di LORENZO D’ONOFRIO (FSI-Riconquistare l’Italia Pescara)
Per i piccoli partiti popolari, cioè quelli senza santi in paradiso, che campano con i sacrifici e i contributi dei propri militanti, il taglio del numero dei parlamentari è una porcata simile a quella realizzata con la legge Fornero a danno dei pensionati.
In pratica nel 2023 a cittadini che hanno lavorato 10 anni per costruire un partito dal basso, cioè al di fuori dei centri di potere che da troppo tempo occupano il Parlamento e si scambiano favori e ben prezzolati parlamentari, verrà detto: “Ok voi siete stati bravi e state per intravedere il traguardo, grazie a un duro lavoro di costruzione avreste addirittura potuto superare lo sbarramento del 3% ed entrare in Parlamento, ma adesso abbiamo alzato quella soglia e vi abbiamo spostato il traguardo!”
Ovviamente i “partiti” come quello di Renzi (per dirne uno) non avranno difficoltà a trovare accordi che gli consentiranno di mantenere le poltrone, e ciò a scapito di quei parlamentari veramente indipendenti (ce ne sono nel M5S?) non disposti a piegarsi a una “nuova” linea del “partito”. I parlamentari che i cittadini attualmente orientati a votare Sì al referendum vorrebbero mandare a casa, saranno così sempre più saldi sulla loro poltrona.
Ma che democrazia è questa?
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