizzazioni politiche sovraniste: le frazioni dell’alleanza sovranista.
In secondo luogo, il Manifesto sembra lasciare aperta la possibilità che già nelle elezioni del 2018, l’alleanza sovranista – quella che noi del FSI chiamiamo alleanza sovranista, perché crediamo che e avrà la forma dell’alleanza – possa entrare in Parlamento. Il punto non è toccato ma proprio perché non è toccato, mi sembra che il Manifesto lasci aperta questa ipotesi come possibile. Anche questa speranza credo che sia del tutto infondata o almeno altamente improbabile. Proprio perché noi del FSI non crediamo percorribile una ipotesi del genere, nello Statuto abbiamo escluso di prendere iniziative. Se verranno amici sovranisti che avranno organizzato circa 4500 uomini e più di 800 candidati (4500 uomini organizzati, non che si siano limitati a rispondere a un appello, e siano quindi 4500 individui ancora isolati, potenzialmente individualisti e narcisi, che non si conoscano e magari nemmeno stimano tra loro), noi metteremo a disposizione i 500 uomini mancanti e una ottantina di candidati, senza mettere bocca sul programma che sarà stato scritto dagli organizzatori (sul programma ci fidiamo). Quindi, non prenderemo l’iniziativa, non credendo nella riuscita, ma dichiariamo fin da adesso il nostro appoggio a chi l’avrà presa e sarà riuscito ad aggregare e organizzare un sufficiente numero di uomini di valore.
In terzo luogo, non direi che voi siate la “prima aggregazione” che dovrà poi sfociare “nella costruzione di una forza popolare e patriottica all’altezza d(e)i… compiti” che ci attendono. Credo che il Fronte Sovranista Italiano sia una aggregazione parallela alla vostra, che sia già quasi in grado di dire: esisto come frazione della futura alleanza sovranista. Altri tentativi di aggregazione sono in corso, alcuni riusciti, anche se per ora hanno soltanto scopo divulgativo – alludo a quello promosso da Bagnai con la costituzione dell’Associazione A/Simmetrie –; altri, di natura certamente politica, come Riscossa Italiana o Forza di Popolo in Sicilia, o in prospettiva di natura politica, alludo al progetto di Mauro Scardovelli, ed altri ancora, sono ancora nella fase del tentativo.
Noi per Statuto, uno Statuto immodificabile, fino all’assemblea nazionale del 2020, che potrà modificarlo, siamo tenuti ed impegnati ad aumentare il numero e la qualità dei militati del FSI (abbiamo oltre 600 iscritti e ne abbiamo mobilitati 300 in occasione della nostra assemblea fondativa nel giugno 2016), ad aumentare il numero e la qualità dei documenti politici approvati dalle nostre assemblea, e ad aumentare il numero e la qualità delle azioni annuali (per comunicare ai presenti le nostre capacità di azione segnalo che in occasione del referendum del 4 dicembre abbiamo affisso manifesti in 69 città e organizzato o co-organizzato o partecipato a oltre 100 iniziative per il sostegno al NO). Siamo anche impegnati e vincolati a sperimentare le nostre capacità di azione in alcune elezioni amministrative, comunali e regionali.
Vi auguriamo di sviluppare la nostra capacità di aggregazione e di azione e se possibile anche una forza e una capacità superiori.
Il compito che siamo destinati ad adempiere è di dare finalmente al popolo italiano un grande partito che diventi un partito grande. E’ un compito che si può portare a termine soltanto con pazienza, costruendo mattone su mattone, e non sbagliando. Quando si sbaglia nella fase di costruzione, tutto ciò che è stato edificato crolla; e con la costruzione crolla anche l’entusiasmo che lentamente era andato lievitando e si era andato accumulando.
Auguri dunque alla Confederazione per la Liberazione Nazionale, perché gli uomini che essa oggi aggregherà, agendo e organizzandosi, riescano a farla crescere per numero e qualità dei militanti, a darle solidità, quindi capacità di evitare scissioni e già prima discussioni gruppettare, e a farla essere nel 2020 una fortissima frazione della futura Alleanza Sovranista.
25 aprile 2017
Stefano D’Andrea
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