Ecco perché il nuovo MES è incostituzionale
Dunque alla fine ce l’hanno fatta i nostri euristi. Sono riusciti a imporre la firma di un trattato – il MES riformato – estremamente dannoso per gli interessi italiani. Un trattato, peraltro, che rende ancora più pregnante la cessione di sovranità nazionale in barba alla Costituzione del 1948, ormai messa all’angolo dall’ideologia eurista neoliberista.
Di fatto, se ancora non ce ne fosse stato bisogno, con l’adesione al MES riformato, l’art. 1 della nostra carta fondamentale è diventato ufficialmente un inutile petizione di principio. Uno di quei preamboli la cui portata vincolante è pari a zero. Una clausola di stile senza alcuna effettività.
La delusione, chiaramente, è profonda. Ma lo è ancora di più se si pensa ai contenuti della famigerata riforma. Il MES attuale già di per sé è un trattato nefasto che, in coppia con il Fiscal Compact e i vari trattati europei, fa dell’austerità e dell’idea che la moneta sia una merce scarsa il suo punto ideologico. Ebbene, il MES riformato, nonostante la pandemia (!) e le mille ragioni che imporrebbero di abbandonare definitivamente l’ideologia neoliberista, ripropone invece con più virulenza il peggio del peggio del neoliberismo, il tutto, naturalmente, a vantaggio della sola Germania e dei suoi Stati satelliti.
In sintesi:
- Insiste con l’idea che la moneta sia scarsa e che uno Stato, opportunamente privato della sovranità monetaria, per procacciarsela debba chiederla ai mercati, che possono in questo caso decidere quali politiche fiscali e quali non devono essere fatte, naturalmente in barba agli interessi di tutti i cittadini e alle costituzioni nazionali.
- Sicché se uno Stato sgarra, i mercati (i capitalisti finanziari) non comprano più il suo debito. Il predetto Stato è costretto così a chiedere i soldi in prestito al MES, che guarda caso è creditore privilegiato.
- Ma il MES (riformato) potrà concedere il prestito solo e se lo Stato in questione rispetti determinati parametri (che solo la Germania oggi rispetta, ma guarda un po’), oppure, qualora non li rispetti o non li abbia rispettati, lo Stato in questione firmi un Memorandum in stile Grecia (il Memorandum of Understanding). E voi potete immaginare cosa significhi: privatizzazioni, demolizione del welfare e della sanità. Riduzione della spesa pubblica e depressione economica. In ultimo, la ristrutturazione del debito pubblico con rischi di bail-in, a favore di banche estere, soprattutto tedesche e francesi, che detengono debito pubblico sovrano.
- Ristrutturazione che, guarda caso, il nuovo trattato MES rende più semplice, con l’introduzione delle single limb CACs. Le quali stabiliscono che le richieste di ristrutturazione del debito passino per la sola maggioranza del totale delle emissioni, senza la necessità di ottenere la maggioranza anche nelle singole emissioni (le dual CACs, in vigore, dal 2013).
- Naturalmente i membri del MES sono confermati come totalmente immuni dalle giurisdizioni degli Stati che sottoscrivono il trattato. Sicché, il destino finanziario dello Stato in questione è deciso da qualcuno che è al di sopra della legge e della Costituzione.
- Con il nuovo MES, il board del MES potrà comunque fare una valutazione della sostenibilità del debito degli Stati aderenti anche prima che questi chiedano prestiti o si trovino in palesi difficoltà finanziarie (basta uno spread altino, determinato da un’interruzione dei programmi PEPP della BCE, e il gioco è fatto). Con il nuovo MES, il rischio di un commissariamento prescinderà da una effettiva richiesta di prestiti per difficoltà finanziarie, per cui se qualcuno vi dice che anche se approvato il MES non lo chiederemo mai, sta dicendo una “lieve inesattezza”. E tenendo presente che certe decisioni verranno prese a maggioranza qualificata, dove l’Italia ha meno del 20% della quota di partecipazione, immaginate la prospettiva per il nostro paese.
Insomma, questo è quanto. Ora, questa insulsa riforma può ancora essere fermata dal Parlamento, in sede di ratifica, sul presupposto che il trattato in questione viola palesemente la Costituzione italiana per ovvie ragioni, che vanno da una indebita cessione di sovranità nazionale a un organismo internazionale fino all’accettazione di un sistema che espone il nostro debito a una meccanismo di ristrutturazione non solo irragionevole, ma addirittura contrario ai principi di indipendenza, democrazia e di tutela del risparmio ex-art. 47 Cost. Ma credete accadrà? Che ci sarà un risveglio patriottico e costituzionale in grado di far prevalere finalmente l’interesse italiano e le ragioni della carta in Europa? Io, personalmente, ne dubito.
Fonte: https://www.davidemura.com/ecco-perche-il-nuovo-mes-e-incostituzionale-7143/
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