L’illusione di andare avanti
di TELEBORSA (Guido Salerno Aletta)
La Globalizzazione è la catastrofe della classe media dell’Occidente
Non serve a niente essersi sbarazzati di Donald Trump, che voleva a tutti i costi un nuovo mandato presidenziale.
Il problema non è riuscire a rimettere insieme i cocci in America, superare una frattura sociale, prima ancora che politica, che si è esacerbata per le polemiche sui brogli elettorali e sui complotti orditi a danno di un sistema di voto trasparente ed affidabile su cui si fonda la fiducia nella democrazia.
E non è neppure cruciale il destino del GOP, capire se sarà Trump a fondare un nuovo partito portandosi via una gran parte degli elettori repubblicani, o se invece sarà il vecchio apparato a sbarazzarsi di un ex-Presidente ormai squalificato da tutta la stampa mondiale, per il modo in cui si è conclusa la Marcia dei suoi sostenitori a Washington: la inammissibile violazione di Capitol Hill ha assunto aspetti carnevaleschi, assai più che drammatici, che rimarranno indelebili. E che mortificheranno per sempre la coscienza dei milioni di sostenitori e di elettori di Trump che non si possono riconoscere in questa orrenda pagliacciata.
Il punto non è neppure riuscire a fermare il caos, le proteste che presumibilmente proseguiranno, fomentate da chi ritiene che non ci si debba arrendere di fronte ai brogli elettorali.
Il problema vero è che non si può tornare indietro: la crisi dell’America, che è quella dell’Occidente e delle democrazie rappresentative travolte dalla Globalizzazione è inarrestabile.
Ha determinato uno sconvolgimento degli assetti politici tradizionali: il Sovranismo di Trump, con il suo motto del 2016 “Make America Great Again!”; la svolta nazionalista che ha portato alla Brexit con ben due elezioni successive vinte dai Conservatori che la sostenevano; l’arrivo al ballottaggio per le presidenziali francesi da parte di Marine Le Pen alla testa del RN; così come i risultati travolgenti alle elezioni europee da parte della Lega in Italia.
L’establishment occidentale, politico, economico e finanziario che ha voluto la Globalizzazione, fa di tutto per contrastare ed annichilire questi fenomeni di ribellione all’ordine costituito: il dibattito democratico non deve andare al di là del paradigma fondamentale. Accetta solo coloro che si presentano come i “venditori al dettaglio di un unico grossista”, mettendo a disposizione le televisioni, la grande stampa. Della stessa partita sono anche i gestori dei social media che intervengono pesantemente sulle cosiddette fake news e che sanzionano autonomamente i comportamenti ritenuti non conformi ai canoni della community.
E’ come una pentola messa sul fuoco, a cui si mette sopra un coperchio: prima a poi scoppia.
Non basta dunque l’aplomb del nuovo Presidente Joe Biden, né serve la sua inossidabile appartenenza all’establishment, così come è perfettamente inutile che il deep State si prodighi per offrire i suoi servigi.
Il dramma dell’America rimane sotto gli occhi di tutti: da una parte è deprivata dell’industria, si ingozza di merci importate, compete in agricoltura con i Paesi più poveri del mondo, accumula debiti immensi verso il resto del mondo; dall’altra, un pugno di multinazionali svettano con quotazioni stellari e distribuiscono sontuosi dividendi.
Lo sappiamo bene cosa cerca l’establishment americano: dopo aver delocalizzato le industrie in Cina, lucrando sui bassi costi del lavoro e su una regolamentazione accondiscendente ed imboscando giganteschi profitti con triangolazioni incontrollabili, ora mira al colpo gobbo: mettere le mani sul risparmio cinese. Tra assicurazioni sanitarie, fondi pensioni, gestioni patrimoniali e banche di investimento vuole scassinare il caveau per ripianare i giganteschi debiti americani.
Nessuno può sapere che cosa accadrà, perché a Pechino sanno bene quanto il sistema finanziario cinese sia estremamente complesso e delicato.
Nel frattempo, gli squilibri commerciali americani si aggraveranno e la crisi sociale negli Usa potrebbe diventare ingestibile. Joe Biden non ha assolutamente niente in testa per aiutare Main Street, per l’americano medio. Pensa al Big Business ed a Wall Street: quella è l’America che deve rimanere grande, ad ogni costo.
Fonte: https://www.teleborsa.it/Editoriali/2021/01/08/l-illusione-di-andare-avanti-1.html?p=3#.X_r4z7fSKDY
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