Il caso Del Turco come una sfida all’autoritarismo giacobino
La denuncia di Claudio Martelli: “Tolto vitalizio a uomo in fin di vita”. Il dovere della politica di riprendersi la sua centralità.
di Giovanni Vasso – 12 dicembre 2020
Ottaviano Del Turco è, oggi, innanzitutto un malato in fase terminale. A cui, in virtù degli automatismi della legge sul taglio ai vitalizi, è stata tolta l’unica fonte di reddito grazie alla quale poteva continuare a curarsi. Del Turco, però, questa cosa non la sa: è privo di conoscenza perché, oltre al cancro, come ha raccontato il suo vecchio “compagno” socialista Claudio Martelli, è vittima del’Alzheimer. La scelta di tagliarlo fuori – nelle sue condizioni fisiche e mentali – appare come un atto di gratuito accanimento su un personaggio del vecchio corso politico. Che, per di più, non ha né i mezzi né la possibilità di difendersi.
L’ex Guardasigilli ha lanciato una pietra nello stagno della politica italiana. Su Facebook ha denunciato
“L’ufficio di presidenza del Senato ha tolto il vitalizio a Ottaviano Del Turco, sindacalista socialista, già segretario aggiunto della Cgil e poi parlamentare del PD e presidente della Regione Abruzzo condannato senza prove dopo mesi di carcere preventivo. Del Turco, malato di tumore e affetto da Alzheimer e Parkinson da più di un anno, è segregato in casa in stato di incoscienza”.
Tanto già basterebbe a inquadrare la vicenda. Martelli però ha voluto denunciare:
“Essere puniti retroattivamente per reati che non esistevano al momento della presunta commissione dei fatti è già un’oscenità giuridica contro la Costituzione.
Infierire su un uomo già perseguitato da una condanna ingiusta, cui resta solo un fil di vita, è una barbarie immorale, incivile e disumana.
Mentre invochiamo un atto di clemenza dal Presidente della Repubblica chiariremo chi – oltre i soliti noti giustizialisti 5 Stelle, leghisti e Coltelli d’Italia – si è reso responsabile di questa infamia”.
La denuncia di Claudio Martelli ha avuto, come conseguenza, l’attivismo del Psi che ha scritto lettere e appelli al Capo dello Stato Sergio Mattarella e al presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Eppure il caso, che investe da vicino i valori fondanti della politica odierna, fatica a imporsi nel dibattito pubblico. È evidente che i partiti non hanno il coraggio di affrontare le canee urlanti che magari si scatenerebbero sui social.
Tendenza giacobina al potere
La questione inoltre è complessa e impone la domanda fatidica: su quali valori si regge questa Repubblica? Il “patto sociale” si regge soltanto sulla “rivalsa” nei confronti dei politici condannati? E se pure fosse, ciò può giustificare un provvedimento che, per quanto “automatico”, suona come il superamento farsesco della ghigliottina, un maramaldeggiare che di certo non fa onore allo Stato?
Diranno: Del Turco faccia come gli altri, come tutti quei malati di cui lo Stato si dimentica e a cui corrisponde una miseria. Ma due torti non possono mai fare una ragione. E, inoltre, si dimentica che una condanna – anche “accessoria” e “politica” come il taglio del vitalizio – è praticamente inutile, come se fosse non data se chi la riceve non è in grado di capire. È la capacità di intendere e volere, o, per dirla con gli avvocati, la capacità di stare in giudizio. Senza la quale il processo (e quindi la pronuncia) non è possibile. Inoltre, il diritto non è una automazione: se le facoltà si intestano alla “giurisprudenza” e non semplicemente alla “legge” un motivo ci dovrà pur essere.
Diranno ancora: siete a favore dei vitalizi, vergogna. La questione, come quella della cosiddetta immunità parlamentare, è troppo delicata e complessa per dibatterne a slogan. Sia gli uni che l’altra (e ci inseriremmo pure il finanziamento pubblico ai partiti), sono sorti per tutelare la libertà di azione della politica da ogni forma di condizionamento. Giudiziario o economico. Per evitare che i partiti si trasformassero nei comitati esecutivi delle lobbies. Che ci siano stati abusi è fin troppo patente così come è altrettanto lampante che aver buttato via il bambino con l’acqua sporca è stato un errore e la realtà dei nostri giorni (leggi quanto scrive il Riformista sul caso Philip Morris) lo dimostra.
Contro l’autoritarismo giustizialista
Se è intollerabile punire chi non si può difendere, come Del Turco, al pari è intollerabile che non si scateni un dibattito sui diritti e le garanzie ma si preferisca la via semplice dello slogan. Finora si sono mossi soltanto Forza Italia e Partito democratico. Ma occorre una presa di coscienza che sfidi pure la giostra dei sondaggi. Perché, e questo momento storico ce lo insegna, l’autoritarismo va combattuto ogni giorno, ovunque si annidi ed esprima i suoi effetti. Non soltanto quando un ministro degli Esteri commette un intollerabile lapsus freudiano su Twitter oppure quando tocca direttamente a noi, ai nostri amici, ai nostri nonni.
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