Un nemico molto comodo
di CLAUDIA VERGELLA (FSI-Riconquistare l’Italia Roma)
Uno dei risultati prodotti dalla globalizzazione neoliberista, cioè l’uomo ottusamente contento dell’abbattimento delle frontiere, è stato messo in discussione dalla proclamata pandemia. “Il virus non conosce frontiere” sottolineava qualche entusiasta del mondo no-borders, senza riflettere che il virus è stato combattuto costringendo le persone a rinchiudersi in spazi il più possibile delimitati dagli odiati muri. Il capitalismo tuttavia, pur minato da una delle sue contraddizioni interne, smentendo beffardo ancora una volta le profezie di Marx sul suo crollo, ha trovato degli adattamenti per continuare a trionfare. Il Covid è diventato l’occasione per accentuare il clima divisivo, comodo per chi comanda.
Nel mondo della scuola vengono alla luce proposte sulla riapertura “in sicurezza” a settembre. Chi non si è preoccupato in questi anni delle strutture scolastiche fatiscenti e del pericolo di crollo dei soffitti, improvvisamente ha cambiato atteggiamento. Come mai però il Governo non si preoccupa dell’effetto sulla psiche di bambini e adolescenti delle misure proposte? L’ improvvisa solerzia è incompleta. Se quello che vivi nel primi anni di età, condizionerà tutta la tua vita, come sarà l’adulto che è stato abituato al bavaglio-mascherina, al distanziamento, a divisori e gabbie in plexiglas, che, gli è stato detto, sono per il suo bene?
Ho visto un filmato inquietante in cui un bambino piccolo piange se la mamma gli toglie la mascherina. Si sa che i bambini sono rassicurati dalle abitudini quotidiane, dalla ripetizione di gesti e di piccoli rituali. Un bambino abituato a distanziarsi dagli altri, plausibilmente sarà un adulto asociale. Sarà riluttante ad “affiatarsi” con gli altri, a comunicare verbalmente da vicino (chi parla emette saliva e virus) e ad allargare la mente fuori dalla gabbia, non più solo metaforica, in cui si trova.
Anche nel mondo del lavoro il Covid ha prodotto un risultato: ha accelerato la diffusione del lavoro da remoto. Questo affievolirà l’immagine propalata in questi anni dell’uomo con la valigia (non ancora abbastanza da far cessare la lotta contro la famiglia e l’amor patrio, finché gli spostamenti della forza lavoro saranno funzionali al profitto) e rafforzerà il capitale rendendo più difficili i rapporti di solidarietà tra lavoratori distanziati. Continua a realizzarsi la marcia trionfale del capitalismo attraverso il ritorno ad un passato sempre più remoto; in questo caso, quello antecedente alla concentrazione del lavoro nelle fabbriche che aveva favorito la nascita delle unioni di lavoratori.
Il Covid, essendo impercettibile ai sensi, è particolarmente comodo, permane nella mente di chi ci crede, e nessuno può fare il San Tommaso di turno. Un nemico più comodo delle bombe-razzo di orwelliana memoria.
Anche questo articolo è un po di comodo; che il capitalismo sia una teoria socioeconomica da ridiscutere non è in discussione ma che essa si avvalga di governi compiacenti od ignari per attecchire ancora di più nello spirito del popolo è una forzatura, Il virus c’è e soprattutto c’è stato e le precauzioni scolastiche e sui bambini sono pensate solo sino a fine problema, questo governo, come ha sempre fatto, dopo un avvio un po stentato da una certa incredulità degli eventi, adotta una linea “prudente” disegnando scenari problematici e di conseguenza soluzioni “invadenti” per poi fare marcia indietro se la situazione migliora cosa molto più seria che minimizzare e poi dover correre ai ripari quando i buoi hanno lasciato la stalla (come all’inizio) e quindi i bambini non dovranno portare la mascherina a vita e divenire esseri antisociali(qualche mese non determina la vita) a meno che non si pensi ad una pandemia infinita od una serie di pandemia una dietro l’altra ma questa è la realtà e non la bibbia con le sue punizioni divine (speriamo); anche per il lavoro il cosi detto “lavoro da casa” può riguardare alcune categorie ma la maggioranza il lavoro lo deve fare fuori e non vedo grandi possibilità di un esercito di lavoratori da casa deboli ed isolati ( tra l’altro è proprio la socializzazione on line che riesce ad aggregare grandi numeri per battaglie più o meno condivisibili) per colpa del virus ma vedo un degrado del mondo dei diritti di chi lavora a vantaggio di chi specula ma questo avviene anche senza virus ed attiene al bisogno di ripensare al capitalismo come detto all’inizio. Io la smetterei di disegnare scenari forzatamente negativi e cercherei di dare risposte un po più veritiere ed aderenti.
Io, invece, darei una ripassata all’uso della punteggiatura.
Un po’ si scrive con l’apostrofo.
Hai ragione ma del resto non si mette neanche la virgola prima del verbo “é” per cui non pensavo che fossimo filtrati dall’accademia della crusca.
Che il virus ci sia è una verità indiscutibile, che all’inizio sia stato preso sotto gamba anche; che adesso si corra il rischio di fare lo stesso invece è un po’ una forzatura: nessuno mette in discussione il messaggio sottotraccia che arriva da questo continuo flusso di informazioni su morti, ricoveri etc: bisogna ridurre a zero (o al minimo) il rischio del contagio. Questo in un momento il virus è visibilmente più debole di alcune settimane fa (inteso proprio come intenstià della sintomatologia e non come numero di casi) e che potrebbe essere propizio per migliorare l’immunità di gregge. Si corre così il rischio di salvare qualche vita oggi per perderne molte di più domani, se il Covid con i primi freddi dovesse tornare ad essere aggressivo. Questo tacendo i costi economici e sociali aggiuntivi causati dalla reintroduzione della quarantena per tutti. Quello che però sappiamo è che per i governatori e i primi ministri oggi è elettoralmente molto più premiante appiattirsi sulll’epidemiologia dimenticando non solo il loro ruolo istituzionale che li dovrebbe portare a considerare aspetti diversi da quelli strettamente sanitari, ma anche la normalissima esperienza clinica di chi il Covid lo affronta tutti i giorni nelle corsie degli ospedali e negli ambulatori medici.