Nelle lunghe settimane della campagna elettorale americana, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha evitato con cura di criticare il democratico Joe Biden. Ma si è spesso espresso con grandi elogi per il repubblicano Donald Trump, facendo così ben capire a chi andasse la sua preferenza. Normale, visto che Donald Trump è il presidente che ha trasferito l’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme, ha riconosciuto come «legali» tutti gli insediamenti israeliani, ha spinto alcuni Paesi arabi a firmare trattati di pace con Israele. Netanyahu, del resto, era in linea con i sentimenti del Paese. Secondo un sondaggio della rete televisiva Channel 12, il 54% degli israeliani ha tifato per Trump e solo il 21% per Biden. Ma non avevano fatto i conti con gli ebrei americani.
L’esito del voto Usa ha deluso più d’uno, in Israele. Intanto perché gli ebrei americani, a dispetto delle preferenze e delle convenienze degli ebrei residenti in Israele, hanno replicato il loro storico allineamento al Partito democratico. Secondo J Street, organizzazione «di sinistra» dell’ebraismo americano, il 77% degli ebrei statunitensi avrebbe votato per Biden. L’Associated Press ridimensiona il dato al 68% ma è, in ogni caso, una larghissima maggioranza. Tanto che Ayoob Kara, ex ministro delle Comunicazioni di Israele ed esponente del partito Likud, citando a sua volta un 72% di preferenze per Biden all’interno della vasta (tra gli 8 e i 10 milioni di persone) comunità ebraica Usa, ha parlato di «tradimento» degli ebrei americani ai danni del «miglior presidente per Israele».
In secondo luogo, l’arrivo di Biden alla Casa Bianca è seguito con sospetto da tutti coloro che lo ricordano per otto anni vice di Barack Obama, ovvero del presidente che nel 2015 firmò con l’Iran un accordo che Israele ha sempre vissuto come un cedimento agli ayatollah e un rischio per la sicurezza nazionale. Durante la campagna elettorale, Joe Biden ha detto di voler rispristinare quell’accordo (nel 2018 disdetto da Trump), ma «a determinate condizioni».
Quali siano le «condizioni» non si sa, ma è chiaro che in Israele molti non si fidano. E infatti Tzachi Hanegbi, ministro per gli Insediamenti, ha detto che una vittoria di Biden porterà «allo scontro tra Israele e l’Iran». Lo stesso timore che, prima del voto, ha spinto un gruppo di rabbini a invitare i fedeli a votare per Trump.
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