La giustizia pesata un tanto al chilo
di SIMONE GARILLI (FSI-Riconquistare l’Italia Mantova)
<<La cifra da restituire ai pensionati ammonta a circa 1,4 miliardi, ha detto oggi Mitsotakis in Parlamento: “Il governo sta rispettando le decisioni giudiziarie”. Tuttavia l’esborso porta le finanze greche sull’orlo del precipizio: “Questa spesa particolare tocca il limite della capacità fiscale del Paese”, ha dichiarato Mitsotakis ai parlamentari. “Non c’è spazio per ulteriori misure” di questo tipo>>.
La notizia non è che il Consiglio di Stato greco ha fatto giustizia sul barbaro taglio delle pensioni minime, portato in dote dalla Troika nel 2015 in cambio di un po’ di ossigeno a tempo erogato dal Mes, ma che con questi 1,4 miliardi di risarcimenti la finanza pubblica greca andrà fuori giri, e quel briciolo di giustizia sociale ripristinato (salvo smentite) dalla sentenza, verrà compensato con altri tagli o aumenti di imposte. E questo mentre là fuori, dove le banche centrali sono formalmente o di fatto dipendenti dalle istituzioni rappresentative (cioè, che piaccia o no, dalla democrazia), si stampano a trilioni i soldi necessari a tenere intorno allo zero i tassi di interesse reali sul debito pubblico e quindi a consentire ai governi di spendere senza indebitarsi fino a che servirà.
Naturalmente anche là fuori governa (pur senza più una completa egemonia) la filosofia neoliberale, e la finanza pubblica ha una chiara impronta di classe, spostata com’è sul grande capitale multi e transnazionale, ma almeno, là fuori, non si sta giocando nel frattempo una partita all’ultimo sangue tra nazionalismi, nascosta dietro un paravento europeista; partita che inibisce le più elementari leve di politica economica degli Stati e li costringe, volenti o nolenti, a giocare all’ormai consueto gioco delle tre carte (salvo, come noto, gli Stati-guida, che sul loro modello produttivo hanno costruito il recinto).
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