L’Europa che non è (riconoscere la realtà)
di STEFANO D’ANDREA (Presidente del FSI-Riconquistare l’Italia)
Durante la prima Repubblica dovemmo o credemmo di dover ricorrere a un prestito nel 1974 e l’episodio fu considerato indicativo di politiche economiche sbagliate. Ora molti italiani non vedono l’ora che alcuni paesi europei ci facciano prestiti a buon mercato e senza condizionalità e magari ci diano anche denaro a fondo perduto. Credo che sia il segno più evidente che oggi siamo una colonia, con mentalità da colonizzati sia nella classe dirigente che nella larga maggioranza del popolo.
Ci libereremo di questo stato di sudditanza ma riconoscere la realtà non è manifestazione della malattia della coscienza nazionale: è onestà necessaria perché si diffondano coscienza e volontà.
Curioso come l’europeismo ideale o retorica europeista abbia generato una mentalità da colonizzati: voglio l’Europa che non c’è; se voglio continuare a perseguire la costruzione dell’Europa che non c’è, devo diventare quello che non sono; se non divento quello che non sono, non potrò mai costruire l’Europa che non c’è e che tanto desidero; per diventare quello che non sono devo assumere vincoli esterni e farmi comandare o aiutare alle condizioni stabilite da chi mi aiuta.
Commenti recenti