Oltre il mercato
di L’INTERFERENZA (Antonio Martone)
La questione del lavoro e dei suoi rapporti col capitale sarà uno dei grandi problemi di qualsiasi agenda politica futura. Se si dà un’occhiata anche distratta alla condizione socio-economica del nostro tempo, appare del tutto ovvio che la tendenza sia quella ad emanciparsi dalla centralità del lavoro salariato che era stato centrale in tutta la fase moderna e fordista dell’industrialismo. Infatti, visto il peso sempre maggiore che va assumendo la tecnica nelle nostre vite e l’importanza crescente delle formazioni individuali, e delle competenze di ciascuno, il compito dell’attuale generazione ma più ancora delle generazioni future, inevitabilmente, sarà quello di rimettere al centro della società la persona a prescindere dal lavoro prestato presso un determinato ente. Bisogna cominciare a pensare, dunque, a forme di lavoro remunerato che vadano al di là dell’impegno salariato e che considerino l’importanza sociale delle competenze culturali. E’ chiaro che tutto questo sarà impossibile fino a quando l’impegno lavorativo sarà considerato soltanto in quanto produzione di merci che entrano nel mercato capitalistico. Il sapere, in realtà, non ha bisogno di essere messo sul mercato, dal momento che esso è già valore di per sé. E’ valore sociale, valore comunitario e, in quanto tale, va remunerato. Il sapere può e deve essere considerato capitale fisso. Il capitale umano è il valore più importante e non necessita di diventare merce per poter essere riconosciuto in quanto tale. Anzi, l’idea che il valore reale sia soltanto quello che si può sottoporre alla legge della domanda e dell’offerta è uno dei prodotti più efficaci, ma anche socialmente più distruttivi, dell’ideologia capitalistica. Mai come oggi, alla fine della civiltà industriale, ci troviamo davanti ad un allargamento su base sociale della condizione che è sempre stata quella dell’artista le cui opere, anche quando non trovano un posto nel mercato capitalistico, possiedono indiscutibilmente già in sé stesse incorporate un valore frutto di anni di impegno. Si potrebbe ignorare l’importanza di tale lavoro soltanto a condizione di assumersi la responsabilità di cancellare esigenze sociali che, con ogni evidenza, hanno il diritto di essere riconosciute nonostante il mercato.
Fonte: http://www.linterferenza.info/attpol/oltre-il-mercato/
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