Autore: Mauro.Poggi

9

Hillary Clinton e il mito dell'eccezionalismo americano

di MAURO POGGI (ARS Liguria) I peggiori disastri umanitari e geopolitici dell’interventismo americano degli ultimi anni vedono fra i protagonisti l’attuale più autorevole aspirante alla candidatura democratica per la presidenza degli Stati Uniti, Hillary Clinton. Si parte dall’Honduras, con il colpo di stato del 2009 che ha dato luogo all’attuale dittatura fascista, per arrivare alla Siria odierna, passando per la Libia e l’Ucraina: in ognuna di queste tragiche crisi, questa virago si è distinta come...

5

Hillary e Donald, la padella e la brace

di MAURO POGGI (ARS Liguria) Edward Snowden sintetizza nel suo tweet le opzioni disponibili nella corsa alla presidenza della nazione più potente al mondo. Da un lato, un miliardario populista  accusato di simpatie per il fascismo e pulsioni razziste. Dall’altro una sociopatica militarista, che al pari del marito ha costruito la propria carriera politica sulla commistione con gli apparati finanziari e l’industria militare. In un’epoca dove l’offerta di dirigenti politici in occidente ha raggiunto livelli...

0

Profezie

di Mauro Poggi (Ars Liguria) Il 19 ottobre 1987  è ricordato come il peggior lunedì nero delle borse mondiali. L’indice Down Jones di Wall Street perse in una sola seduta oltre il 22%. Tuttavia la borsa di New York non fu nemmeno fra le peggiori: Hong Kong lasciò sul terreno il 46%, Londra il 26%, Madrid 31% e via dicendo. Un anno dopo sull’Economist, giornale finanziario della famiglia Rotschild, uscì un curioso articolo in cui si prevedeva...

0

TTIP: la dirittura di arrivo

di Mauro Poggi, Ars Liguria Le trattative per il TTIP, l’accordo di partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti fortemente voluto da Obama, stanno ormai per concludersi. Gli obiettivi dichiarati sono lodevoli: promuovere gli scambi e gli investimenti tra i paesi aderenti, per stimolare l’innovazione, la crescita economica e lo sviluppo, e per sostenere la creazione e il mantenimento di posti di lavoro. Esattamente gli stessi perseguiti dal trattato omologo dell’altro oceano, il TPP,...

0

Reinventare il sistema finanziario

di MAURO POGGI (Ars Liguria) Ellen Brown è la fondatrice del Public Banking Institute, un’organizzazione non-profit che intende diffondere nell’opinione pubblica l’idea di un sistema finanziario fondato su banche di interesse pubblico, dove il controllo della moneta e del credito sia appannaggio dello Stato e della collettività anziché dei privati, come pre-condizione per una prosperità sostenibile e condivisa. Sull’argomento ha pubblicato diversi libri e scritto alcune centinaia di articoli apparsi sul suo blog, The Web of...

0

Foglie di fico: quando Tartarin s'en va-t-en guerre

di MAURO POGGI (ARS Liguria) ANSA Una vera e propria pioggia di fuoco su Raqqa, la ‘capitale’ dello Stato islamico in Siria: lo riferiscono gli attivisti anti-Isis nella città. “Almeno 30 i raid aerei” nelle ultime ore, “che si sono intensificati in serata”. La Francia conferma, attraverso il ministero della Difesa, il massiccio bombardamento dei suoi jet su Raqqa, la ‘capitale’ dell’Isis in Siria.  France 24 Aerei Francesi hanno lanciato il più grande attacco aereo...

1

Spagna: post-democrazia neo-franchista

di MAURO POGGI (ARS Liguria) Penso che pochi oggi possano contestare il fatto che l’Unione europea – il luogo utopico di pace, solidarietà e benessere che ci è stato raccontato – sia in realtà un sistema antisociale, fortemente competitivo, che produce povertà e sperequazione. Possono esistere profonde divergenze sull’analisi delle cause o sui rimedi possibili, ma il dato di fatto in sé non lo nega ormai più nessuno, se non i pochi irriducibili ottimisti della volontà...

0

La lettera di Paolo Savona al Presidente (che non c'è)

di MAURO POGGI (ARS Liguria) Paolo Savona scrive una lettera aperta al Presidente Mattarella sull’incombente accordo europeo di “Gestione in comune“, un progetto che prevede la creazione di un Fondo Comune Europeo per affrontare le crisi degli Stati membri, da finanziare tramite la cessione di una quota delle entrate fiscale di ogni stato (o in alternativa con tasse addizionali). La gestione del Fondo verrebbe delegata a una nuova figura di alto dirigente comunitario, una specie di superministro...

0

La propaganda per il TTIP e il vuoto sottomesso

Se è vero che un’operazione di propaganda dev’essere tanto più sofisticata quanto più il soggetto che deve sedurre è culturalmente agguerrito, dobbiamo concludere che nella percezione dei nostri decisori il livello culturale posseduto dalla vasta maggioranza di noi, comuni cittadini, è più o meno quello di un adolescente immaturo. Non si spiega altrimenti la grossolana manipolazione dei fatti che ci vengono propalati ogni giorno con ampio ricorso a omissioni, esagerazioni o minimizzazioni, ridondanze, semplificazioni e...

0

I G7 e l'autismo occidentale

Si è conclusa agli inizi di giugno la prima riunione 2015 del Gruppo dei Sette, il vertice delle nazioni più industrializzate: Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada (più Commissione Europea e FMI). Il G7 è tornato a essere tale dopo che l’allargamento alla Russia, in vigore dal 1998, è stato sospeso a seguito della politica putiniana che mira a “ricreare i fasti dell’impero sovietico”, secondo le parole di Obama alla conferenza di chiusura. Sentire...

0

Obama e i giochi a somma zero

  “Dobbiamo assicurarci che sia l’America a scrivere le regole dell’economia globale, e dovremmo farlo oggi mentre la nostra economia è in una posizione di forza. Se non saremo noi a scriverle, allora – indovinate un po’- sarà la Cina a farlo. E quelle regole saranno stabilite a vantaggio dei lavoratori e degli affari cinesi”. Così Barack Obama, in un discorso tenuto l’8 maggio 2015 in una fabbrica della Nike a proposito del TTP –...

2

Anniversari, ricorrenti menzogne e unintended consequencies

Dodici anni fa, il 20 marzo 2003, gli Stati Uniti – a capo di una coalizione di ossequienti  “volenterosi” e con il mandato delle ossequienti Nazioni Unite – iniziavano l’attacco all’Iraq per distruggere le “armi di distruzione di massa” di cui quel paese era dotato, bloccarne la politica di “appoggio al terrorismo islamico”, fargli dono della democrazia. Nel giro di quaranta giorni Baghdad fu “liberata”, la statua del dittatore immancabilmente abbattuta. Di fronte ai soldati schierati sulla...